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Dylan Moro: il guerriero che balla sul mondo

Novara - Lavora per la moda e per diversi locali, è insegnante di Reggaeton e ha girato il mondo facendo tante esperienze, ma di Dylan Moro, novarese, di origine campane e del suo vissuto sappiamo molto poco. "Venni notato - racconta - da una persona e mi venne proposto di provare, ero ancora acerbo ma sapevo che se mi fossi impegnato avrei raggiunto degli obiettivi. Non è facile entrare e ho iniziato tardi, ero circondato da gente che lavorava il quel contesto già da giovanissimo ed io, di certo, non volevo rubare il lavoro a nessuno, ma ho cercato di farmi strada e prendere ciò che mi meritavo o, almeno, quel poco che credevo di meritare. Non è andata male, per essere uno degli ultimi arrivati ho lavorato in circa cinquanta discoteche, tra le quali l'Alcatraz e la Old Fashion".

Lo dice oggi, che ha 32 anni e 'questo lavoro' lo ha fatto e lo continua a fare, eccome! Ma lo dice anche svelando quanto sia di fatto una parte significativa della persona che è e che sta diventando. Perché se quello che occupa le sue giornate da qualche anno cambia, è perché sta cambiando anche lui. Si può dire che questa esperienza ti ha cambiato? "Sì, mi rendo conto di aver acquisito un’altra consapevolezza, un’altra visione e anche un’altra sicurezza. Sono entrato in maniera importante. All’inizio c’era molto timore e una grandissima incognita, dalla seconda volta in poi, avendo avuto così tanti commenti positivi e un seguito importante, ho iniziato ad essere più consapevole e sicuro e anche a osare di più. So che i messaggi che mando possono arrivare se li mando in modo coerente".

Questo momento della tua vita ti vede un po’ ragazzo immagine, modello e maestro di ballo. In quale di queste figure ti trovi più a tuo agio? “Ho iniziato a ballare sul palco, per caso, nel 2016. La prima serata come ragazzo immagine non fu facile, avevo oltre mille persone davanti e sotto il giudizio di tutti ,sebbene di questo, non ne ho mai avuto paura. Il trucco sta nel far credere che tu sei sicuro di te stesso e non essere, ovviamente, timido. L'esperienza insegna poi a non avere più paura di nulla. Tra ragazzo immagine/ballerino e insegnante di ballo credo di sentirmi più a mio agio come prima figura. Insegnante e ragazzo immagine sono due cose separate, ma nello stesso collegate: in uno utilizzi il tuo aspetto, la tua sicurezza, nell'altro devi sia saper insegnare, sia farti saper apprezzare, mettere a proprio agio i clienti e soprattutto non pretendere troppo dagli alunni poiché ognuno ha il proprio tempo di apprendimento. La scelta di avere il titolo da insegnante non era a scopo di lucro, ma una mia soddisfazione personale, ma principalmente non volevo essere uno dei tanti, la cui particolarità è solo il fatto estetico. Devi esser credibile".

Sei convinto che con il linguaggio della danza arrivi a tutti? "Anche a quelli che magari non lo conoscono, ma ne colgono la parte emotiva, così come quella estetica. Il riscontro con la gente è incredibile".

Come capisci che questo affetto ti ha reso diverso da quello che eri? "So di essere cambiato, sento di avere più sicurezza come artista, ma anche come persona. Dovermi misurare in situazioni che non sono abitualmente le mie; è stata una grande sfida personale oltre che una grande difficoltà. Ma, rivedendomi capisco che ogni volta faccio dei passi avanti. Oggi posso dire che riesco a interagire in modo diverso con le persone, anche in questo mi sento cambiato. Sono più naturale perché ho un’attitudine nuova".

Penso aiuti sempre a esplorare mondi non conosciuti... "Sì, è un lavoro particolare, conosci tante persone. Quello che si vede solitamente, per cui non appena iniziai, venivo guardato con occhi diversi dalle persone che mi circondavano, quasi intimorite, diffidenti credendo chissà quale ragazzo poco serio fossi, ma sai che l'apparenza inganna, sempre, bisogna sempre conoscere prima di giudicare. Sapevo che sarebbe stata un'arma a doppio taglio, ovvero,trovare una persona con la quale avere una relazione sarebbe stato difficile, nessuna o quasi avrebbe accettato un fidanzato che ha questa secondaria occupazione. Importante è riuscire veramente a essere noi stessi. C’è chi dice, infatti, che abbiamo sacrificato sull’altare dell’apparenza la spontaneità e la capacità di mostrarci come veramente siamo, non solo con gli sconosciuti, ma anche con le persone che ci stanno accanto ogni giorno. Io se potessi ritornare indietro, rifarei tutto quello che ho fatto".

Com'è la tua donna ideale? "Deve essere molto semplice, acqua e sapone, poco truccata e soprattutto non fissata coi social. Una donna attraente è soprattutto intelligente, brillante, che tiene testa nei discorsi e ti racconta aneddoti su quella scoperta scientifica che nemmeno conoscevi".

Dylan Moro, combattivo per ciò in cui crede. Un vero treno di entusiasmo e indipendenza, insomma, che riesce a sostenere i progetti e gli obiettivi che gli stanno a cuore.

Francesca Riga