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MOLTO INTERESSE AL VIP PER LA PRIMA DI AMOREODIO

Margherita Patti

Novara - Un film che riflette su uno dei più clamorosi fatti di cronaca italiana degli ultimi anni come “pretesto” per un approfondimento sul tema dei conflitti. Molto interesse martedì 21 ottobre, al cinema Vip, per la serata organizzata dall’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Novara con l’Ordine degli Psicologi di Novara, in occasione dell’uscita del film “Amoreodio” di Cristian Scardigno, dedicato alla vicenda di Erika e Omar, protagonisti della strage familiare di Novi Ligure «In occasione del "Conflict Resolution Day" – ha spiegato l’assessore alle Pari Opportunità Margherita Patti (nella foto) - quest'anno abbiamo voluto occuparci non solo dei conflitti che possono avere soluzione positiva attraverso la mediazione, ma abbiamo voluto andare oltre: approfittando dell'uscita del film "Amoreodio", dato il tema, abbiamo pensato di accompagnarlo con spunti di riflessione qualificati.  La vicenda di Erika e Omar ci impose e ci impone delle riflessioni sui rapporti fra genitori e figli, sui conflitti non gestiti, sul disagio giovanile, sulla genitorialità».

Presentando il film, l’attrice novarese Chiara Petruzzelli ha ricordato come «In Italia fare cinema, teatro, cultura in generale non è facile. Per ricevere finanziamenti per fare un film bisogna o fare commedie o comunque essere un nome già noto. Questo è un'opera prima, film di esordio del regista Cristian Scardigno, un film coraggioso, di una produzione indipendente "Underdog Film" che non indugia sul tema e lo tratta con rispetto, senza speculazioni».

La psicologa Giuliana Ziliotto ha svolto un intervento articolato, ampio, adenmtrandosi nel tema della difficoltà di comunicazione e sulla solitudine dei protagonisti. «Alcuni segnali premonitori – ha spiegato - possono essere colti, il tentativo di dialogo dei genitori del film è blando, senza reale ascolto. Il papà di Erika, nei fatti di Novi Ligure, si chiese "Dove abbiamo sbagliato?"; preso atto che nessun genitore è perfetto, non si può pensare ad una responsabilità esclusiva del genitore, la responsabilità diretta è comunque dei ragazzi che hanno agito in quella direzione».