Novara - Incontro ‘virtuale’ con Leonardo, 22 anni a febbraio, giovane universitario novarese (Economia indirizzo Gestione e Promozione del Turismo) con la passione per la musica… rap. Persona decisa, che sa quel che vuole e riesce a distinguere quelli che sono i sogni dalla realtà. Ci racconta come ‘nasce’ un rapper all’ombra della Cupola di San Gaudenzio, tra i suoi ricordi da piccolo e il presente (amici, studio e tanta passione). Dieci domande per capire meglio lui e il suo ‘messaggio in rima’.
Come nasce il Leonardo rapper? “Il Leonardo rapper, in arte Key Benza, nasce a 13 anni quando si appassiona del genere musicale e decide di scrivere le prime rime, quelle rime senza senso che “ahimè” tutti abbiamo fatto all'inizio senza nemmeno sapere il perché si stava scrivendo un testo. Erano come degli esercizi di Matematica per me, più scrivevo rime e più sapevo di migliorare perché in fondo un'arte va coltivata e se viene trascurata automaticamente perdi la voglia di continuare a farla. Mi ricordo che passavo i pomeriggi ad ascoltare cassette, cd, su Mtv, su Deejay tv, su Matchmusic e tanti altri canali ad ascoltarmi tutti i singoli rap che passavano e devo ammettere che sono cresciuto ascoltando più rap d'oltreoceano proveniente dall'America che il rap di casa nostra perchè i primi mi gasavano molto di più, soprattutto 50cent, Ll cool J, Ja Rule, Fabolous, Busta Rhymes e Snoop Dogg. Vedevo i loro video e giocavo anch'io con il rap sognando un giorno di poter avere i loro soldi, i loro macchinoni e (diciamolo) le loro belle ragazze e allora mi divertivo a buttare giù le rime. Era un gioco ovviamente, a 13 anni non sai nemmeno cos'è un hobby o una passione, fai quello che ti senti di fare o per meglio dire fai quello che meglio ti fa sognare... ed io sognavo di diventare un Rapper”.
Com'eri prima di scoprire questa passione? “Caratterialmente sono sempre stato la stessa persona, ero un ragazzo vivace, di compagnia e sorridente. Anche musicalmente non sono mai cambiato, devo ammettere di non aver mai avuto un giorno della mia vita senza la Musica e ti dirò di più, per me un giorno senza la Musica è un giorno perso e privo di senso, non ce la farei a trascorrere la giornata senza ascoltare quella canzone che voglio ascoltare o quel video che voglio vedere. Sono nato con i cd in mano. Mia mamma mi ricorda sempre che quando avevo 2 anni, non sapendo ancora usare lo stereo, a gattoni andavo da lei con i cd in mano che trovavo negli scaffali perché volevo ascoltarli, lei mi accendeva lo stereo, metteva il cd e mi lasciava sulla sedia... ed io mi alzavo da lì solo quando finiva il cd. Sono nato e cresciuto con la passione per la Musica, ho anche studiato pianoforte quando avevo 7 anni e solo chi si rispecchia nella mia stessa passione può davvero capirmi”.
Che musica ascoltavi prima? “Ho sempre ascoltato di tutto, la Musica mi piace in ogni dove. Sono cresciuto ascoltando il Rock, la musica italiana e il Rap. Prima di conoscere il Rap devo ammettere di aver avuto un grosso amore per il Rock. Tutt'ora metto fra i miei artisti preferiti i Kiss, ho la loro discografia e conosco quasi tutte le loro canzoni. Poi sarebbe stupido non citare i Led Zeppelin, i Black Sabbath, i Rolling Stones o Jimi Hendrix... ho sempre avuto un debole per la chitarra elettrica, ma non sono mai riuscito ad imparare a suonarla purtroppo. Nella musica italiana ho sempre apprezzato due artisti: Pino Daniele e Adriano Celentano. Loro due sono gli unici che ho sempre rispettato e capito. Li considero Artisti e non cantanti, per questo mi sono sempre piaciuti. Mentre mi hanno avvicinato al Rap artisti come 50cent, Snoop Dogg, Ja Rule e tanti altri americani che adesso nemmeno si sentono più; mentre in Italia ad avvicinarmi al genere sono stati assolutamente gli Articolo 31, i 99 Posse e i Messaggeri della Dopa con il giovanissimo Neffa in versione rapper”.
Che musica ascolti oggi? “Oggi prevalentemente ascolto Rap. La musica italiana l'ho abbandonata definitivamente perché la trovo monotona e ridicola. Mi stufano i pezzi di Marco Mengoni, Emma Marrone, Alessandra Amoroso, Elisa, Laura Pausini e tanti altri. Ne salvo davvero pochi. Mi stufano perché sono ripetitivi con le solite canzoncine sul perché il mio ragazzo/a mi ha lasciato/a.Anche oggi ascolto prevalentemente Rap d'oltreoceano (Rick Ross, French Montana, Tyga, Joey Badass, Meek Mill e davvero tantissimi altri... quasi una lista infinita).Mentre in Italia in primis metto i Club Dogo che dagli anni 2000 hanno cambiato totalmente il genere in Italia rivoluzionando i suoni e le tematiche... portando quella ventata Americana che prima qui non c'era”.
Come nasce un pezzo rap (letture, musiche, incontri, studi, etichette, ecc)? Un pezzo rap nasce in modo semplice. Generalmente per tutti penso che nasca in cameretta/studio casalingo. Personalmente preferisco prima trovare un beat che mi piace e poi scriverci su; mi viene difficile fare prima il testo e poi trovare il beat adatto. Dopo tante prove a casa si va in studio a registrare. Oggi è difficile spiccare perché la facilità di fare questo genere ha aumentato la domanda e quindi sono davvero parecchi i ragazzini che ci credono ma la qualità fa la differenza. Si sente la differenza fra un suono pulito ed uno grezzo e quello comporta tutto, anche l'immagine dell'artista. Io l'ultimo lavoro ancora in cantiere ma quasi finito l'ho affidato nelle mani della Trumen Records, studio super professionale di Torino che ha mixato e distribuito parecchi dischi o mixtape ed uscirà anche grazie al loro grande aiuto. Devo ammettere che il web ha facilitato e semplificato lavori che prima erano lunghi e complessi. Si può restare in contatto con artisti o produttori a distanza di 1000 km e questo fenomeno ha migliorato la comunicazione diminuendo le distanze fra gli artisti”.
Cosa fare per farsi conoscere? “Il modo più semplice ed efficace è saper usare il web. Youtube ti permette di caricare una canzone e lasciarla ascoltare a chi vuole, ma non basta. Mi riallaccio al discorso di prima dicendo che ciò che conta davvero è la qualità. Secondo me un lavoro fatto in uno studio professionale vale 20 volte più di un lavoro grezzo che suona male, quindi secondo me se si è scelto di investire su sé stessi mettendosi in gioco con questa Musica bisogna affidarsi a chi ne capisce magari anche spendendo qualche soldino in più, ma ne vale la pena. Seconda cosa bisogna anche crearsi un'immagine, far capire che cosa si vuole comunicare e che sei in grado di farlo. In questo momento la comunicazione è molto importante quindi passare dei messaggi è davvero fondamentale e inoltre, dato che ora il livello è molto alto, bisogna far vedere che anche tu tecnicamente sei in grado di fare certe cose. Serve anche confrontarsi con altri “colleghi” perché non dimentichiamo che questa Musica è sinonimo di aggregazione ed è fondamentale a mio parere avere dei confronti con altri rapper perché le critiche servono a farti migliorare e spronarti a dare il meglio di te. Se fai Musica con la speranza di fare i soldi... trovati un altro hobby”.
Nei tuoi pezzi di che cosa parli? “Dipende, ci sono volte in cui sono in paranoia e magari scrivo un testo introspettivo, altre volte magari mi piace immedesimarmi in altre persone sognando una precisa situazione o altre volte ancora mi piace giocare con le parole e quindi faccio un testo con solo punchline (rime d'impatto). Generalmente ho dei gusti davvero tamarri e di solito scrivo cose autocelebrative che mi fanno gasare”.
Parlaci dell'impatto sulla gente-pubblico? “Non è così facile oggi avere un pubblico. Bisogna sudare parecchio per farselo e portarsi dietro tanti anni di gavetta. Inizialmente il tuo pubblico sarà la tua città, poco a poco potrà allargarsi ma non è facile. Il rap è anche sacrificio e dedizione come ogni arte, quindi il primo a crederci devi essere tu. Nessuno ha voglia di seguire qualcuno che non crede in quello che fa, bisogna essere sicuri e affrontare il pubblico usando al meglio i propri mezzi”.
Sogni nel cassetto (da rapper)? “Cantare davanti a un sacco di persone che sanno a memoria ogni mia rima. Fare un tour per tutta l'Italia. Lavorare con rapper e beatmaker che ascolto da quando ero un bambino. Queste 3 cose. Le vendite non mi interessano, quelli sono sogni assurdi. Non sogno una cosa così irraggiungibile in modo tale che se dovesse arrivare sarei ancora più stupito del solito perché nemmeno ci speravo”.
Ultima domanda: un grazie a chi e un vaff... a? “Un grazie a chi ha sempre creduto in me e in questa mia passione. Agli amici, a chi ha mai ascoltato una mia canzone e a chi mi ha insegnato qualcosa. Un vaffanculo a chi pensa di essere arrivato ma in realtà non sa nemmeno dove si trova”.
Bella, Key Benza, alla prossima e… sempre in gamba!
Gianmaria Balboni
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