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Vito Lo Re firma la Colonna Sonora de L’Uomo del Labirinto

Il film del regista e scrittore Donato Carrisi nella sale cinematografiche in questi giorni

Novara - In questi giorni nelle sale cinematografiche “L’Uomo del Labirinto”, film del regista e scrittore Donato Carrisi, tratto dal suo omonimo best-seller. Un cast d’eccezione: Toni Servillo nei panni dell’investigatore privato Bruno Genko, Dustin Hoffman in quelli del profiler dottor Green, Velentina Bellé e Vinicio Marchioni. A comporre la colonna sonora Vito Lo Re, milanese di origine ma novarese d’adozione. “Ogni colonna sonora ha il suo concetto e a partire da quello la musica cerca di esprimere l'idea visiva ed estetica del regista. Più il regista è perfezionista, più il lavoro del compositore diventa estremamente impegnativo e allo stesso tempo soddisfacente” dice Lo Re. “In particolare nel genere thriller, ci sono diversi compositori la cui influenza è innegabile: Bernard Hermann, Jerry Goldsmith, James Newton-Howard, Howard Shore e John Ottman, tra gli altri. Questo è il mondo musicale in cui mi sono trasferito senza mai dimenticare una tipica cantabilità italiana che genera temi forti in grado di legarsi indissolubilmente al film”.

La storia inizia con il ritrovamento di Samantha Andretti (Valentina Bellé) rapita quindici anni prima mentre si recava a scuola. A lei viene assegnato un profiler con il compito di aiutarla a recuperare la memoria, ricostruire i suoi giorni nel labirinto, e individuare chi l’ha tenuta prigioniera. Dall’altra parte Genko, un investigatore privato coi giorni contati, che, su un piano parallelo, vede nella cattura del rapitore di Sam la sua ultima possibilità di riscatto.

“Ho usato diversi sintetizzatori insieme all'orchestra, in particolare per tirare fuori il mistero del labirinto” continua Lo Re. “Ma quando abbiamo bisogno di descrivere un personaggio, non c'è niente di meglio dell’orchestra. Nessun suono campionato potrà mai fare lo stesso lavoro di 75 persone che respirano e suonano insieme. Anche se potrebbe essere tecnicamente più perfetto, mancherà sempre l'anima”. Conclude Lo Re “E questo è in definitiva il lavoro del compositore: toccare l'anima. Solo il pubblico e il tempo ci riveleranno se siamo stati in grado di raggiungere questo obiettivo”.