Novara - «Un mondo che certamente merita di essere documentato e studiato» è, come ha detto Sebastiano Vassalli, quello raccontato da Dante Graziosi, al centro di una mostra virtuale in anteprima giovedì 29 aprile alle ore 18 per i Giovedì letterari in occasione della consefgna dell’archivio delle carte del veterinario, parrtigiano, politico e scrittore consegnate alla Biblioteca civia negroni dal Centro Novarese di Studi Letterari. A cura di Francesca Galli e Roberto Cicala, l’ordinamento dell’archivio è stato sostenuto dalla famiglia Graziosi, dal Comune di Novara, dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione Comunità Novarese Onlus con racccolta fondi da parte di novaresi sensibili alla memoria culturale. L’evento è disponibile come sempre sulle pagine Facebook Centro Novarese di Studi Letterari e Biblioteca Civica Negroni e visibile in differita anche sul sito Novara.letteratura.it.
In occasione dell’inaugurazione del fondo archivistico, con l’apertura a consultaizoni su appuntamento, anche per ricerche scolastiche e universitarie, è lanciata una nuoiva edizione del premio letterario “Novara Terra degli aironi” intitolato a auna dlele opere più celebri di Graziosi. Il premio è aperto ad autori pubblicati e non, con un premio alla carriera e una sezione dedicata ai giovani, con un concorso multimediale per scuole elementari medie e superiori e una sezione per progetti e tesi di laurea universitarie, per un patrimonio culturale sempre più condiviso a livello sociale. L’archivio, digitalizzato, sarà a breve consultabile anche sul portale regionale Mèmora.
Partigiano, docente universitario, politico, veterinario e scrittore, Dante Graziosi è una figura fondamentale nella storia novarese, autore di Una Topolino amaranto e di altri libri sulle tradizioni della campagna agricola, che nei suoi ultimi anni si è dedicato alla scrittura per salvaguardare la memoria della Terra degli aironi, per non perdere la testimonianza della civiltà contadina della pianura padana, nella terra di frontiera tra Piemonte e Lombardia. Dalla necessità di preservare e valorizzare questo mondo attraverso la vita e le opere dell’autore nasce l’idea dell’Archivio Dante Graziosi che, dopo una prima fase di organizzazione di carte e documenti, è stato collocato al primo piano del palazzo Vochieri di Novara, presso la Biblioteca Civica Carlo Negroni.
L’ordinamento finale, con digitalizzazione, è stato curato da Francesca Galli che nel video-mostra virtuale ripercorre i materiali più importanti della carriera di Graziosi: dattiloscritti e bozze autografe, appunti, diari, fotografie e dipinti, documenti accademici, personali e politici, corrispondenza, rassegna stampa, recensioni e bibliografia critica, prime edizioni e inediti, opere a stampa letterarie, scientifiche e politiche, ordinati, schedati e digitalizzati per mantenere viva la testimonianza della cultura e della civiltà contadina novarese. Intervengono, tra gli altri, Roberto Cicala, presidente del Centro Novarese di Studi Letterari e responsabile del progetto; Gabriella Serratrice, direttore del settore Promozione dei beni librari della Regione Piemonte; Paolo Testori, responsabile della Biblioteca Negroni di Novara, Diego e Valentina Graziosi, figlio e nipote dello scrittore.
Dante Graziosi è nato a Granozzo, un borgo sull’acqua delle risaie alle porte di Novara, nel 1915. Alla pratica letteraria è giunto nella maturità. Medico veterinario, docente universitario di Igiene e zootecnia all’università di Torino, parlamentare, fondatore dell’organizzazione novarese dei coltivatori, ha pubblicato molti saggi scientifici di zootecnia prima di dedicarsi alla narrativa. Avendo conosciuto il Palazzo, ha scelto i valori genuini e semplici delle proprie radici e li ha voluti raccontare. L’esordio letterario è avvenuto nel 1972 con La terra degli aironi, una serie di racconti in cui (come nel successivo Storie di brava gente) sul filo dei ricordi lo scrittore fa rivivere tradizioni, ambiente e personaggi di una civiltà contadina tra Sesia e Ticino ormai al tramonto. È però all’attività di medico degli animali che ha dedicato nel 1980 il suo più celebre libro, Una Topolino amaranto, lettura molto adatta anche per le scuole, da cui è stato tratto uno sceneggiato Rai. Nel 1987 ha pubblicato Nando dell’Andromeda, romantica saga padana che ha per protagonista un camminante, uomo libero e poeta, al tempo delle mondine, della vita sull’aia, delle prime lotte politiche nelle campagne. L’autore, scomparso improvvisamente nell’estate del 1992, predilige intingere il pennino nell’inchiostro della memoria, nella fedeltà alle radici che contraddistingue la sua vena letteraria. È stato tra i promotori del Centro Novarese di Studi Letterari, che nel decennale della morte ha avviato il premio letterario in suo onore.