Novara - Alessandro Barbaglia è uomo “di parola”, in tutti i sensi. Eppure, il suo nuovo progetto letterario che esce ad oltre un anno dall’esordio della raccolta “Testicoli. Sempre meglio che due palle” (Edizioni Effedì), sembra dare i numeri, fin da subito. La nuova opera del giornalista e scrittore novarese, intitolata“L’8. Poesie molto impegnate. A fare altro” (Edizioni Effedì) è il risultato di un percorso personale e stilistico che ha fatto slalom tra i racconti brevi in “Di neve di pioggia e di altri rovesci” e il racconto lungo con “L’ultima solitudine” fino ad arrivare a testi rapidi, intensi, comici e insieme intimi (anche se questo potrebbe sembrare un paradosso); i suoi ormai celebri “Testicoli”.
Ora, la penna di Barbaglia, che sa essere affilata e dissacrante e, al contempo, romantica e sentimentale ma mai sentimentalista, si apre ad un nuovo universo verbale ed estetico in cui i lettori potranno entrare, indossare i guantoni e perché no, da lettori divenire “lottatori”. Al fianco dell’autore.
“L’8. Poesie molto impegnate. A fare altro”è una raccolta di testi, (più o meno) brevi e (più o meno) poetici che raccontano, neanche a dirlo di “lotte”. Spesso impegnate, spesso meno. Talvolta anche impegnate, ma a fare altro. Nei nuovi testi di Barbaglia ci sono le 8 in punto, sempre puntuali e chissà per quale motivo, ci sono i vizi e i diletti (e forse anche i difetti) e poi ci sono Dio, il caffè, il calcio, il sole e la pioggia. Ci sono il concetto di misura e tante altre cose che sono belle solo quando sono smisurate. E poi ci sono i baci e c’è tantissimo amore; quel sentimento per cui vale sempre la pena di lottare. Ci sono le corse che sono ancora più importanti quando si può raccontare a qualcuno cosa è accaduto, alla fine di quella fatica e poi ci sono il sogno e il bisogno. Di un faro da guardare o di binari da seguire. Gli spigoli del mondo fuoriescono dalle parole e dai concetti, dalle forme e dai colori tratteggiati e regalano un modo di raccontare mai consueto, sempre “in attacco”, sempre in lotta, appunto.
«Da bambino – spiega Barbaglia - prendevo il pullman per tornare da scuola e mi ero fatto uno schema mentale piuttosto chiaro. L’1 era il mio e di tutti gli altri numeri conoscevo la destinazione.Di tutti, tranne che del L’8. Ci salivano in tanti, su L’8. Io no, non ne avevo il coraggio. Una volta, uscito da scuola, ho fermato uno di quei bimbi e gli ho chiesto dove andasse quel bus. “A casa” mi ha risposto ed è andato via. Oggi che il coraggio di salire sul L’8, forse, lo avrei pure, lui non c’è più. E dove andasse per me resta un mistero. Un po’ come la poesia o l’amore. L’amore è come L’8, qualcosa che ti trasporta senza saper dove stai andando o su cui non sali, perché non hai idea di dove ti porterà. E’ come L’8 il gioco in cui non sempre esce il tuo numero; è come L’8 il ring su cui per stare in piedi, a volte, devi gettare la spugna. Per cancellare tutto».
In copertina una scena storica: l’incontro di boxe tra Muhammad Ali e il campione del mondo George Foreman, tratta dalla pellicola “Quando eravamo re” di Leon Gast; ritratto di uno dei più grandi atleti del secolo. In apertura e, poi, in chiusura due testi scritti in bianco, su sfondo nero. Il tutto, insomma, sembra ribaltarsi lasciando un finale aperto perché l’autore stesso non sa dove può portare la lotta. Quel che, invece, sa con certezza è che non si dovrebbe mai smettere di farla.
“L’8. Poesie molto impegnate. A fare altro” sarà presentato per la prima volta domenica 8 febbraio alle 21 nei locali dello Spazio Sciapo’ in corso Cavallotti, 18 a Novara. A far da “ring” musicale alla serata e da accompagnamento all’autore una formazione rodata di “lottatori”, composta da Ignazio Manzari, Alberto Piccolini e Lorenzo Fortunelli, con la new entry di Simone Crimella, al pianoforte. L’ arbitro? Tutti i presenti; chissà che qualcuno, poi, finisca al tappeto. L’ingresso è libero e gratuito.