Novara - «I nostri Comuni e il nostro Paese devono avere la possibilità di rilanciare i teatri di tradizione»: era partita con queste parole a settembre una iniziativa promossa dai sindaci delle città sedi di Teatri di Tradizione; tra i primi firmatari della lettera inviata l ministro dei beni culturali Dario Franceschini, il sindaco di Novara Andrea Ballarè per il Coccia. Anche il teatro novarese - che pure negli ultimi tre anni ha visto accrescersi l’ammontare del contributo statale grazie alla positiva valutazione della imponente azione di rilancio e rinnovamento portata avanti dall’amministrazione comunale con il nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione Coccia e con il lavoro della direzione artistica guidata da Renata Rapetti – soffre delle conseguenze della crisi economica, che accomunano tutti i Teatri di Tradizione, attanagliatida crescenti difficoltà relative alla sostenibilità economica, alla manutenzione, alla programmazione.
La richiesta di aiuto lanciata dalle città non è rimasta inascoltata. Il 16 dicembre scorso, infatti, è giunta la notizia dell’estensione dei benefici del cosiddetto “Art Bonus” a chi sosterrà con donazioni le attività delle fondazioni lirico sinfoniche e dei teatri di tradizione. «Con questa modifica - spiega l’assessore alla cultura del Comune di Novara, Paola Turchelli - sarà possibile utilizzare il credito d'imposta del 65% non solo per i finanziamenti a favore della realizzazione di nuove strutture o il restauro di quelle esistenti, ma anche per i finanziamenti alle produzioni dei teatri di tradizione come il nostro Teatro Coccia» .
«Un risultato importante - commenta Andrea Ballarè - ottenuto dall’azione dei sindaci e favorito dalla sensibilità del ministro e del Parlamento. Attraverso questo strumento sarà possibile favorire anche nei confronti di realtà come quella del nostro Teatro Coccia, l’azione di quelli che io chiamo “nuovi Mecenate”. In un tempo che trascina ancora gli effetti della grande crisi internazionale e sconta anni di tagli devastanti, le ristrettezze di bilancio impongono agli enti locali una agenda di priorità che privilegia giocoforza i servizi a favore dei più deboli. É la scelta, per esempio, che anche noi a Novara abbiamo fatto, mantenendo saldo l'impianto di un solido sistema di welfare esteso a tutte le categorie. Ma allo stesso tempo abbiamo sempre ritenuto che una città come la nostra non debba rinunciare ad una rilevante offerta nell'ambito culturale, sportivo, dello spettacolo. Perché la qualità della vita dipende molto da questi aspetti, che sono peraltro potenziali strumenti di creazione di ricchezza e di lavoro. La città, però, ha bisogno, per rispondere alle attese su questo fronte, del sostegno di tutti coloro che credono in una concreta prospettiva di miglioramento. Lo strumento dell’ Art Bonus è certamente un incentivo che può favorire questo tipo di intervento dei privati».