Novara - Sabato 3 febbraio 2024, presso la Sala delle Mura del Castello sarà presentato il lavoro voluto e donato alla città dall'ingegner Mario Troso: "Pianta in alzato della città di Novara al 1513”, anno della celebre battaglia della Cascina Ariotta, tra Novara e Trecate, lungo e oltre il torrente Terdoppio. La battaglia fu combattuta nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1513 tra l'esercito del re di Francia Luigi XII, sostenuto da Gian Giacomo Trivulzio (14.000 combattenti, tra cui i lanzichenecchi tedeschi, 70 cannoni, un contingente di cavalleria leggera e uno di cavalleria pesante), e l'esercito milanese degli Sforza in cui militavano un alto numero di Svizzeri dei tre Cantoni forestali (Uri, Svitto e Unterwalden), in tutto più di 4.000 persone. Fu, come ha scritto Mario Troso, "l'ultima battaglia del Medioevo": infatti la prima delle tre colonne svizzere conquistò i cannoni dei francesi e li usò contro la cavalleria leggera francese, che fu distrutta, la seconda colonna annientò gli odiati e rivali lanzichenecchi tedeschi, la terza colonna chiuse le strade di ritirata all'esercito francese, che ebbe più di 5000 morti. Gli Svizzeri contarono 1.500 cadaveri e un alto numero di feriti che furono ospitati e curati nelle case e nei conventi di Novara.
La pianta in alzato della città intende anche aprire una discussione per stabilire quale fosse stato il numero delle torri, appartenenti sia ai campanili ecclesiastici, sia ai palazzi nobiliari. Ogni chiesa parrocchiale aveva una torre che serviva da campanile, ma anche quasi tutte le dimore nobiliari erano dotate di torri, che servivano come luogo di fuga immediata; in esse però non era possibile durare oltre tre o quattro giorni, il tempo per permettere delle trattative. Pertanto esse erano soprattutto degli "status simbol" e ciò spiega la costante gara ad averla più alta, tanto che gli Statuti di Novara dispongono che tutte le torri della città debbano essere di altezza inferiore alla torre del Comune, detta anche in precedenza "turris Paraticorum", ciò per evitare la gara di chi aveva la torre più alta.
“In quegli anni di fine Quattrocento e di primo Cinquecento – spiega lo storico Giancarlo Andenna che accompagnerà Troso nella presentazione - Novara era la città costantemente al centro dei discorsi politici dell'intera Europa, poiché attorno ad essa si svolsero gli assedi e le battaglie più sanguinose. Basterebbe leggere le pagine del Guicciardini per avere una conferma della notorietà internazionale di Novara. I Novaresi ricordarono quegli anni con la frase "E Nuara la bala", Novara ballava sempre, era sempre in ballo, durante i trent'anni di guerre dal 1495 al 1525".
“Quello dell’ingegner Troso – dichiara l’assessore alla Cultura Luca Piantanida – è un contributo importante per la nostra città, un contributo che ci consente di arricchire il patrimonio storico del territorio, a contatto diretto con le pagine del nostro passato. Un ringraziamento particolare a lui e a Giancarlo Andenna, storici che non dimenticano le proprie radici ma che, anzi, le valorizzano e le portano a livelli di studio di eccellenza”.
“Ho conosciuto Mario Troso in una delle mie visite ai centenari – conclude Edoardo Brustia, presidente del Consiglio comunale – Mi ha stupito l’immenso patrimonio di studio e di oggetti del passato, nonché la sua passione per la storia. Una figura straordinaria che, unita a quella di Andenna, non potrà che portare al rafforzamento del patrimonio storico e culturale della nostra città”.