Novara - Francesco Guicciardini, padre della storiografia moderna, nella sua opera Storia d’Italia racchiude quarant’anni di storia rinascimentale italiana: la versione integrale nella lingua italiana di oggi a cura di Claudio Groppetti verrà presentata in anteprima martedì 18 febbraio alle ore 18 presso la Biblioteca Civica Negroni di Novara, corso Cavallotti 6. Interverrà, con il curatore, Franco Dessilani, presidente dell'Associazione di storia della Chiesa Novarese. Per l’occasione i libri saranno disponibili all’acquisto con il 50% di sconto. Con un lavoro di oltre dieci anni, le pagine del Guicciardini sono ora fruibili da un pubblico più ampio, perché hanno il pregio di essere state trascritte, o tradotte, «in un linguaggio più accessibile al lettore moderno. Infatti, l’italiano del Cinquecento è di assai ardua lettura e nel testo originale vi sono espressioni di cui oggi si è perso il significato».
Storia d’Italia. Versione nella lingua italiana di oggi. Torna un grande classico della storia della letteratura del Cinquecento in una nuova versione aggiornata nella lingua italiana di oggi: la Storia d’Italia di Francesco Guicciardini è un viaggio appassionante nell’Italia del Rinascimento che ricostruisce con cura minuziosa le guerre, gli intrighi e le lotte per l’egemonia nella penisola. Condottieri, truppe mercenarie, principi, mecenati e ambasciatori, papi e ambiziosi sovrani si susseguono tra le pagine del Guicciardini, che descrive con spregiudicatezza e acume da diplomatico la perenne lotta per il potere sullo sfondo di un’Italia ormai in decadenza e ridotta a terra di conquista da parte di potenze straniere. Quarant’anni cruciali, tra il 1492 e il 1534, in cui lo scrittore fiorentino, protagonista e osservatore diretto degli eventi, ripercorre la crisi degli Stati italiani fino all’esito finale, che vedrà nella Spagna la nazione egemone e dominatrice. Grazie alla nuova versione di Claudio Groppetti, il capolavoro storiografico di Guicciardini si riafferma come testo fondamentale per comprendere la nostra storia nazionale.
Francesco Guicciardini, nato a Firenze nel 1483, è noto soprattutto per la Storia d'Italia, vasto e dettagliato affresco delle vicende italiane tra il 1492 e il 1532 e capolavoro della storiografia della prima epoca moderna e della storiografia scientifica in generale.
Claudio Groppetti, nato a Romentino nel 1933, è stato professore e preside nelle scuole di Romagnano, Novara, Romentino e altre città del novarese. Con Interlinea ha già pubblicato nel 2005 San Mamante il grande martire: da Cesarea di Cappadocia a Langres e a Cavaglio D'Agogna, che si va ad aggiungere ad altre pubblicazioni di carattere storico. Nel 2014 la prima fatica letteraria con Storia d’Italia: la Novara rinascimentale di Guicciardini (Interlinea).
Dalla nota del curatore: «Come è indicato nel sottotitolo del libro questa è una versione nella lingua italiana di oggi del testo guicciardiniano della Storia d’Italia. È quasi una traduzione come lo sono le innumerevoli edizioni nelle principali lingue europee: francese, tedesco, inglese, spagnolo. Esiste anche una traduzione del 1566 in lingua latina, pubblicata a Basilea, del piemontese Celio Secondo Curione, esule in terra elvetica per motivi religiosi, che ha permesso una conoscenza immediata della Storia in tutte le nazioni protestanti dell’Europa centro-settentrionale. Come tutte le trasposizioni linguistiche essa serve per coloro che per vari motivi non sono in grado di leggere correntemente e capire il testo originale del Guicciardini, ottenendo così grazie ad essa una migliore e tranquilla lettura della Storia d’Italia. È per questo che il Guicciardini è più famoso nella cultura mondiale che nella nostra. I lettori dei vari Paesi oggi leggono la Storia d’Italia in una traduzione moderna, mentre noi siamo obbligati a leggerla nel testo del Cinquecento. Basti pensare che nella stesura manoscritta del Guicciardini e del suo segretario ogni libro si snoda ininterrottamente dall’inizio alla fine, senza la divisione in capitoli e paragrafi. Il lavoro dei curatori negli ultimi due secoli è stato notevole e ha migliorato la lettura della Storia».