Novara - Giampiero Mughini, il giornalista che è anche bibliofilo e collezionista di libri rari, autore di Memorie di un rinnegato edito da Bompiani, inaugura il nuovo anno dei “Giovedì letterari” alla Biblioteca Civica Negroni questo giovedì 9 gennaio alle ore 18 a colloquio con Roberto Cicala, presidente del Centro Novarese di Studi Letterari, l’associazione che dal 2000 propone la rassegna libraria cittadina, questo mese dedicata alle “Pagine di memoria” con la conclusione il 30 gennaio con la presentazione di L’allenatore ad Auschwitz. Árpád Weisz: dai campi di calcio italiani al lager di Giovanni Cerutti a colloquio con Darwin Pastorin. Tra gli altri appuntamenti di gennaio: il 16 “Sconfinamenti tra storia e letteratura” con Anna Maria Cardano a partire da L’interprete di Annette Hess (Neri Pozza) e il 23, alle ore 16, Libroforum a cura di Maria Adele Garavaglia su Codice Sirio di Ferruccio Maruffi (Piemme).
A chi l’ha definito un “rinnegato”, Giampiero Mughini (noto ospite e polemista televisivo con una lunga carriera di giornalista e scrittore) ha risposto con una vita ad altissimo tasso d’indipendenza e lontana da qualsivoglia rigidità ideologica: lui che ha vissuto per intero la stagione dell’impegno intellettuale e militante a sinistra ma che non ha mai avuto altra tessera se non quella del trasporto pubblico romano; lui che ha tratto il pane dal lavorare nei giornali ma che in tutti i giornali in cui ha lavorato non si è nemmeno tolto l’impermeabile, «come uno che entra in una casa da cui sa che andrà via subito»; lui che ha fatto la tv popolare però mai in trent’anni si è arruffianato il gusto popolare nella sua accezione televisivamente più piaciona («sarebbe stato un barare con me stesso, me ne sarei vergognato», ha dichiarato); e guai a chiamarlo opinionista, lui che in tv si reputa solo un ospite, che chiacchiera con altri ospiti sull’uno o sull’altro tema della catastrofe del nostro tempo. Senza rispettare la cronologia, com’è diritto di chi scrive e rammemora, Mughini in Memorie di un rinnegato ci regala i ricordi di una vita e insieme una narrazione unica dell’ultimo mezzo secolo del nostro Paese.
Una sua frase nel libro: «Tutto quello che mi è accaduto quarant’anni fa è dentro di me infinitamente più vivo e presente che non quello che mi è accaduto l’altro ieri».
Mughini è ospite alla Biblioteca Civica Negroni anche in qualità di raffinato bibliofilo e collezionista di opere rare, tanto da aver dedicato al tema il volume Che profumo quei libri proprio in onore dei libri, «quelli di carta»: «Libri come cavalieri, che vanno alla carica, disperata e inane, contro il fuoco battente dell'artiglieria digitale. Fragili creature da pochi centimetri di altezza e pochi centimetri di larghezza, ma che non per questo hanno un'aria meno imponente nel loro osare contro un nemico ben equipaggiato». Giampiero Mughini ha scelto alcuni dei libri a lui più cari fra quelli della sua collezione dedicata al Novecento italiano, non necessariamente i più famosi e riconosciuti, anzi spesso i più obliqui, azzardati e trascurati dal grande pubblico. Quei libri, che Mughini mette in vetrina come una mostra o racconta come in una telecronaca sportiva, sono descritti minuziosamente nella veste e nelle caratteristiche che ebbero quando apparvero in prima edizione, perché quello è il momento in cui un libro arrischia la sua avventura nel mondo. Tutti insieme compongono una biblioteca ''ideale'' non nel senso oggettivo del termine, bensì arbitraria e soggettiva e talvolta spudorata, modellata dai capricci della memoria e a volte dalle sue malizie.