Novara - Dopo il grande successo del primo appuntamento, prosegue l’inedito Ciclo concertistico promosso dall’ISSM “G. Cantelli” dedicato al repertorio novecentesco. Si tratta di sei appuntamenti interamente dedicati al pianoforte e totalmente incentrati su composizioni del novecento, con protagonisti i migliori allievi del “Cantelli”. E’ un vero e proprio “passeggio” quello che compie lo strumento nel corso del così detto “secolo breve”, fra tradizione e innovazione. Nel secondo appuntamento di sabato 28 febbraio, ore 17, ingresso libero, protagonisti saranno i pianisti Sofia Lombardi, Andrea Pompili e Enzo Sartori. Si comincia con la musica del grande Nino Rota, la cui produzione è oggi ancora legata nell’immaginario collettivo al cinema. Ma Rota scrisse anche moltissima musica slegata dalla pellicola. Del compositore milanese nato nel 1911 (quatto anni fa le celebrazioni in tutto il mondo per ricordarlo nel centenario della nascita) verranno eseguiti “Quattro preludi”, che come per gran parte della sua produzione, affondano le radici nella musica dei secoli precedenti. Seguirà poi una incursione nella Spagna di Isaac Albéniz (1860-1909). Del compositore spagnolo (fra i massimi artefici dell’emancipazione della scuola musicale spagnola dagli influssi esteri) potremo ascoltare la composizione “La Vega”. Questa doveva in origine far parte di una suite intitolata “la Alhambra”, basata su una raccolta di poesie composte dall’amico e patrono inglese di Albéniz Francis Burdett Money-Coutts. Sarà poi la volta di due compositori contemporanei, che al pianoforte hanno dedicato in questi anni diverse attenzioni: Paolo Rimoldi e Danilo Lorenzini. Entrambi docenti di Composizione presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Di Rimoldi potremo ascoltare “Chansons pour le Repas de l’Ogre”, mentre di Lorenzini “Tre Studi” e “Fizzy-Pizzy New Sweet Rag”. Il concerto di sabato 28 si chiude all’insegna della musica francese (che tanto influenzerà, fra gli altri, proprio Albéniz), con “Images I”, capolavoro di Claude Debussy, che fa parte a sua volta di un mini ciclo di quattro composizioni (Images Inédites, Image I, Image II, Image per orchestra), dove la musica si fa pura evocazione.