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Doppio impegno (Milano e Vercelli) per Nicola Stranieri

Nicola Stranieri

Novara - Doppio impegno per il noto batterista jazz Nicola Stranieri, impegnato a Milano (sabato 12) e Vercelli (domenica 13 aprile). Sabato 12 aprile alle ore 20,30 viene proposto lo spettacolo “Benvenuta Primavera”, iniziativa del Comune di Milano, Zona 5 - Settore Cultura, presso la Serra Lorenzini in via dei Missaglia 44/2, angolo via De André. Si esibirà il Michelangelo Decorato Jazz Quartet: Michelangelo Decorato - pianoforte, Massimo Minardi - chitarra, Stefano Solani - contrabbasso e il novarese Nicola Stranieri - batteria.

Domenica 13 aprile alle ore 16.30 si va invece a Vercelli per 'L'Arte si fa sentire' Primavera 2014 - Stagione concertistica della Società del Quartetto, presso il Museo Borgogna in via Antonio Borgogna 4/6. Ad esibirsi il “Gigiabbo” con il Claudio Bianzino Quartet: Claudio Bianzino - sassofoni, Davide Calvi - pianoforte, Stefano Profeta - contrabbasso e Nicola Stranieri - batteria. Biglietti: euro 10 / 6 (giovani). Ingresso su prenotazione al numero 0161 255575 - www.museoborgogna.it

Compositore, arrangiatore, ma soprattutto sassofonista, Claudio Bianzino, ha di recente dato alle stampe “Gigiabbo”, disco che raccoglie  otto composizioni originali, incisi insieme al suo quartetto composto dal pianista Davide Calvi, dal contrabbassista Stefano Profeta e dal batterista Nicola Stranieri, a cui si aggiunge Alberto Mandarini, noto flicornista e trombettista. Si tratta di un progetto discografico che mira a valorizzare la figura del sassofonista all’interno di una formazione jazz classica, terreno in cui ogni strumentista cresce, e che rappresenta una sfida sempre nuova, e dunque un punto di partenza. In questo senso va letta anche la scelta del titolo, “Gigiabbo”, una parola apparentemente senza senso, ma che pare sia stata la prima pronunciata da Bianzino da piccolo, all’epoca della sua lallazione. Si comprende così come questa parola sia il sinonimo di un nuovo inizio, un nuovo inizio che parte dalla passione di Bianzino per il jazz americano, e questo lo si nota a partire dalla title-track, che apre il disco e in cui spicca il superbo interplay tra piano e sax, ma anche nella successiva “Il Leone E La Gazzella” in cui complice Alberto Mandarini, scorgiamo influenze bop con il travolgente dialogo tra i fiati, o ancora in “Quasi Trentanove”, tutta giocata su tempi veloci. Vertici del disco sono la melodica ballad “Lo Specchio Degli Occhi” in cui si apprezza il sax di Bianzino in tutto il suo lirismo, e quel gioiellino che è la conclusiva “Gongolo” in cui ampio spazio è lasciato all’improvvisazione e al dialogo tra sax e tromba. Nell’economia generale del disco giocano un ruolo di grande importanza anche Calvi al piano e l’impeccabile sezione ritmica di Profeta al contrabbasso e Stranieri alla batteria, che supportano magnificamente le tessiture melodiche del sax di Bianzino. Sebbene dopo il primo ascolto verrebbe da etichettare questo disco come mainstream jazz, andando più a fondo nell’ascolto si scopre un lavoro maturo, solido, che brilla per perizia esecutiva e ricerca compositiva.