Novara - Il filosofo Maurizio Ferraris sarà l’intellettuale di spicco ospite della rassegna “Mettiamo in Ordine le idee” che organizza l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Novara: appuntamento venerdì 31 gennaio nell’auditorium del Conservatorio. L’evento culturale che si svolge in quattro serate (la prima, con Edoardo Boncinelli, ha avuto un grande successo di pubblico e di risonanza) ha come tema conduttore la parola “Vita”, che viene declinata a seconda della professionalità dell’intervenuto. «Con questa iniziativa di grande livello culturale – spiega il presidente dell’Ordine, il dott. Federico D’Andrea – vogliamo recuperare il rapporto con i cittadini, offrendo l’opportunità di riflettere sui grandi temi della sfera individuale e che da sempre coinvolgono l’essere umano. Con la rassegna intendiamo così proporci come punto di riferimento per i cittadini, offrendo una nuova immagine dell’Ordine e, più in generale, dei medici: vogliano tornare al concetto del medico di una volta, più umanizzato, più vicino ai suoi pazienti».
Maurizio Ferraris: dal 1995 è professore ordinario di filosofia teoretica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Torino. Presso l'Ateneo torinese dirige il CTAO (Centro interuniversitario di Ontologia Teorica e Applicata) e il Labont (Laboratorio di Ontologia). Ha studiato a Torino, Parigi, Heidelberg e insegnato nelle maggiori università europee. Dirige la Rivista di Estetica ed è nel comitato direttivo di Critique e di aut aut. Dal 1989 al 2010 ha collaborato al supplemento culturale de Il Sole 24 ORE; dal 2010 scrive per le pagine culturali de la Repubblica. Le sue aree di competenza sono l’ermeneutica, l’estetica e l’ontologia. (fonte: Wikipedia). Ha l’onore di una “voce” sull’enciclopedia Treccani. La sua filosofia ha avuto uno sviluppo che l’ha portato negli anni ad approdare al Nuovo Realismo, che trova la sua consacrazione nel “Manifesto del nuovo realismo” del 2012. Questa svolta è stata oggetto di numerosi dibattiti, discussioni e convegni che non hanno equivalenti nel periodo recente e ha visto l’adesione di importanti filosofi. Il “Manifesto del nuovo realismo” è stato tradotto in spagnolo, inglese, francese e tedesco.