Novara - «La sua sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia». L’amplesso amoroso corona la lettura del Cantico dei Cantici nel primo incontro che domenica 9 marzo, nel Battistero del Duomo di Novara, ha dato inizio a un percorso di sette appuntamenti con l’attrice Lucilla Giagnoni e il biblista don Silvio Barbaglia, dedicati all’interpretazione di questo canto d’amore contenuto nell’Antico Testamento. «Ma cosa ci fa un libro di argomento così apparentemente profano tra i libri sacri che compongono la Bibbia? – chiede don Barbaglia – E chi sono i due amanti, protagonisti del poema?». «Cantico dei Cantici che è di Salomone», inizia il testo – nella consueta traduzione italiana – mettendo al centro dell’attenzione il grande re, figlio di Davide, noto ovunque nel mondo per la sua sapienza, che ha reso prospera Gerusalemme e vi ha edificato il Tempio del Signore. Ma «il re Salomone amò molte donne straniere…, le sue donne gli fecero deviare il cuore per seguire altri dei» – avverte il primo libro dei Re mostrando la figura di un uomo sviato da ambigue figure femminili, che la Scrittura bolla con le parole severe del Siracide: «preferirei abitare con un leone o con un drago piuttosto che abitare con una donna malvagia». Ad essa è contrapposta – nella cultura patriarcale di Israele – la donna buona, che rende prospera e felice la casa del marito: «ricco o povero, il suo cuore è contento, in ogni circostanza il suo volto è gioioso». Figure femminili, che il libro dei Proverbi prende a prestito come metafore della Sapienza, che Dio desidera donare al re suo figlio, e della Stoltezza, che con le sue seduzioni insidia gli inesperti. «Concedimi saggezza e scienza, perché io possa guidare questo popolo», chiede a Dio in sogno Salomone, appena asceso al trono, nel racconto del libro delle Cronache, cedendo al fascino discreto di donna Sapienza. Che lo seduce come la misteriosa donna del Cantico dei Cantici, in un continuo e mutuo ricercarsi, che vedrà il suo prossimo episodio domenica 16 marzo, alle 21, con Giagnoni e Barbaglia nel Battistero del Duomo di Novara.