Novara - Domenica 13 ottobre alle ore 18.30 presso il Centro di Culture Contemporanee in via Oxilia 4 a Novara nel corso di un aperitivo poetico-musicale verrà presentato il libro "E tu di versi scrivimi" di Daniela Mattiazzi edito da Segni e Parole. L’evento vedrà la partecipazione di Gianni Lucini (chiacchiere), Raffaella Chillè (letture), Triesis (chitarre), Il Cerchio Magico (danze)
Una mano delicata che traccia versi? Uno stile formale fatto di immagini che vanno rapide a cogliere (e a raccogliere) ciò che davvero ha importanza, senza fronzoli e ricami? Una mano di giovane donna che percepisce la scrittura come atto vitale? Tutto questo, ma non solo. Perché Daniela Mattiazzi ha dalla sua la capacità di percorrere la vita con semplicità, ma con sguardo ampio, imboccando più di un sentiero per volta (dalla prefazione di Laura Travaini)
Daniela Mattiazzi, nasce ad Asti nel 1957. Nel 2014 Aljon Editrice pubblica “Corde tese”, la sua prima silloge di poesie. Altre composizioni si possono trovare in pubblicazioni di enti e associazioni culturali. Sono molti i riconoscimenti ricevuti in vari concorsi di poesia.
"Conosco Daniela Mattiazzi da molti anni - scrive Gianni Lucini - e ho avuto più di un’occasione di apprezzare le sue poesie, il suo approccio con la poetica in generale, il suo modo essenziale, mai ridondante, di utilizzare le parole. So anche che è un tipo schivo, che non ama parlare in pubblico e preferisce farsi sostituire dell’espressività dei versi scritti sulla carta. Non legge nemmeno le sue poesie in pubblico e questo fatto in un tempo così fastidiosamente rumoroso come quello che stiamo vivendo fa di lei una persona speciale. Scrive, scrive tantissimo. Quando le ho proposto per la prima volta di pubblicare una raccolta dei suoi versi ha risposto con entusiasmo e mi ha… sommerso di poesie. Forse la scelta è stato il lavoro più difficile e impegnativo prima della realizzazione di questo libro. Una raccolta di poesie vive di un equilibrio delicato che nasce prima di tutto dalla capacità dell’autrice di sviluppare una sorta di “percorso” anche nella scelta e nella collocazione dei suoi lavori. Ci dev’essere un filo armonico nell’articolazione dei componimenti. Un libro di poesie non è un romanzo, non ha un vero e proprio inizio né una fine. Si muove in circolo e ciascun componimento si tiene all’insieme attraverso onde emotive. I lettori poi determinano altri percorsi, personali e unici. Per questa ragione pur non rinunciando a esprimerle la mia opinione ho rifiutato il ruolo del “killer di poesie”. Non ho operato io la scelta di quelle destinate alla pubblicazione, anche se le ho posto dei limiti: «Non più di cento e se sono meno, meglio…». La sua risposta è stata disarmante perché mi ha spiegato che ciascuna di quelle poesie era un pezzo di vita, una somma d’emozioni un elemento vivo e vitale. Pur sentendomi un po’ un carnefice ho tenuto duro sulla decisione e alla fine Daniela ha fatto le sue scelte. Il libro che presentiamo domenica è il risultato di questo lavoro".