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MARCO MALVALDI E CRISTIAN CARRARA A DIALOGO CON ALESSANDRO BARBAGLIA

Novara - In occasione della prima esecuzione assoluta dell'opera La Benedizione di  Cristian Carrara, che segna il debutto nell'opera lirica di MARCO MALVALDI in qualità di librettista, l'autore e il compositore incontrano il pubblico in un appuntamento a ingresso libero e gratuitovenerdì 25 ottobre alle 18 al Teatro Coccia di Novara. L'opera, commissionata e prodotta da Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara, anticipa in una serata unica Gianni Schicchi di Giacomo Puccini.

La trama di La Benedizione "Il vecchio Buoso Donati è in fin di vita da mesi e i parenti non ne possono più: decidono di eliminarlo, ma una fazione vorrebbe avvelenarlo mentre l'altra andrebbe sul classico, con un bel sicario, una coltellata e via. Ma fare entrare un estraneo in casa non sarà facile: Buoso è diffidente e non fa avvicinare nessuno. Però anche i parenti non si fidano l'uno dell'altro e ognuno vuole fare di testa sua. Così, mentre gli uni preparano una zuppa avvelenata, altri trovano un sicario alla taverna e lo travestono da frate confessore per non destare sospetti. Quale delle due fazioni vincerà? Buoso verrà veramente ucciso dai suoi familiari? E perché decide di lasciare i suoi beni al Convento di Santa Reparata? La Benedizione" svela, in maniera leggera e grottesca, tutto quello che è avvenuto a Buoso Donati prima che la sua morte inneschi la vicenda di "Gianni Schicchi". Dalla penna di Marco Malvaldi, con la musica di Cristian Carrara, nasce un'opera buffa, ma non troppo, dai contorni gotici con timide tinte di giallo". 
Racconta Malvaldi "Ho sempre avuto passione per l'opera: passione e rispetto. Passione, tanto da studiare canto lirico al Conservatorio nella speranza (dovrei dire: nella convinzione) di fare il cantante. Rispetto, quando mi sono reso conto che per fare il cantante di professione occorreva una caratteristica nota come "talento" e io ne ero sprovvisto. Ma l'amore per l'opera è rimasto, e col tempo ho capito perché: mi piace, dell'opera, la sospensione del tempo e dell'incredulità, il fatto che sia uno dei pochi, pochissimi momenti che richiedono la tua attenzione e soprattutto il tuo silenzio. Ma il rimpianto mi è sempre un po' restato. Per cui, quando Cristian mi ha proposto di scrivere un'opera insieme, ho accettato prima ancora di pensarci. Entrare in questo mondo, sia pur dalla porta di servizio: non come cantante o direttore, non come orchestrale, non come compositore ma come librettista. Il ruolo meno importante, parliamoci chiaro: da libretti improponibili (penso al Barbiere di Siviglia) sono nate opere leggendarie. Per questo non parlo del libretto, e tanto meno della musica: l'opera si ascolta. Parlare di musica, diceva Frank Zappa, è come ballare di architettura. Per cui, ci vediamo alla prima. Non vedo l'ora".
Gli autori a dialogo sul palcoscenico del Teatro Coccia con Alessandro Barbaglia. Appuntamento in collaborazione con Fondazione Circolo dei lettori e Libreria La Talpa.