Vespolate - Il Comune di Vespolate omaggia Gherardo Babini con la presentazione di un catalogo d’arte a lui dedicato e una mostra di acqueforti. L’artista autodidatta, che scelse di trascorrere a Vespolate la seconda parte della sua vita, ha tradotto in arte la bellezza della Bassa Novarese, scorci urbani e paesaggi di natura, fissandoli in una bellissima serie di acqueforti. Dopo la sua scomparsa, avvenuta nel gennaio 2007, la famiglia ha voluto lasciare in dono alla comunità vespolina le lastre incise da Babini con la possibilità di un loro utilizzo “per non dimenticare”. Il Comune di Vespolate, dopo avergli intitolato la saletta incontri al piano terra del palazzo municipale, recentemente migliorata dalla ristrutturazione, presenta ora il catalogo delle opere.
«Un volumetto che abbiamo voluto proprio per ricordarlo – spiega il sindaco Pierluigi Migliavacca -, per lasciare ai vespolini, e soprattutto ai giovani, la memoria delle sue opere artistiche e per ringraziare la famiglia». Il catalogo, spiega l’assessore comunale alla Cultura Enrica Gandini, «non è solo un modo “per fare ordine” tra le lastre e le stampe ereditate, ma per offrire un volume che possa narrare di un uomo, di un artista, di un pezzo di storia locale da non dimenticare».
In concomitanza con la presentazione del catalogo, è allestita una mostra di acqueforti nella saletta “Gherardo Babini”, visitabile per un weekend. La presentazione del catalogo si terrà sabato 6 aprile 2019, nel Palazzo municipale di Vespolate, con il seguente programma: ore 16.00 presentazione del catalogo; ore 17.00 inaugurazione della mostra. Orari mostra: sabato dalle 17.00 alle 19.00; domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Ingresso libero.
Gherardo Babini (Mantova, 19 maggio 1921; Novara, 16 gennaio 2007) a Vespolate trascorre gli ultimi venticinque anni della sua vita insieme alla moglie. E’ un’artista autodidatta, disegnatore e incisore. Vive l’infanzia e la giovinezza a Genova, dove frequenta prima il liceo scientifico, scoprendo il fascino del disegno a china, poi la facoltà di Chimica all’Università. Interrompe gli studi a causa della seconda guerra mondiale: si arruola e gira l’Italia; fu prigioniero in Germania da dove tornerà solo alla fine del conflitto. Dopo la guerra trova lavoro alla fonderia dell’Ansaldo, si sposa e diventa padre di due figli. Negli anni Sessanta lascia Genova per svolgere attività nell’ambito della fusione in bronzo: si trasferisce prima in Lombardia poi approda in Piemonte, a Novara. Nel tempo libero si rifugia nell’arte, nel disegno e nella pittura: sperimenta diverse tecniche. Alla fine degli anni Settanta è costretto al pensionamento per invalidità. Negli anni Ottanta si trasferisce a Vespolate: è in questo momento che l’arte diventa la sua principale occupazione. Nella tecnica dell’incisione per acqueforti Babini trova la modalità più congeniale per esprimere la propria sensibilità, la propria attenzione per il mondo quotidiano, per il paesaggio e per la natura, rappresentati sempre con estremo realismo. La sua casa-studio di via Puccini a Vespolate è un punto di riferimento per tanti: là ci sono il torchio e tutti gli strumenti di lavoro per realizzare le acqueforti. Babini coltiva autentiche amicizie a Vespolate; frequenta la comunità, partecipa agli eventi e sostiene le attività delle associazioni locali. Scriveva di sé: «Come grafico mi sono fatto da solo, rubacchiando a destra e a manca, ma aggiungendo di mio l'amore per la natura che mi ha aiutato a rappresentarla. Con orgoglio dico: tutto da solo e con la critica sincera delle persone che mi amano».