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Distacco, immagini e documenti dell’Esodo giuliano-dalmata a Novara

Novara - Una mostra, che verrà inaugurata sabato 15 febbraio alle ore 10, intitolata  “Distacco. Immagini e documenti dell’Esodo giuliano-dalmata a Novara”, per  raccontare e condividere la storia di coloro che scegliendo di essere italiani dovettero abbandonare le loro città natali per approdare in diversi centri profughi. Uno di questi era qui a Novara. E così con foto, filmati e documenti raccolti dall’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano Cusio Ossola "Piero Fornara" e i testi del dott. Antonio Leone possiamo ripercorrere quale era la vita dei nostri connazionali nella caserma Perrone prima e nel villaggio Dalmazia successivamente. Grazie poi alla collaborazione dell’Associazione Nazionale  Venezia Giulia Dalmazia e di coloro che hanno raccolto l’invito del Presidente della Fondazione Castello ad aiutarci in questo viaggio della memoria, ci sono anche i documenti e le foto di coloro che in quegli anni, nella loro primissima giovinezza, si ritrovarono in una nuova città: foto dei loro album di famiglia, le foto portate con sé per ricordare le origini e coloro che hanno lasciato indietro.

Per aiutare a ricostruire le storie di queste foto, durante il periodo della mostra chi riconoscerà un volto o un luogo potrà scrivere i dettagli, la storia dietro la foto appunto, negli appositi spazi.

Il 9 febbraio 2020 alla vigilia della Giornata del Ricordo, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,  nel suo discorso ha sottolineato come “oggi il vero avversario da battere più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e degli eventi”.

Proprio con questa mostra speriamo di mettere un piccolo ma importante tassello nella battaglia contro quell'avversario insidioso a cui si riferiva il Presidente della Repubblica e aiutare a far conoscere questa parte della storia dell’esodo giuliano-dalmata: la fine di un viaggio tragico ma che rappresenta l’inizio di una vita nuova nella Patria che avevano così fortemente scelto e soprattutto nella città che li ha accolti.

La mostra ospitata al piano terra dell’Ala Ovest e ad ingresso libero sarà visitabile fino al 1° marzo 2020, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19.