Novara - Il 16 ottobre 2014 si è celebrata la 5^ Giornata Nazionale della Mediazione Familiare promossa in Italia dall'A.I.Me.F (Associazione Italiana Mediatori Familiari) ma è in tutto il mese di ottobre che l’A.I.Me.F sostiene, sul territorio nazionale, la realizzazione di incontri di sensibilizzazione al tema della Mediazione, rinnovando i tre grandi focus: Scuola, Cultura e Prevenzione. In quest’ottica, le mediatrici del Centro Mediana, su invito del Comune di Novara (Assessorato all’Istruzione e Pari Opportunità e Assessorato alle Politiche Sociali) e del Centro per le Famiglie del Comune, propongono l’incontro “La mediazione come cultura positiva del conflitto”; momento ideato per trasmettere i valori della Mediazione e spiegare l’intervento di quest’ultima a favore delle coppie che attraversano un momento di crisi o che hanno deciso di separarsi. L’intervento è indirizzato non solo a famiglie, ma anche a educatori ed insegnanti poiché le tecniche mediative possono, anzi dovrebbero, essere utilizzate, anche in altri contesti.
L’incontro si terrà martedì 28 ottobre dalle 17.30 alle 19.30 nei locali del Centro Famiglie del Comune di Novara in via della Riotta 19/d. Interverranno Rosa Maria Nicotera e Chiara Settembri, Mediatrici Familiari A.I.Me.F del Centro Mediana. L’ingresso è libero e gratuito.
«Ad ottobre A.I.Me.F aderisce anche al “Conflict Resolution day”, Giornata Internazionale sulla Risoluzione Alternativa dei Conflitti – spiegano le professioniste del Centro Mediana di Novara – che propone soluzioni alternative da applicare non solo in ambito familiare ma anche scolastico o lavorativo. La Mediazione, infatti, fa parte di quelle metodologie che intendono risolvere le controversie, secondo logiche che non prevedono un vincitore e un vinto».
Il Mese dedicato alla Mediazione e alla Risoluzione Alternativa dei Conflitti nasce per diffondere una cultura che, se fosse praticata, eviterebbe la maggior parte degli episodi di violenza verbale e fisica che ci troviamo ad ascoltare nei fatti di cronaca. «Una cultura che si basa sul rispetto – continuano– una cultura di cui c’è necessità perché chi è diverso non venga considerato inferiore e chi ha un punto di vista differente, sia accettato. Di questo si ha bisogno. Oggi si va verso una società in cui ciò che è altro da te viene “deumanificato” e la famiglia e la scuola sono davvero i primi luoghi in cui insegnare un’altra prospettiva, quella del rispetto delle differenze».
Siamo portati a prevalere l’uno sull’altro, a scegliere il meccanismo della sopraffazione verbale e talvolta persino fisica, ad esercitare il potere e non il confronto.
«Il conflitto - commentano le mediatrici– spesso non è inteso come incontro con l’altro ma come scontro in cui entrambe le parti risultano vittime. Le “battaglie legali”, non sempre sono il modo migliore per permettere alle parti, specialmente se genitori degli stessi figli, di ottenere risultati convenienti ed efficaci all’obiettivo comune di mantenere saldo il legame genitoriale».
Da qualche tempo le cause civili possono essere risolte attraverso la Mediazione Civile ma quel che serve è ancora altro: «La prassi mediativa è importante – concludono le mediatrici –ma è la cultura mediativa che deve essere diffusa per superare la logica dello scontro senza esclusione di colpi a vantaggio di un confronto aperto all’accettazione e al riconoscimento di opinioni e bisogni diversi, che possono comunque trovare spazi di negoziazione».