Novara - Luci e ombre. In un gioco profondo di grande impatto che segue un percorso di scoperta, stupore, meraviglia. Venti opere, esposte in una sala dell’Arengo del Broletto totalmente allestita “ad arte” che si dividono tra pale d’altare e tele di medie dimensioni e che accompagnano il visitatore in un viaggio nella storia. E nell’arte. Dal 31 maggio al 20 luglio 2014, infatti, Novara diventa sede della preziosa mostra dedicata al maestro Michelangelo Merisi detto il Caravaggio e alla sua scuola, intitolata “Capolavori Caravaggeschi a Novara - Pittura di realtà a Novara e nel suo territorio”; evento promosso ed organizzato dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico del Piemonte, dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Novara e dall’ATL della Provincia di Novara, in collaborazione e con il sostegno delComune di Novara Assessorato alla Cultura, con il progetto Città e Cattedrali e la Regione Piemonte e con il patrocinio della Provincia di Novara.
L’esposizione è frutto di un intenso lavoro di studio, ricerche e restauri che hanno permesso di riscoprire autentici capolavori, selezionati dai curatori Anna Maria Bava e Francesco Gonzales, ed è dedicata alla figura di Sir Denis Mahon.
«Sir Mahon, celebre collezionista e storico dell’arte scomparso nel 2011 – ha spiegato Francesco Gonzales - contribuì a rendere grande nel mondo la pittura barocca italiana (con un interesse particolare alla figura del Guercino) e con Novara, il suo territorio e le sue opere ebbe un rapporto speciale, rafforzato nel 2006 con l’occasione del ritrovamento del dipinto di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, raffigurante San Francesco che riceve le stimmate, riconosciuto come il quadro registrato nel Libro dei conti del pittore emiliano, realizzato nel 1633 per la chiesa di San Giovanni in Persiceto nel bolognese e scomparso nel corso del secolo XIX. Il dipinto, insieme ad altre due versioni di identico soggetto, fu protagonista di una mostra allestita a Novara, nel Palazzo dei Vescovi nel 2006, corredata da un catalogo con presentazione di Sir Mahon e poi portata a Londra su desiderio di Mahon, quello stesso autunno».
Nel percorso di visita si ammirano alcuni capolavori provenienti dal territorio della Diocesi di Novara e dalle Collezioni Civiche. Ospite d’onore è, senza dubbio, l’“Ecce Homo” del Caravaggio, telaproveniente dai Musei di Strada Nuova – Palazzo Bianco di Genova, commissionata dal nobile romano Massimo Massimi e, solo negli anni Cinquanta, riconosciuta dal critico Roberto Longhi come opera del maestro. Il soggetto è tratto dal Vangelo di Giovanni 19, 5: Ponzio Pilato mostra Cristo al popolo con le parole, “Ecce Homo!” ("Ecco l'uomo" – l’uomo che volete crocifiggere).
Un’occasione unica, insomma, per ammirare la tela del maestro da vicino e, insieme, riscoprire un ricco patrimonio. La mostra è divisa in sezioni: il territorio, il collezionismo privato, gli emigranti. Nella prima sezione si trovano opere provenienti dal territorio della Diocesi di Novara, tra cui “L’Annunciazione” di Simone Peterzano, riconosciuto come il maestro del Caravaggio, ospitata nella Chiesa di Santa Caterina a Galliate (NO) e il “Sacrificio di Isacco” attribuita al Vermiglio, contenuta nella chiesa parrocchiale di Baveno (NO).
Nella sezione dedicata alle raccolte civiche si trovano alcuni dipinti dei Musei Civici restaurati di recente, e nell’ultima sezione opere di pertinenza di parrocchie del territorio ma provenienti da Roma, come dono degli emigranti: una su tutte il “San Carlo in preghiera” di Giovanni Baglione, conservato nella chiesa parrocchiale di Pogno. In mostra anche opere di Valentin de Boulogne, Nicolas Tournier, Domenico Fiasella e altri emuli di Caravaggio. In occasione della mostra, tornano temporaneamente in città anche opere di proprietà della Famiglia Faraggiana e altre disperse a seguito delle soppressioni napoleoniche come l’“Adorazione dei Pastori” di Vermiglio proveniente dalla Pinacoteca di Brera, e due tele di Tanzio da Varallo, oggi esposte presso la Pinacoteca Sabauda di Torino. Fiore all’occhiello dell’iniziativa è proprio una sezione con un nutrito gruppo di opere di Antonio d’Enrico detto Tanzio da Varallo, il più rappresentativo tra i pittori che presentano accenti caravaggeschi, da lui appresi grazie alla permanenza a Roma durata sedici anni. Il forte legame è testimoniato dalla pala con il “San Carlo comunica gli appestati”, datata 1616, realizzata dopo il ritorno in territorio novarese. Gli echi appresi da Gaudenzio Ferrari si mescolano ad un’anima più realistica e rendono le figure ancora più naturali, con una corposità che sembra quasi prendere vita. Il ricco apparato iconografico aiuta il visitatore a ripercorrere gli anni cruciali del fermento artistico tra Roma e il nord Italia: la preziosa tela dell’”Ecce Homo”, datata intorno al 1605, rende tangibile il filo rosso che lega Cavaraggio ai suoi emuli.
Il visitatore ha quindi, seguendo anche una funzionale prospettiva visiva, la possibilità di confrontarsi direttamente con le diverse anime del caravaggismo in un dialogo aperto, instaurato con un’opera emblematica della produzione del maestro.
L’ingresso alla mostra è gratuito.
Arengo del Broletto – via Fratelli Rosselli 20, 281 00 Novara. Orari: da martedì a venerdì dalle 9 alle 19. Sabato e domenica dalle 10 alle 19. Chiuso il lunedì.
Per Informazioni: ATL Novara – Baluardo Sella 40 a Novara. Tel. 0321 394059. Mail info@turismonovara.it - www.turismonovara.it