Pernate - Sabato 8 ottobre al via con una novità la stagione 2022-2023 del Teatro Sant’Andrea di Pernate: il contributo del Comune di Novara. È la prima vera rassegna proposta dopo la pandemia: la numero 14 nello spazio di via Turbigo 8. Il Teatro di Pernate è l’unico in provincia a dedicare una rassegna alle compagnie amatoriali che vengono dal territorio ma anche dalla Lombardia: a organizzarla è lo staff di volontari che ruota intorno alla Parrocchia proprietaria della struttura. Lunedì mattina conferenza stampa di presentazione del cartellone in programma tra ottobre e marzo. Durante l’emergenza Covid grazie al Comune di Novara anche il Sant’Andrea era stato inserito nel cartellone “La cultura è essenziale”, il circuito predisposto dall’Amministrazione cittadina in seguito alla chiusura di teatri e cinema imposta dal Dpcm per la pandemia. Ora si torna in campo con una vera e propria stagione che può contare sul sostegno del Comune come ha spiegato il sindaco Alessandro Canelli: «Alla luce delle difficoltà che tutti gli enti culturali e i teatri stanno vivendo abbiamo deciso di intervenire per sostenere il Teatro di Pernate che non ha mai potuto contare su sovvenzioni e contributi pubblici: è sempre andato avanti grazie alla buona volontà di chi ha la giusta ambizione di fare cultura a livello teatrale e amatoriale. E il fatto che quella offerta sia l’unica rassegna per le compagnie amatoriali in tutta la provincia ha un’importanza forte. Il contributo del Comune è destinato a coprire quasi completamente le spese per le compagnie in modo da dare fiato economico e finanziario per pagare i costi gestionali che non sono pochi e stanno mettendo a repentaglio l’apertura di tante realtà nel nostro Paese. I rincari di oggi solo qualche mese fa erano impensabili. Questo è un bellissimo teatro dotato di attrezzature tecnologiche, perfettamente agibile, con tutti i dispositivi di sicurezza e antincendio. La sala si presta a ospitare iniziative di incontri e convegni anche a livello cittadino per cui l’utilizzo può essere ancora più ampio». Da Pernate alla città: «Stiamo iniziando a investire nelle Parrocchie – ancora Canelli -. Da due anni abbiamo riattivato la Legge Nerviani, stanziando una somma di 60.000 euro da distribuire sulla base delle progettualità presente per riattivare luoghi come questo. Lo abbiamo fatto alla Madonna Pellegrina, a Santa Rita e a Veveri facendo rinascere spazi chiusi da anni. Siamo convinti che sia la strada giusta: ridare dignità agli spazi all’interno delle Parrocchie consente di riproporre attività e far tornare le Parrocchie al loro ruolo prioritario di educazione e di aggregazione dei giovani. Difficile farlo senza questi spazi. È una goccia nel mare ma noi andiamo avanti. L’attività culturale di Pernate rientra in questa prospettiva». Il parroco don Andrea Mosca ha posto l’accento sulla preziosa risorsa dei volontari, sulla loro disponibilità, «chi da tanti anni e chi più recentemente: il fatto che la loro funzione sia riconosciuta dall’Amministrazione comunale è un incoraggiamento per tutti a proseguire un impegno ripagato dal pubblico che non manca mai. La sala è un gioiellino del nostro territorio e merita di essere rinvigorita e considerata sempre di più: questo permette di mettere al centro la cultura che aiuta a far crescere una comunità, se mancasse ci sarebbe solo un abbruttimento, ma una cultura di qualità che umanizzi, che crei occasioni per stare insieme, per incontrarsi e guarire le ferite che negli ultimi tempi hanno isolato le persone».
Negli anni la rassegna è cresciuta: si è partiti con 4 compagnie per arrivare a 12 ma nel 2016 il cartellone si è stabilizzato a 10 spettacoli. Tra loro ci sono gruppi che hanno vinto importanti riconoscimenti: sono 118 le compagnie salite finora sul palco di Pernate. Già aperta la campagna abbonamenti sul sito www.cinemapernate.it: 70 euro il pacchetto per l’intera stagione, biglietto singolo 10 (ridotto 8). Danilo Abbienti che si occupa della programmazione, ha voluto sottolineare «il grande impegno delle compagnie che ospitiamo, molto professionali e disposte a mettersi in gioco. Possiamo contare su un pubblico affezionato, uno zoccolo duro di un centinaio di abbonati che stanno tornando dopo la pandemia. Superato il Covid con tutte le incognite che portava con sé per la ripresa ora ci troviamo a fronteggiare l’aumento delle spese gestionali. I biglietti hanno prezzi accessibili e su questo puntiamo per far crescere la nostra rassegna che rappresenta un punto di riferimento per le compagnie amatoriali. Arriveranno da Novara ma anche da Piedimulera, Stresa e dalla Lombardia e le richieste per la stagione sono sempre tante. Ho una mia compagnia teatrale per cui girando il territorio entro in contatto con molte realtà: la nostra speranza è avere la forza per gestire con gli introiti il teatro e riempire la sala con il pubblico che se torna vuol dire che apprezza le nostre proposte».
IL PRIMO APPUNTAMENTO
Si parte sabato 8 ottobre alle 21.15 con la Compagnia Filodrammatica Orenese: sul palco Fabrizio Perrone in “Novecento”, monologo tratto dal libro di Alessandro Baricco premiato con importanti riconoscimenti (nel 2022 premio quale miglior spettacolo della Lombardia al concorso teatrale “Sipario”). «La pièce – spiegano Fabrizio Perrone e Mattia Nodari - racconta la storia di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, un pianista straordinario, dalla tecnica strabiliante, che ogni sera si esibiva sul Virginian, un piroscafo che faceva la spola tra Europa e America con il suo carico di miliardari, di emigranti e di gente qualsiasi. Si dice che la sua musica fosse pazzesca, che fosse nato su quella nave e che da lì non fosse mai sceso. Un monologo intenso e trascinante a cui lavoriamo da anni. Lo spettacolo è nato per essere rappresentato una volta sola, nel 2006, ma dopo quella prima rappresentazione ha avuto un ottimo riscontro e così sono quasi 16 anni che lo portiamo in scena in vari teatri, rassegne amatoriali e congressi di psicologia in tutta Italia. È un testo che amiamo e che si fa sempre amare dal pubblico perché in qualche modo è uno straordinario viaggio nel mistero dell’uomo, rappresentato qui da un personaggio enigmatico e geniale, complicato e affascinante come Novecento. L’ultima versione, quella che presentiamo, è una novità: è completamente rivista rispetto alle precedenti. Abbiamo lavorato in modo da approfondire essenzialmente due fattori: la messinscena e i personaggi. Volevamo che la scena fosse semplice, come spesso richiede un monologo, ma allo stesso tempo complicata e che ogni oggetto potesse diventare, grazie alla fantasia dell’attore e del pubblico, qualsiasi cosa. Quindi abbiamo abbandonato ogni pretesa di realismo e abbiamo optato per pochi supporti di legno che nel corso del monologo si trasformeranno, si plasmeranno, muteranno con l’obiettivo di creare diversi oggetti e ambienti. I personaggi sono maturati insieme a noi in questi anni e quindi abbiamo stravolto certe visioni alle quali eravamo abituati, provando a trovare soprattutto un nuovo Novecento che abbandona, nella nostra lettura, la sua genialità fanciullesca per riappropriarsi, nello struggente monologo finale, di quell’umanità cruda e adulta propria di chi non è stato capace di scendere dalla nave della propria vita».