Trecate - In questo imprevedibile, piovoso e, alla fine, caldo luglio, si è consumata la Passione per l’opera che anche quest’anno ha visto la collaborazione del Teatro Coccia di Novara con la Passione di Sordevolo. “Opera, che Passione!” è un’avventura iniziata con il grande successo riscosso dal Nabucco l’anno scorso, grazie a un’ intuizione della direttrice del teatro che ha portato ad intersecare gli interpreti e i figuranti della Passione con il coro e l’ensemble scenico operistico. Il progetto estivosi svolge, ormai da due anni, nell’Anfiteatro Giovanni Paolo II, spazio solitamente dedicato, nel piccolo comune del biellese, alla sacra rappresentazione della Passione del Cristo, con tutta la popolazione locale coinvolta in prima persona come attori di un evento che ha radici popolari antichissime.
Questa maestosa cornice ha portato la direttrice del Coccia, Corinne Baroni, ad investire ancor di più nell’allestimento di una nuova opera del compositore di Busseto: Aida, affidando la regia, come l’anno precedente, ad Alberto Jona. Il regista, nel documentarsi per l’allestimento ha poi scoperto che a soli tre chilometri da Sordevolo, a Occhieppo Inferiore, nacque, nel 1856, Ernesto Schiaparelli, notissimo egittologo che diresse per diversi anni il Museo Egizio di Torino e che, grazie a lui, divenne tanto importante, secondo nel mondo solo a quello del Cairo. Tra le novità di questa edizione non poteva quindi mancare la collaborazione con il Museo Egizio di Torino, che festeggia in questo 2024 i 200 anni dalla fondazione e che ha messo a disposizione consulenze scientifiche e materiali. Sulla scena è infatti ben evidente il figurativismo egizio, che evoca noti reperti archeologici conservati appunto nel museo del capoluogo piemontese, al quale lo spettacolo rende il dovuto omaggio.
Quest’opera, ambientata in una sorta di “Wunderkammer” tardo ottocentesca, fatta di reperti, statue, sarcofaghi e papiri pronti per essere trasportati verso l’Europa, ha riportato alla memoria dei presenti la passione per quel mondo sconosciuto e misterioso, per l’egittomania, che a fine Ottocento tanto si diffuse.
La regia, avvalendosi delle scenografie di Matteo Capobianco, dei costumi di Silvia Lumes, del visual designer Luca Attilii, del light designer Ivan Pastrovicchio e dell’immaginario di teatro d’ombra di Controluce Teatro d’Ombre ha aiutato a regalare al pubblico un’ Aida dalle intense emozioni.
Il risultato della rappresentazione è stato uno spettacolo di straordinaria bellezza che ha affascinato il pubblico, in primis, per l’interpretazione dei cantanti, ben due cast per le quattro recite, poi del danzatore e coreografo Gérard Diby, così come dell’Orchestra Sinfonica Italiana, diretta dal maestro Marco Alibrando, degli attori della Passione (oltre alle 100 comparse, bambini compresi) e infine, ma non per ultima, della corale trecatese San Gregorio Magno, ormai una garanzia di riuscita, una delle eccellenze che da tempo collaborano con il Teatro Coccia.
Un pubblico delle grandi occasioni ha affollato, per la prima di Aida, il 5 luglio, gli spalti dell’anfiteatro con una affluenza che è arrivata vicina al migliaio di persone.
Sabato sera, il 6, avrebbe dovuto esserci la replica di questo successo, ma le condizioni atmosferiche hanno impedito l’esecuzione all’aperto. L’amore per il bel canto ha spinto questa volta i sordevolesi, e non solo, a spostarsi presso il teatro novarese ed è stato sicuramente piacevole e gratificante sapere che già dalle 19:30 gli spettatori si erano posti dinnanzi al teatro formando una lunga fila in attesa di entrare e prendere posto.
L’opera è stata quindi rappresentata al Teatro Coccia di Novara in versione semiscenica, ma nulla, non sicuramente dal punto di vista vocale, per il quale l’ambiente chiuso ha sicuramente agevolato i cantanti, e neanche da quello registico o scenico è andato completamente perduto. Certo il coro non ha potuto indossare i costumi e si è presentato sul palco con la divisa ufficiale, in nero. Ma anche questa scelta non è sembrata essere stata affidata del tutto al caso. La macchia scura formata dai coristi ben si è accordata all’aspetto drammatico dell’opera e in scena ha contribuito ad aumentare quell’ala di mistero che ben si confa al tema esoterico ed esotico dell’opera.
Insomma, se nella prima recita l’intento registico era l’unione di due forti elementi: il mondo dell’antico Egitto e l’ottocento della missione Archeologica italiana; nella seconda rappresentazione, a Novara, con l’entrata in scena del coro in abbigliamento moderno, se ne è aggiunto un altro: la contemporaneità o forse meglio dire, l’assenza di un tempo preciso in cui dover a tutti i costi collocare questo capolavoro verdiano.
Certo, la motivazione è stata fondamentalmente l’impossibilità di portare tutti i costumi, ma in realtà si è aperta l’ eventualità a un’altra via interpretativa.
Sempre a causa del maltempo anche la terza recita, del 12 luglio, si è tenuta al teatro Coccia di Novara, mentre l’ultima, il 13 luglio si è potuta finalmente rappresentare nella sede predestinata: Sordevolo.
Grande successo anche per l’ultima rappresentazione. Il pubblico entusiasta che gremiva l’arena ha applaudito a lungo, anche a scena aperta, tutti gli interpreti. L’opera verdiana ha raccolto enormi consensi anche da parte della critica in tutte e quattro le serate.
Si chiude dunque la maestosa scatola scenica dell’Aida e si conclude il meraviglioso viaggio nell’antico Egitto a Sordevolo, che per la nostra corale San Gregorio Magno ha significato ancora una volta tanta soddisfazione, ma anche dedizione, impegno e fatica, basti pensare alle lunghe settimane di preparazione e soprattutto all’ultima, con prove ogni giorno e spostamenti quotidiani fino al borgo biellese.
A guidare e sostenere la corale, come sempre, la presenza dei maestri: in scena, a cantare tra le fila dei baritoni, il maestro Mauro Trombetta e poi dietro le quinte ancora, da un parte il maestro Alberto Sala e dall’altra il maestro Trombetta. Numerosi riconoscimenti e apprezzamenti hanno contraddistinto questa indimenticabile esperienza.
Ormai è prossimo il periodo delle ferie e la corale trecatese ora guarda al meritato riposo con grande soddisfazione, anche dei maestri.
E si parte per le vacanze, come sempre, con il canto nel cuore.
Mariagabriella Di Giovanni