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AVEVO UN BEL PALLONE ROSSO

Attualmente in programmazione al Piccolo Teatro di Milano arriva anche a Novara al Faraggiana giovedì 8 alle 21 e venerdì 9 novembre alle 11
foto di Luca Del Pia

Novara - Attualmente in programmazione al Piccolo Teatro di Milano arriva anche a Novara al Faraggiana 'Avevo un bel pallone rosso' (di Angela Demattè e regia di Carmelo Rifici, con Andrea Castelli e Francesca Porrini), con due rappresentazioni: giovedì 8 - ore 21 e venerdì 9 novembre - ore 11. Lo spettacolo della mattina è a tutti gli effetti aperta al pubblico (ci sono infatti abbonati) e vi partecipano anche le classi delle scuole superiori. 

Nel 50° anniversario del 1968 torna in scena, in un nuovo e contemporaneo allestimento prodotto da LuganoInScena, Avevo un bel pallone rosso, indagine sul rapporto di Margherita Cagol – fondatrice delle Brigate Rosse – con suo padre. “Avevo un bel pallone rosso e blu, ch’era la gioia e la delizia mia. S’è rotto il filo e m’è scappato via, in alto, in alto, su sempre più su. Son fortunati in cielo i bimbi buoni, volan tutti lassù quei bei palloni”: così scriveva la piccola Margherita nei suoi quaderni d'infanzia. Una filastrocca che è quasi un’inquietante allegoria di quello che sarà il destino della sua vita. Questa bambina sarà da tutti conosciuta con il nome di battaglia “Mara”.

Attraverso i dialoghi tra Margherita e suo padre, si racconta la vicenda di una ragazza cattolica nata in una città di montagna, poi diventata una delle fondatrici delle Brigate Rosse. Soprattutto, si delinea il rapporto concreto e drammatico tra un padre e una figlia, segnato da un affetto profondo, nel quale tuttavia la storia e le scelte personali scaveranno un solco terribile.
Carmelo Rifici, dopo 7 anni dal suo debutto, torna a questo bellissimo testo – vincitore del Premio Riccione 2009, del Premio Golden Graal 2010 e del prestigioso premio Molière per l’allestimento francese – in cui tutto, dai dialoghi ai silenzi, conduce lo spettatore nelle atmosfere degli Anni di Piombo, attraverso un’indagine emozionante dei  rapporti familiari. Nello struggente conflitto tra Margherita e suo padre, il pubblico ritrova la stessa aria fredda e vibrante che si respirava durante la burrascosa epoca che dal ‘68 portò alla stagione del terrorismo.