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Si rialza il sipario al Teatro Faraggiana

Lucilla Giagnoni
foto Pizzimenti

Novara - Buone notizie dal Teatro Faraggiana. "Eccoci - spiegano - è arrivato il momento di ripartire! Il 15 giugno è il primo giorno di fine lockdown per cinema e teatri... lo aspettavamo da tempo... impazienti di ritrovare fisicamente il nostro pubblico dopo averlo abbracciato virtualmente ogni giorno in questo periodo... con i vespri danteschi e i racconti da casa. Non vedevamo l'ora! E vogliamo festeggiare tutti insieme ringraziando la città. Novara è stata una comunità felice, forse più che altri posti, pur nella consapevolezza che anche qui il dolore ha avuto momenti significativi. Ecco, vogliamo allora ringraziare in primo luogo medici ed infermieri per la loro professionalità e il loro impegno. Vogliamo ringraziare anche le ragazze e i ragazzi che da giovani hanno dovuto affrontare un periodo particolare per la loro crescita. Lo facciamo attraverso Lucilla e la sua arte, ringraziandola e chiedendole uno sforzo non da poco. Una performace sul palcoscenico dalle 16,00 alle 23,00. E' il nostro modo di riabbracciare Novara, tutta!"

Riguardo ai Percorsi sulla Bellezza: "Il progetto ideato da Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana, ATL Novara e UPO Alumni ha una partenza esplosiva in concomitanza con la possibilità di riaprire i teatri dopo l'emergenza covid-19. Medici, infermieri e ragazzi under 30 avranno diritto ad un biglietto gratuito per questa giornata, fino al raggiungimento dei 190 posti disponibili per ogni spettacolo a seguito delle direttive dei diversi DPCM. Segnaliamo che lo spettacolo con più disponibilità è quello delle ore 16, a seguire quello delle ore 19 riservato ai possessori di abbonamenti e poi quello delle 21,30 dove potranno essere utilizzati i biglietti già acquistati in prevendita. I biglietti omaggio e quelli a pagamento (posto unico 10,00 euro) possono essere ritirati presso la biglietteria del teatro, ogni giorno dalle 17,00 alle 19,00, a partire da lunedì 8 giugno. Non è prevista la vendita on line".

Lo spettacolo in cartellone è 'Magnificat' di e con Lucilla Giagnoni; collaborazione ai testi Maria Rosa Pentè; musiche Paolo Pizzimenti; luci e video Massimo Violato; assistenze alla regia Daniela Falconi; segreteria artistica Elisa Zanino

"“Femminile” e “Maschile” - ricorda il direttore artistico Lucilla Giagnoni - sono degli archetipi, cioè stanno all’origine di ogni pensiero conscio e inconscio, iscritti nel nostro codice più profondo, sono il substrato di tutta l’umanità, di tutta la vita. Le fiabe che ci sono state narrate da bambini sono scrigni di archetipi. La fiaba in cui la “fanciulla” circondata dalle benedizioni e maledizioni delle fate si punge col fuso e cade addormentata per cento anni, parla di un archetipo del “Femminile” addormentato, nascosto, coperto da rovi (che in alcune versioni mentre è addormentato viene addirittura stuprato e genera figli). Anche gli antichi miti sono depositi di archetipi: la dea della terra e delle messi vaga per il mondo piangendo il rapimento della figlia prigioniera nel mondo di sotto, quello dei morti, ma viene risvegliata dal suo dolore e ride solo quando una vecchia contadina le mostra il suo seno e il sesso. A questa Terra che custodisce dentro di sé, sotterranea, la forza generatrice del “Femminile”, fanno riferimento le ultime parole di un’altra straordinaria preghiera/poesia, che è anche il finale di “Furiosa Mente”. “Laudato sii mi signore per sora nostra matre Terra”: canta San Francesco. Terra è Humus, da cui la parola Homo, e non invece Donna che viene da Domina, Signora, quasi a compensare con un titolo ciò che non è. O non è ancora. Come non è che Homo, Humus, conosca e pratichi l’Humilitas, l’umiltà, cioè l’essere in armonia con la Terra. E così, dopo l’invito alla lode, al rendere grazie e alla cura, è proprio l’umiltà ciò a cui ci chiama il “Cantico delle creature”: Laudate e benedicete mi signore e rengraziate e serviateli cum grande Humilitate. Ma l’umiltà, insieme alla lode, al ringraziamento, al servizio è tra le prime parole di una preghiera/ poesia ancora più antica: il “Magnificat”. “L’anima mia magnifica il signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore perché ha guardato l’umiltà della sua serva”. Proprio perché Serva è Signora e Regina. Vergine, Madre. “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”. Felice cioè “grande” in greco. Forse, questa è una risposta: le Generazioni, cioè la Storia, cioè il nostro agire, dovranno d’ora in poi riconoscere tutto questo. Solo se dalla Terra riemergerà il “Femminile”, ci sarà una possibilità per tutti di futura convivenza, non solo nella sopravvivenza, ma nella beatitudine, cioè nella felicità. P.S. Ho usato verbi al futuro perché forse anche io sono ancora legata alla logica del maschile, ci sono “fanciulle/principesse” invece, che, come ci dice la cronaca quasi ogni giorno, in tutto il mondo già si stanno svegliando, già scuotono i potenti dai troni, già lavorano per salvare la terra con la cura e il governo di mani e menti femmine. Finalmente".