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Sam Trescer si racconta a Francesca Riga

Novara - In un panorama musicale nel quale a partire dai primi anni Novanta i gruppi thrash e black metal sono cominciati a moltiplicarsi un po’ ovunque, Sam Trescer è riuscito facilmente a emergere dalla massa e a crearsi uno spazio tra le primissime figure per capacità selettive non indifferenti, produzioni e suoni brutali, ma allo stesso tempo puliti e per la coesione degli strumentisti.

Ciao Sam, come stai vivendo il lockdown? "Malissimo: proprio in questo periodo si sarebbe dovuta tenere la Metalnight di Novara, al Flanagan's pub, in memoria di un grande musicista metal novarese Marco De Rosa, scomparso tre anni fa. In uno scenario normale sarei stato “on the road”, soprattutto nei weekend. Sul piano personale ovviamente non è stato il massimo stare tutto questo tempo a casa, quindi è un periodo non facilissimo. Sono preoccupato perchè questi stop vanno a gravare sui lavoratori senza un briciolo d'aiuto da parte del governo, il timore è che non riescano più a riaprire nemmeno i locali, dai ristoratori ai pub, lasciando Novara (ma non solo) senza più un posto per lodar spazio alle band, ai dj o per qualsiasi altro artista che vive di live e, logicamente, anche i locali che con gli show ci vivono nonostante abbiano fatto degli investimenti per rimetterli a norma".

La cosa che mi ha sempre colpito è che la gente fa sempre fatica a decidere se catalogarti come thrash metal oppure come viking metal, mentre alle mie orecchie sei un classic vecchio stile in primis, con enormi influenze glam & thrash. Quello che voglio dire è che al di là dello stile del singing e dei ritmi velocissimi, mi ricordi di più i Judas Priest... “Questo è verissimo! Non ci sono dubbi che, all’inizio degli anni Novanta, ho esordito come una band thrash core metal, poi sono cominciate a farsi sentire molto di più le influenze thrash. Mi è capitato di comporre, ma non sono minimamente ispirato dal metal estremo, bensì dall’heavy metal classico, oppure addirittura dal “L.A. metal” e quei fantastici chitarristi. In termini di struttura ho sempre cerchato di applicare sempre la formula “Testamentt”: verse - bridge - chorus - guitar solo - bridge - chorus, che tra l’altro rende le canzoni appetibili dal vivo anche per ascoltatori non familiari con la nostra musica. Il mio lavoro alla voce poi è lontanissimo dai canoni del death e black metal e molto più allineato allo stile tipico dell’heavy. Io, infatti, nasco come musicista un ventennio fa. Ho iniziato con il basso e, successivamente come cantante facendo autodidatta; strillavo tutta la rabbia che avevo dentro al microfono, ma poi ho abbandonato poichè coltivavo diversi interessi. Qualche anno dopo, mentre facevo il pr in diverse discoteche rock/metal lombarde, alcuni sono rimasti colpiti dal mio potenziale e mi hanno convinto a fare il deejay credendo nel progetto adatto a me stilisticamente. Le conoscenze musicali in merito non mi son mai mancate, colleziono MC e CD sin dalla tenera età di nove anni; quando i compagni di classe ascoltavano ancora Cristina D'Avena o Jovanotti io ascoltavo i Motley Crue. Si trattava di sfruttare tutta la mia conoscenza musicale. Pensa che avrò seimila cd e no, non voglio sapere quanto ci ho speso!"

"Sicuramente lo studio e la conoscenza di musica e strumento - continua - sommate alle ore passate in sala prove fanno la differenza: come dj posso permettermi di improvvisare poichè siamo io e la consolle solamente mentre se sei con la band dipende dagli altri e gli altri dipendono da te, non puoi fare troppo di testa tua. Chiaramente c'è anche tutto un discorso di composizione di un brano che nasce da diverse menti, come dj sfrutto solamente il lavoro di altri e la difficoltà in questo caso è trovare una sequenza di brani che spaccano per far infuocare la pista e mandarli in visibilio, ma non solo anche saper dire le parole giuste per aizzarli ancora di più".

Il tipo di musica che hai scelto di trasformare in una carriera era già in quello spirito, musica progressiva. "Ci credo molto seriamente. Nasco in una famiglia che ha avuto da sempre grande contatto con la musica: ha sempre avuto su di me un grande potere evocativo. Posso trattare diversi generi, partendo dal rock 68/70, dai Black Sabbath ai Led Zeppelin ad Alvin Lee and the Ten Years After... passando per il Glam Rock anni 80, tanto caro anche nei film dell'epoca fino ad arrivare al metal estremo dei nostri giorni con Dimmu Borgir e variare il tutto con il metal nerd. Per chi non lo conoscesse è un genere che, riferendomi a quello italiano, riprende le sigle di Cristina D'Avena e di Massimo Dorati dei cartoni animati, ma in chiave metal. Degli di nota anche i modenesi Trick Or Treat, apprezzabili anche quelle estereche: sono delle vere e proprie band del calibro dei giapponesi Loudness".

Come è cambiata la scena musicale nel corso degli anni? "Nel business sicuramente. Una volta il nuovo album serviva per promuovere il tour, adesso avviene l'esatto contrario, per le medie, piccole band i grandi nomi sono esclusi. Chiaramente l'e-commerce degli ultimi anni ti permette di vendere il merchandising molto piu facilmente".

Come pensi che tu sia cresciuto negli anni? Cosa è rimasto lo stesso? "Mi sento ancora come il ventenne casinista che ero, più acciaccato, più saggio e meno spericolato, ma pur sempre io anche se con barba e capelli bianchi".

Come pensi che i social media abbiano influenzato le band? "Piu agevolato che influenzato. Il merchandising e la possibilità di interagire di maggiormente con il pubblico che ti segue, sempre per quel che riguarda le non le grandi band; è piu facile far sapere luogo, location e data di un tuo concerto in netto anticipo rispetto ad anni fa".

Quali musicisti ti hanno davvero ispirato da quando hai iniziato a fare musica da musicista prima a dj dopo? Con chi ti piacerebbe ancora lavorare? "Ti spiazzerò abbastanza rispondenti a questa domanda: nessun musicista. Chi mi ha davvero ispirato fu James Brian Hellwig a "The Ultimate Warrior", un wrestler, americano che abbiamo visto ai tempi con il commento di Dan Peterson. il suo personaggio era davvero rock 'n roll, wild & dangerous come lo era anche la sua musica di ingresso al ring (Unstable di Jim Johnston). Purtroppo scomparso nel 2014. Sarebbe bello invece lavorare con Althea Morrison e Luna Dark, due porno attrici, mie amiche alle quali voglio molto bene, mi piacerebbe averle a fianco in consolle... di certo lo show sarebbe assicurato".

Francesca Riga