Novara - Si tiene sino al prossimo 18 maggio allo Spazio Vivace in via Fratelli Rosselli 13 la mostra ARCANi!?, nuova opportunità, occasione e contenitore di Arte, inaugurata lo scorso 20 aprile.
Riguardo a questa iniziativa Monica Falcone ha scritto: "L’approccio di un artista nei confronti del mondo è prevalentemente sensoriale e, in particolare, per un pittore avviene grazie alla vista. I Tarocchi, al di là di tutti i significati religiosi, esoterici, filosofici, fin dal primo acchito mi hanno affascinata proprio per la loro forza visiva. La loro particolare iconografia, la simbologia dei colori, suscitano in me ricordi, molteplici sensazioni e, soprattutto, liberano la mia immaginazione. Di conseguenza, dopo averne studiato la storia e le diverse interpretazioni che sono state loro date, ho deciso – in accordo con i partecipanti a questo progetto – di traslare queste figure così iconiche, ancestrali, nel territorio che più ci è congeniale: un territorio a noi contemporaneo, ma in un certo senso anche atemporale, che conosciamo bene, ossia quello della pittura e della pratica artistica. Abbiamo pertanto cominciato a immaginare se fosse possibile associare ognuno dei ventuno Arcani maggiori alla figura dell’artista, visto nei diversi momenti del suo percorso creativo. A partire dal momento in cui l’artista prende ispirazione dal mondo che lo circonda e soprattutto da ciò che si agita ancora informe nel suo animo, si passa al momento in cui l’idea prende forma seppure ancora non concreta, non definita. Da tutti i passaggi che gli sono necessari per rendere visibile e sostanziale il suo pensiero, dalla materia che deve manipolare, dalle scelte che deve operare su un piano emotivo ed estetico, l’artista passa finalmente all’opera compiuta. Opera il cui fine ultimo è comunicare, trasmettere il suo pensiero, poiché un artista senza un pubblico è un involucro vuoto, un essere che non ha raggiunto il suo scopo, né affermato la propria ragione di esistere. L’artista sente il bisogno di esprimersi con i mezzi che più gli sono congeniali – non la parola, non la scrittura – ossia le immagini. La pratica artistica, grazie alle forme create, serve all’artista per scandagliare e conoscere il mondo, ma anche se stesso. Infine l’opera viene trasmessa al pubblico e l’osservatore a sua volta compie un percorso cognitivo; a quel punto lo spettatore deve concedersi il tempo per interagire con l’opera e per trarne un messaggio. Messaggio che può perfino non essere ciò che l’artista aveva immaginato e voluto trasmettere. Questo perché lo spettatore – suggestionato dall’immagine – può darne diversi significati, può creare diverse e molteplici connessioni con la sua personale esperienza e, in un certo qual senso, così facendo diventa artista a sua volta. Lo spettatore, infatti, filtra ciò che vede attraverso i suoi ricordi, i suoi desideri, la sua immaginazione, perfino le sue paure. E poiché nulla si crea, tutto si trasforma, il ciclo ricomincia. Proprio discutendo del processo creativo tra i diversi componenti di Causæ itineris è chiaramente emerso che le motivazioni e i metodi per ciascuno di noi sono diversi, ma hanno comunque qualcosa in comune. Basandoci dunque su questa condivisione, sui punti che abbiamo appurato essere sentiti da ciascuno di noi, abbiamo costruito il percorso della mostra. Tutto ciò nel tentativo di condividere con il pubblico qualcosa che davvero è “arcano”. Spesso infatti viene chiesto all’artista come è stato possibile produrre quella data immagine, cosa ha ispirato la sua genesi e la sua forma, quali ne sono le ragioni e il significato. Ebbene, questo è il modo che abbiamo ideato per portare lo spettatore all’interno del nostro mondo, per renderlo partecipe del nostro percorso creativo. L’obbiettivo è quello di svelarci poiché, in fin dei conti, gli Arcani siamo noi, perché spesso gli artisti paiono creature lontane, “altre”, situate al di fuori del mondo quotidiano, consueto, conosciuto. Come se i fruitori dell’arte vedessero negli artisti degli individui dotati di super sensi, capaci di osservare il mondo tangibile con occhi diversi, in maniera per così dire amplificata. Dunque davvero personaggi arcani, là dove questo termine assume il significato di enigmatico, impenetrabile, misterioso. In realtà viviamo tutti nello stesso universo, condividiamo le medesime pulsioni, le stesse sensazioni: semplicemente, gli artisti le vivono con modalità diverse, ne colgono differenti sfumature. Un po’ come Alice, al di là o al di qua dello specchio: l’artista sta da una parte e lo spettatore dall’altra, separati da una sostanza trasparente, intangibile, ed entrambi si osservano vicendevolmente. Questo è il nostro modo di rivelare l’Arcano, di osservare lo specchio dalle due parti, contemporaneamente. La nostra non è un’operazione con intenti filosofici, spirituali o esoterici, ma è un’operazione visuale, puramente artistica. Un modo per svelare noi stessi e, nel contempo, per permettere agli spettatori di accedere al nostro universo".
La mostra è aperta al pubblico il venerdì dalle 15 alle 19; il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Da non perdere!