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Tre soprani per i Concerti del Cantelli

Sabato 10 febbraio alle 17 Tiziana Ravetti (Italia), Dongae Lee (Corea del Sud) ed Eriko Hashimoto (Giappone). Al pianoforte, ad accompagnare le tre interpreti, rispettivamente Gigliola Granziera, Inae Kim e Susanna Cucchetti
Dong Lee

Novara Quinto appuntamento del 2018 sabato 10 febbraio alle 17 per la stagione dei “Concerti del Cantelli”: protagonista assoluta la voce.Tre soprani a rappresentare (addirittura) altrettante nazionalità. E dunque Tiziana Ravetti (Italia),  Dongae Lee (Corea del Sud) ed Eriko Hashimoto (Giappone). Al pianoforte, ad accompagnare le tre interpreti, rispettivamente Gigliola Granziera, Inae Kim e Susanna Cucchetti.  E ancora:  il pomeriggio contempla la presenza di Michela Grienti, in qualità di voce recitante e del flautista Michele Pignolo che, molto opportunamente, suonerà l’a-solo nell’aria belliniana «Casta diva», impreziosendo ulteriormente la performance. "Eclettismo vocale, mélodies, lieder e melodramma” questo il programma del concerto che spazia dal Novecento francese del raffinato Reynaldo Hahn al Verismo di Leoncavallo, passando per immortalievergreen di Bellini, Verdi e Puccini. Non mancano nemmeno brani di Bizet e Massenet; a completamento, inoltre, un dittico di lieder straussiani dunque sul versante tedesco. Non male, per chi ama la vocalità e desideri approfondirne la conoscenza a tutto tondo: un programma che spazia a 360 gradi tra le pieghe di epoche e stili diversi, ma anche - per l’appunto - includendo succulenti ‘incursioni’ in altri generi ed ambiti linguistici. Non solo: ad integrazione dei brani in programma, quasi ad introdurne le atmosfere espressive ed a prolungarne le risonanze emotive, Alfonso Cipolla - drammaturgo, regista e raffinato uomo di penna - ha curato una raffinata selezione di testi dalle provenienze eterogenee che, liberamente interpretati, si affideranno alla voce recitante di lusso di Michela Grienti: un quid in più, volto ad impreziosire il già ricco contenuto del pomeriggio musicale e a rendere palese la ripartizione dei brani stessi, in tre significativi filoni: e dunque Donne innamorate, Donne divine e Donne eroine. Letture da Un fulmine sul 220 di Carlo Emilio Gadda (1932), da Inni al risveglio di Iside nel suo tempio a Phile  (II millennio a.C.) dai Papiri dell’Isola del Tempo, e ancora da Victory - An Island Tale di Joseph Conrad (1914).

E dunque una smazzata di eterogenee pagine vocali, abilmente accostate con gusto eclettico. Così il ricco contenuto del concerto odierno entro il quale, a cura di volta in volta delle tre interpreti,  trovano posto Mélodies di Reynaldo Hahn («A Chloris») e la liederistica straussiana («Allerseelen» e «Zueignung»), immortali brani da celeberrime partiture teatrali (la donizettiana Norma testimoniata dal lirismo siderale di «Casta diva» tra i più toccanti esempi del binomio eros e thanatos di squisita matrice romantica, la sortita di Mimì in BohèmeMi chiamano Mimì») l’aria di Amelia «Come in quest’ora bruna» (dal verdiano Simon Boccanegra) e «Pace, pace mio Dio»ancora di Verdi  con varie incursioni nell’universo francese, e allora ecco anche Massenet («Elegie») e una delle più emozionanti pagine dalla Carmen di Bizet («Je dis que rien ne m’epouvante»), giù giù sino al Verismo incandescente e tragico di Leoncavallo e allora da Pagliacci «Stridono lassù». Né manca una garbata Romanza dell’ottocentesco Tito Mattei («L’aube») e una pagina sacra del seicentesco Michelangelo Grancini («Ave santissima Maria»). Insomma, un bel viaggio nella vocalità, in un’ora o poco più, tutto da gustare e centellinare. Non male.

Il prossimo appuntamento concertisticoper la stagione dei Concerti del “Cantelli” è per Sabato 17 febbraio 2018 alle ore 17. “Voce sola e un... mare di violoncelli”, questo il curioso e intrigante titolo assegnato al concerto che vedrà protagonista il soprano Manuela Bisceglie; a ‘sostenere’ la voce un ensemble di ben otto violoncellisti (Stefano Beltrami, Giulia Gillio Giannetta, Elena Lombardo, Gabriele Luzzani, Claudio Merlo, Gaetano Angelo Nasillo, Andrea Scacchi e Margherita Succio) impegnati in uno screziato programma che trascorre dal seicentesco Lotti alle atmosfere ‘multi etniche’ di Villa Lobos al Novecento del polacco Penderecki includendo altresì brani del sommo Ravel e del poco noto compositore argentino  J. L. Elizondo.