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Persone e storie: Flavio Pavia!

Flavio Pavia

Novara - Non serve presentare Flavio Pavia: è impossibile non sapere chi sia nel caso in cui siate anche un minimo appassionati al mondo della radio. Questa volta proprio lui è il protagonista dell’intervista per Freenovara. Flavio è uno di quelli bravi nel DNA, che a 4 anni giocava con i 45 giri, registrava la sua voce sulle bobine e, ancora adolescente, metteva piede per la prima volta nello studio di registrazione di un programma radio. E, a giudicare dal suo percorso lavorativo, pare che a volte la meritocrazia vinca su tutto.

Ciao Flavio, come la tua passione è diventata un lavoro. E qual è la differenza sostanziale tra il conduttore radiofonico come te lo immaginavi e il tuo lavoro nella realtà? "Ciao Francesca, grazie per l'ospitalità. Ti premetto che purtroppo non è il mio lavoro ma è come lo fosse visto che compio 40 anni di radio. Ho iniziato nel 1979 a Radio Novara International, poi sono andato a radio Kabouter (diventata poi Punto Radio) e infine Radio Azzurra che compie quest'anno 45 anni. Fare radio è una esperienza bellissima sei da solo, ma sai che ti ascoltano migliaia di persone e lì esce la personalità e il carattere dello speaker. Io, per fortuna, ho un carattere solare e sono un po' logorroico: due buone qualità per questa passione".

Ad ascoltarti la domanda nasce spontanea: come fai a riempire il tuo spazio radiofonico senza neanche un attimo di silenzio? Quanto contano, rispettivamente, la preparazione degli argomenti e l’improvvisazione? "Io come tutti mi informo tanto sugli argomenti e le notizie di attualità, si trovano sempre notizie che a volte superano la realtà e scelgo quelle divertenti e ironiche per trasformarle in scherzi telefonici e commenti. Non è difficile ci vuole curiosità e un po di sana malizia poi davanti al microfono mi escono spontanee. Sarà un dono?", sorride contagiosamente.

Il mondo della radio è cambiato, il modo di fruire la musica… e tu hai vissuto tutto questo sulla tua pelle, in questi anni di carriera. Come vedi questo cambiamento e il progresso nel mondo della musica? "Il mondo della musica è cambiato molto; ha seguito il progresso e si è trasformato, dai pochi canali degli anni passati (radio, tv) al web dove si trovano miliardi di canzoni, ma è tutto dispersivo e diventa difficile potersi far conoscere, chissà quanti capolavori sono sparsi sul web e passeranno inascoltati".

Spesso ci si lamenta di come nel mondo dell’intrattenimento ci sia poco ricambio generazionale e quindi poco spazio per idee nuove. Ben vengano iniziative come le tue che puntano anche sul web per scovare nuovi talenti. Non pensi che in Italia si possa e si debba fare di più? Quanto e come le attività di voi speaker sui profili social personali possono contribuire al successo dell’immagine della radio? "Il panorama italiano è purtroppo molto chiuso nell'aiutare e lanciare giovani talenti, le major non investono più e preferiscono scegliere chi ha piu visualizzazioni o like, molte volte...a discapito della qualità. Nella mia trasmissione lo spazio è aperto per tutti, dai musicisti ai poeti e qualsiasi forma di cultura stia bene in una radio perchè la maggior parte delle volte sono chi partecipa a darci contenuti che diventano argomenti che svegliano i pensieri e le emozioni che sono la fonte della vita".

Nella vita, ma anche in radio, chi ti ascolta apprezza la tua semplicità, empatia e autoironia, doti non da poco anche per avere successo sui social. Qual è il tuo segreto? "Io non credo di avere un segreto, cerco di essere sempre spontaneo, anche nei momenti meno felici, non nascondo i sentimenti anzi ne parlo. Cosi chi ascolta capisce che siamo tutti esseri umani e un po' si affeziona: è un modo di fare radio un po' sparito rispetto ai canoni attuali dove ci sono centinaia di speakers, ma nessuno ne ricorda i nomi tranne per quelli delle generazioni più mature. Per finire questa nostra bella chiacchierata bisogna dire che oggi una radio deve essere presente sui social con i suoi speakers, se una volta erano gli ascoltatori a cercare la radio oggi è la radio che deve cercare di interesare gli ascoltatori con il web e FM e fidelizzarli. Non spegnere mai la musica - continua -  permette di vivere in eterno o quasi. Grazie Francesca per questa bella occasione che mi hai regalato".

Francesca Riga