Novara - Un dialogo ricco di spunti di riflessione quello proposto martedì 15 ottobre con il secondo incontro del ciclo “Sentieri urbani” nel segmento “La città”. Nella chiesa di San Giovanni Decollato a Novara l’intervento di Giovanni Semi, docente di Sociologia delle culture urbane e Sociologia generale all’Università di Torino, a colloquio con il professor Matteo Gambaro, a partire dai libri “Gentrification. Tutte le città come Disneyland?” (Il Mulino, 2015) e “Breve manuale per una gentrificazione carina” (Mimesis, 2023). L’incontro rientra nel ciclo promosso dall’Ordine degli Architetti PPC delle Province di Novara e del VCO attraverso la Commissione Formazione. Dopo l’introduzione di Francesco Bosco, consigliere e referente della Commissione Formazione, («un tema poco conosciuto e che sembra ci tocchi relativamente in quanto città di provincia»), si entra subito nel vivo: «I due libri – ha detto Gambaro – affrontano la questione su piani diversi, il primo a livello scientifico, con tesi, verifica e proposte, e il secondo un po’ scherzoso ma con argomenti molto pungenti. Entrambi di grandissima attualità. La gentrification interessa gli esperti e chi si occupa delle tematiche della città ma le conseguenze ricadono su una porzione molto più ampia della società». Semi: «Un concetto, quello di gentrification, arrivato tardi in Italia rispetto al mondo anglosassone. C’è sempre stata reticenza nel parlarne e questo ha frenato l’ingresso del dibattito». Con questo termine si intende un processo di trasformazione, fisica e socio-culturale dei quartieri. «La riqualificazione e la rigenerazione, dove c’è un cambiamento di popolazione residente, si associano a diversi fenomeni – ancora Semi -. Si applicano a tutte le città però con drammatiche differenze. Nel nostro Paese è arrivato tardi il concetto a causa di un modo tutto italiano di trattare le disuguaglianze. E poi la reticenza nel parlarne ha frenato l’ingresso del dibattito». La discussione con Semi si è allargata: «Il decisore di ieri aveva un’idea, quella di proiettarci verso il futuro con un percorso di crescita. Oggi si vive nel ciclo elettorale, da qui alle prossime votazioni. La mancanza di fiato e di respiro che lamenta la politica in generale non consente una riflessione più seria sull’urbano». Dalle trasformazioni radicali non si torna indietro: «Le nostre città non le hanno governate. E la gente non è abituata a leggere la città anche in termini di valori».
Martedì 22 ottobre il terzo appuntamento del ciclo: alle 18 nella chiesa di San Giovanni Decollato a Novara l’intervento di Francesco Chiodelli, docente di Geografia economica e politica all’Università di Torino. Al centro della riflessione il libro “Cemento armato La politica dell’illegalità nelle città italiane” (Bollati Boringhieri). “I segni dell’illegalità incisi nel territorio italiano sono molti e complessi nella scheda -. Se l’abusivismo edilizio ne rappresenta una parte eclatante, non mancano in ambito urbano manifestazioni meno plateali, come la corruzione, l’infiltrazione della criminalità organizzata, l’occupazione di case popolari o il riutilizzo informale di edifici dismessi. In questo saggio Francesco Chiodelli analizza le varie declinazioni del fenomeno a partire dal racconto di casi concreti, ricostruiti attraverso un’approfondita ricerca sul campo, per restituire la dimensione diversificata di una precisa politica dell’illegalità, che rappresenta uno dei tratti urbani distintivi dell’Italia dal dopoguerra ai nostri giorni”.