Novara - Venerdì 1° febbraio alle ore 21 a Novara, presso Mondo Musica, in Viale Roma 24 verrà presentato “Ciao Randagio, come stai?” il sorprendente libro di Matteo Zolla. L’autore converserà con Gianni Lucini.
Matteo Zolla ha 29 anni. A scuola è sempre andato controvoglia, non studiava mai e, come la maggior parte degli adolescenti della sua generazione, ha sprecato interi pomeriggi della sua vita davanti alla Play Station. Poi ha scoperto i libri che gli hanno stravolto la vita. Ha gestito un blog sul calcio per un anno e per un paio di stagioni ha collaborato con due siti online scrivendo sempre di questo argomento. Pensava di saper scrivere solo di calcio, invece quasi dal nulla è nato questo libro. Forse rimarrà l’unico che scriverà o forse ne pubblicherà tanti altri. In realtà non sa ancora che cosa vuole fare da grande. Per intanto sta mettendo in pratica le indicazioni di Stephen King:«Se vuoi diventare uno scrittore, devi fare due cose soprattutto: leggere molto e scrivere molto». Ha iniziato a camminare senza guardare le indicazioni, ma si augura di essere sulla buona strada.
Così Gianni Lucini, che ha convinto Matteo a pubblicarlo, racconta il libro nella prefazione: "Diretto, sfrontato, maschilista che più non si potrebbe il protagonista di questo libro non è proprio quel che si dice un esempio da seguire eppure affascina... Non perché ha un "fascino bastardo" cui non ci si può sottrarre, anzi a volte è irritante come la carta vetrata o, per usare un linguaggio più acconcio al suo modo di esprimersi, "come la sabbia nelle mutande". In realtà in qualche modo rappresenta una generazione che ha fatto dell'esagerazione negli atteggiamenti il mezzo per affermare la sua identità. In questo libro c'è tutto o quasi quello che in genere viene considerato un modo sbagliato di affrontare l'esistenza: c'è l'alcol, c'è il sesso e c'è l'idea che il domani non esista, che esista solo l'oggi da vivere in modo più intenso possibile. Il protagonista di questo romanzo sa interpretare la vita degli altri e il mondo in un modo solo: attraverso se stesso. A volte fa fatica a contenere tutto nonostante la spavalderia con la quale affronta una vita che lui stesso a volte contribuisce a rendere complicata. La superficialità è troppo dichiarata per essere vera e l'ignoranza suona un po' forzata quando viene sventolata come una bandiera. Matteo scrive la realtà dell'altro ieri. Non intendo in senso figurato, il suo spazio temporale è proprio l'altro ieri. Non gli interessa farla sembrare diversa da quello che è, non ha un fine nobile da utilizzare come riscatto e, in fondo, questo è il vero pregio di questo libro fuori dai parametri del "politicamente corretto". Non c'è riscatto perché non c'è alcun baratro. C'è soltanto il racconto di una vita ai margini, oggi si definirebbe "borderline", condotta e raccontata senza troppi retropensieri. Conosco Matteo da anni e so che questo sarà soltanto il primo passo di una lunga avventura letteraria a meno che anch'io, che appartengo a una generazione precedente che però, in quanto a eccessi non ha nulla da invidiare alle successive, mi stia un po' rincoglionendo. Ma non credo..."