Novara - Con la Stagione 2024 del Teatro Coccia di Novara ha preso il via un nuovo affascinante ciclo di incontri a ingresso gratuito, dedicato al Mito, declinato nelle sue infinite sfaccettature. Opera, che Mito! Conversazioni inedite tra musica e parola proprio nel segno del mito. L’opera lirica, come è noto, è generatrice di spunti di riflessione, approfondimenti su temi del contemporaneo, è terreno di dialogo. Essa stessa si fonda su radici antichissime e archetipi, distinguibili, intellegibili, ripercorribili dal mito, generatore di trame per eccellenza. Dal mito si parte per mettere a confronto la musica, con la messa in scena di nuove partiture commissionate dal Teatro Coccia, e la parola, con grandi pensatori, scienziati, scrittori, storici del nostro tempo, per affrontare il tema mitico, partendo dalle opere in programma nel cartellone 2024, ma da più punti di vista.
Opera, che Mito! si avvale della preziosa collaborazione del Professor Giorgio Bellomo, curatore del progetto, esperto e studioso di Mitologia, che aveva già coinvolto i molti presenti all’anteprima dell’opera film Cassandra nel 2022; ed è organizzato in collaborazione con Università delle Tre Età di Novara e Fondazione Circolo dei Lettori, Novara e sostenuto da Rotary Novara.
Secondo appuntamento: Giovedì 20 Giugno alle 18.30 Amore e Morte – Da Aida.
Al Professor Bellomo, al suo studio, alla competenza e alla sua enorme passione il compito di aprire gli appuntamenti e raccontare i Miti che meglio identificano i temi trattati: Filemone e Bauci per Amore e Morte.
L’appuntamento porta sul palcoscenico del Teatro Coccia una pluralità di voci e professionalità.
I “duelli dialettici” moderati dal Direttore del Teatro Coccia, Corinne Baroni, vedono impegnati studiosi e professionisti in ambito scientifico, forense e letterario e artisti della parola e della musica.
Nello specifico saranno Vito Lo Re Musicista, Compositore e Direttore d’Orchestra e l’Avvocato Paolo Fortina a dialogare sul tema legato ad Aida di Giuseppe Verdi (in scena a Sordevolo dal 5 al 13 Luglio).
Punti di vista originali, spunti di approfondimento, riflessioni che cederanno poi il passo a inediti momenti musicali e operistici. Gli appuntamenti infatti si completano e arricchiscono con tre brevi produzioni originali frutto del lavoro degli allievi dell’Accademia dei Mestieri d’Opera del Teatro Coccia AMO: dalla composizione, alla regia, dal cast all’esecuzione musicale.
Drammaturgia e libretti sono tutti a firma di Emanuela Ersilia Abbadessa.
Giovedì 20 Giugno, Filemone e Bauci, porta sul palcoscenico del Teatro Coccia la musica di Lorenzo Sorgi, regia di Vittoria Licostini, le voci di Eleonora Filipponi e Stefano Paradiso con Zitong Wang e Xiaoying Wang al pianoforte.
Filemone e Bauci sono sulla soglia della loro umile casa e pensano alla giovinezza passata e all’attuale povertà. Il tempo che resta loro è solo attesa della morte ma a consolarli c’è il fatto che moriranno insieme. Dentro casa si trovano due sconosciuti pellegrini a cui gli anziani hanno dato un tetto e del cibo. D’un tratto un boato rompe la calma e due voci tonanti rivelano che i pellegrini in realtà erano Zeus ed Ermes che, scesi sulla terra in sembianze umane, non avevano trovato alloggio presso nessuno e soltanto i due anziani avevano offerto generosamente la loro casa. I due anziani vengono magicamente condotti su un’alta montagna e la voce tonante di Zeus scatena la sua ira contro i Frigi. Tutto il paese ai piedi del monte viene distrutto tranne la capanna di Filemone e Bauci che viene trasformata in un tempio maestoso. Zeus dice ai vecchi che esaudirà qualsiasi loro desiderio. I due vecchi si stringono e non chiedono altro che di essere sacerdoti di quel tempio e morire insieme. I due vengono trasformati in piante, Filemone in una quercia e la minuta Bauci in un tiglio, uniti per il tronco.
Rispetto agli allestimenti, questo il commento degli allievi di Regia impegnati nella produzione: “Le nostre regie andranno a mettere in risalto il senso di universalità del Mito, attraverso un utilizzo stilizzato e simbolico dello spazio, del costume e del movimento. Pochi elementi in scena: leggeri teli di tulle, ceppi di legno, rami, che richiamino la terra, l'aria, l'universalità dell'elemento naturale. Anche i costumi saranno in colori neutri sui toni del marrone, beige, grigio, bianco. I movimenti e i gesti non saranno naturalistici e quotidiani, ma bensì simbolici e stilizzati, legati alle caratteristiche archetipiche dei singoli personaggi. Da millenni l'uomo affida al mito i propri valori e le proprie contraddizioni, cercando di darsi delle risposte sul senso della vita e della morte, su cosa sia giusto e sbagliato, sulle imprese grandiose che possiamo compiere, ma anche sui limiti che non dovremmo mai superare. Riflessioni apparentemente usurate e poco stimolanti per il complicatissimo uomo moderno, sulle quali però è opportuno tornare, per ritrovare il nostro legame con la terra e con ciò che dentro di noi è antico e sacro. E soprattutto per ricordarci che, in quelle storie, noi siamo i mortali e non gli dei, e va bene così”.
I docenti AMO, Marco Taralli per Composizione, Tiziana Fabbricini per Canto, Claudia Mariano per Maestro Collaboratore e Deda Cristina Colonna per la Regia, Helenio Talato per Macchinista, Ivan Pastrovicchio per Luci, Silvia Lumes Sartoria e Rosalia Visaggio per Trucco e Acconciature sono garanzia di qualità e vero artigianato per queste nuove produzioni targate Fondazione Teatro Coccia.
Conclusione di ogni incontro è un inedito melologo ancora affidato al Professor Bellomo.
La Stagione 2024 del Teatro Coccia è realizzata con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Comune di Novara, Fondazione Banca Popolare di Novara, Fondazione DeAgostini, Mirato SPA, Fondazione Cariplo, Fondazione CRT, Fondazione Piemonte dal Vivo, in collaborazione con Novara Dance Experience.
Accademia AMO si avvale del contributo di Techbau e GesiGroup.