Novara - Sabato 13 ottobre alle ore 21, presso la Chiesa della Madonna Pellegrina di Novara, si terrà il Concerto-Evento dal titolo “Cristo splendente sul volto della Chiesa. A 50 anni dal Concilio Vaticano II. Note a margine di un Concerto”. L’iniziativa è organizzata dal Centro Culturale“Charles Péguy”di Novara, con la collaborazione dell’associazione “Nexus”e il contributo del Coro “Madonna Pellegrina”, diretto da Paolo Sturman, all’organo Simone Pedroni (nella foto). La serata è nata a partire dal desiderio degli organizzatori di riportare all’attenzione pubblica l’importanza del Concilio ecumenico Vaticano II quale avvenimento epocale per la vita della Chiesa e della società, di cui ricorre quest’anno il 50esimo anniversario, essendo stato indetto proprio l’11 ottobre del 1962 da Papa Giovanni XXIII. Attraverso la lettura di alcuni brani tratti dalle Costituzioni conciliari, si invita a cogliere ciò che costituisce il cuore della fede cristiana: la centralità dell’evento di Cristo, morto e risorto, il ruolo salvifico della Vergine Maria, il compito che il Salvatore ha affidato alla Sua Chiesa, pellegrina nel mondo, di celebrare i Misteri della fede e di annunciare a tutti gli uomini il Vangelo, facendosi a loro prossima e condividendone le speranze e le angosce; il ruolo dei laici battezzati nella vita della Chiesa e del mondo, chiamati, sulla via della santità, a collaborare all’opera di salvezza e al mandato missionario lasciato da Gesù.
Insieme ai brani letti, il Coro “Madonna Pellegrina” eseguirà un ricco repertorio di canti sacri, dal gregoriano alla polifonia, che contribuiranno a far penetrare nel cuore le parole udite, a renderle preghiera, a rinnovare la coscienza del Battesimo e della comune appartenenza ecclesiale, nel cammino dell’Anno della Fede appena iniziato. Per questo, i canti sono stati tratti dai diversi repertori di musica sacra della storia della Chiesa e disposti secondo il procedere dell’anno liturgico, quale duplice evocazione del cammino del Popolo di Dio nella storia cristiana e della contemporaneità dell’Avvenimento di Cristo che riaccade nell’ora presente e, specialmente, nel Mistero Eucaristico.
Con l’iniziativa si intende, infine, rimarcare come, dopo 50 anni, molto si debba ancora fare per dare piena e corretta attuazione alle norme ed agli orientamenti conciliari. Paolo VI, il Papa che ha chiuso il Concilio, aveva spesso indicato come impegno centrale del suo pontificato quello di far “calare il rinnovamento conciliare nella mentalità e nella vita del popolo cristiano”. Giovanni Paolo II, all’inizio del suo pontificato, e precisamente il 17 ottobre 1978, dichiarò: “Desideriamo insistere sulla permanente importanza del Concilio ecumenico Vaticano II, e ciò è per noi un formale impegno di dare ad esso la dovuta esecuzione”.
In questo siamo anche sollecitati da Papa Benedetto XVI che, a 50 anni esatti dall’inizio del Concilio, ha indetto l’Anno della Fede, che egli vede come “un’occasione propizia per comprendere che i testi lasciati in eredità dai Padri conciliari, secondo le parole del beato Giovanni Paolo II «non perdono il loro valore né il loro smalto. È necessario che vengano letti in maniera appropriata, che vengano conosciuti e assimilati come testi qualificati e normativi del Magistero, all’interno della tradizione della Chiesa. Sento più che mai il dovere di additare il Concilio, come la grande grazie di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre»”.