Novara - Asquini intervista l'autore Franco Ragazzo. Oggi ci confrontiamo con un autore novarese che già conta sette opere pubblicate, consistenti in sei romanzi e un saggio. Franco Ragazzo, autore novarese, si occupa da sempre di Informatica, ma ama riempire la propria vita riportando su carta tutto ciò che la fantasia suggerisce, passando tra episodi verosimili, vestiti quel tanto che basta di abiti realistici, per sfociare in narrazioni che non tralasciano mai pregi e difetti dell’essenza umana, analizzando comportamenti sociali e atteggiamenti individuali. Fresco di stampa "Il dente di leone" (Società Editrice Montecovello) l'autore torna al pubblico con un romanzo dalla trama intrigante e dove i personaggi si sviluppano in un' avventura mozzafiato. Un esame trasparente di ciò che la vita rappresenta e di come la vita stessa viene affrontata dai suoi interpreti principali, la loro sensibilità e la loro indifferenza, le loro aberrazioni e le loro emozioni.
Da quanto tempo scrivi? "La mia è antica passione, interrotta esclusivamente dalle responsabilità di un matrimonio. Da quando sono libero l’ho ripresa e le dedico tutto il tempo che ho a disposizione, alla sera e durante i fine settimana".
Di cosa tratta il tuo ultimo libro, “Il dente di leone”? "Ti rispondo citando la sinossi esposta sui siti che lo distribuiscono, ovvero Libreria Universitaria ed IBS: “La storia si dipana principalmente nella città di Parma, con escursioni a Salsomaggiore ed in Zimbabwe, specificatamente ad Harare, Bulawajo e Dete. Narra dell'incontro, tanto casuale quanto fatale, di un parsimonioso dirigente di banca a cui l'approccio con la moglie di un primario cardiologo operante nella stessa città procurerà intollerabili contorcimenti interiori; le conseguenze dell'impatto caratterizzano e condizioneranno l'esistenza dei due interpreti lungo tutta la trama”.
Come ti ha accolto la città di Novara come autore e quanto ha di "novarese" il tuo ultimo romanzo? "Direi bene, il pregiudizio nei confronti del "autore novarese" sta diminuendo, soverchiato dal contenuto dei libri, che piacciono molto a chi li legge. L'ultimo libro è storia di vita e come tale non ha collocazione geografica ben precisa, varrebbe per qualsiasi essere umano, ma per gli altri romanzi è diverso. Il primo, "Rapsodia di un fiume in piena" è ambientato a Novara, dalle parti del Vegè (neanche farlo apposta), il quarto "I pescatori di sogni" è ambientato al Torrion Quartara e gli agglomerati che lo circondano, il secondo, "La casa rossa" , è ambientato in un cascinale sperduto nelle campagne tra Casalino e Borgovercelli e narra anche di mondine (siamo nel 1951)".
Per quale motivo un lettore dovrebbe acquistare il tuo libro? "Se intendi l'ultimo romanzo, "Il dente di leone", un lettore lo potrebbe acquistare perché narra storie piene di emozioni, di quelle emozioni che potrebbero essere avvertite da chiunque abbia amato almeno una volta nella vita. Aggiungo che finora, coloro che lo hanno letto, ne sono rimasti particolarmente affascinati".
Sei stato tra i finalisti del premio Stresa... "Il mio quinto romanzo "La stanza sul lago", è stato premiato con "Targa speciale della giuria" a Stresa Narrativa 2014".
Hai già qualcos’altro da proporre ai lettori? "Sì, è in dirittura d’arrivo un nuovo libro che va a trattare gli strani e desueti episodi che possono accadere all’interno di un ospedale, una narrazione che esalta l’aspetto tragicomico di alcune situazioni buffe e la dedizione, umanissima, di coloro che interpretano il ruolo dei soccorritori, ovvero inservienti, infermiere, medici e professori che accudiscono i degenti".