Biandrate - “La sensibilizzazione verso l'archeologia e la conoscenza della storia del proprio territorio devono essere condotte a partire dai ragazzi. Coinvolgere loro, anche attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie, è fondamentale. Ringrazio tutto il gruppo di lavoro di ArcheoBiandrate, dagli archeologi sul campo, al Comune, fino alle funzionarie del mio Ente, per l'opera di divulgazione che avete avviato. La Soprintendenza è ai disposizione per collaborare sul fronte della ricerca e del reperimento di finanziamenti per sostenere altri progetti analoghi sul proprio territorio di competenza”. Queste le parole di Alessandra Quarto, a capo della Soprintendenza Belle arti e paesaggio delle province di Novara, Biella, Vercelli e Vco, che nella mattinata di mercoledì 6 novembre ha svolto una visita istituzionale a Biandrate, che ha toccato anche lo scavo archeologico.
La dirigente si è detta “positivamente colpita” dai numeri del progetto che, al momento, parlano di oltre 400 persone di tutte le età, che hanno già visitato lo scavo archeologico negli open day promossi fra marzo e luglio. Oltre a circa 250 studenti delle scuole primarie, che hanno partecipato ai laboratori didattici per l'avvicinamento all'archeologia.
Già direttore dell'Ufficio mostre della Pinacoteca di Brera e direttore dei lavori per il nuovo allestimento del Museo nazionale Capodimonte, Quarto si è insediata al vertice della Soprintendenza interprovinciale alla fine dello scorso agosto, succedendo a Manuela Salvitti.
“Il ritrovamento della fibula romana con fattezze di pantera, che ha avuto eco mediatica anche oltre i confini provinciali e che si affianca ad altri reperti del Neolitico, è certamente una grande fortuna – hanno commentato il sindaco Luciano Pigat e il coordinatore del gruppo di lavoro Gabrio Mambrini – Ma la fortuna va spesso cercata e in questo caso è certamente frutto dell'impegno e della preparazione degli archeologi che stanno operando sullo scavo, guidati da Valentina Cabiale”.
La visita della Soprintendente Quarto si è conclusa proprio con un sopralluogo sul cantiere archeologico, dove sono attualmente in corso rilievi più approfonditi, anche con l'utilizzo di un drone, sull'area da cui sono emerse le tracce più antiche.
Intanto è partita anche una nuova fase d'indagine sui reperti: “Le asce del Neolitico sono state affidate all'Università di Ferrara per uno studio di approfondimento – spiegano Francesca Garanzini e Lucia Mordeglia, funzionarie della Soprintendenza e responsabili scientifiche del progetto – Inoltre altre analisi saranno condotte sui pollini reperiti in prossimità delle aree sia con ritrovamenti romani sia neolitici: questa metodologia permette, infatti, di stabilire delle datazioni molto precise”.