Novara - Giovedì 25 gennaio alle ore 16.00, presso la Sala Tognatti del Conservatorio Cantelli (via Collegio Gallarini 1 - Novara) si terrà il primo appuntamento de “La Lira di Orfeo”, una seria di concerti dedicati alla scoperta degli strumenti della musica antica. Giovedì prossimo saranno protagonisti gli allievi della classe della Professoressa Centurioni e del Maestro Bonizzoni in un programma interamente dedicato alla musica barocca, spaziando da autori come Frescobaldi, Couperin, Rameau, Caroso, Marini, Fischer fino a giungere ai più celebri Corelli e Bach.
Inoltre sabato 27 gennaio alle ore 17 presso l’Auditorium f.lli Olivieri (Largo Luigi Sante Colonna - 28100 Novara) appuntamento unico della stagione dei Concerti del Sabato, concerto dedicato al Giorno della Memoria, “Il re degli elfi” drammaturgia musicale di Alessandro Zignani. Da quest’anno ogni appuntamento della stagione dei Concerti del Sabato sarà preceduto, alle ore 16.30, da un laboratorio di ascolto “Musica in corso”, aperto a tutto il pubblico, tenuto dal maestro Alessandro Zignani (foto), una novità rispetto agli anni passati. Protagonisti: Valeria Romanazzi - soprano e Daniele Ambrosi - pianoforte.
Joshua Singer, cantore nella Sinagoga di Berlino, ha un passato come concertista di Lieder. In particolare, Il re degli elfi di Schubert è stato il suo cavallo di battaglia fino all'avvento di Hitler. In seguito alle leggi razziali, gli è stato impedito di cantare in pubblico. Come cantante da camera di Reinhard Heydrich, i suoi meriti artistici gli hanno evitato la deportazione, ma ad una condizione spietata. Dei suoi due figli, uno viene destinato a Birkenau, e proprio Joshua dovrà scegliere quale: se Isaac, ipersensibile e dotato violinista, capace di eseguire Il re degli elfi da solo, nella tremenda trascrizione di Heinrich Ernst, oppure Abraham, che ha una natura più positiva del fratello, la cui ipersensibilità deriva da una forma di autismo. Convinto che Isaac non potrà comunque sopravvivere in un mondo come quello che si prospetta. Joshua lo destina alla deportazione. Molti anni dopo, un concerto commemorativo dell'olocausto lo mette a contatto con un vecchio violinista che, a Birkenau, è stato compagno di baracca di Isaac. In una lunga conversazione, Mathias - questo, il suo nome - narra l'angelica natura di questo ragazzo la cui musica sembrava vincere la morte stessa. Joshua, quasi impazzito, rievoca di fronte alla comunità ebraica berlinese le circostanze della sua orrenda scelta, e la ferita mai rimarginabile che le parole di Mathias hanno inciso nella sua mente.