Trecate - L'autore, attore e regista Antonio Roma presenta il suo primo romanzo “Festa del Perdono”, edito da Infinito Edizioni (Collana Sound Ciak) e in uscita nelle librerie (fisiche e digitali) dal 19 maggio. Un racconto vibrante, appassionato e poetico, che ben rappresenta una generazione, ma in cui tutti possono ritrovarsi e che porta a delle profonde riflessioni sia sociali che individuali.
«”Festa del Perdono”, mio romanzo d’esordio e prima pubblicazione con una casa editrice importante, affonda le radici in una presa di coscienza. Mi spiego meglio: durante il lockdown mi sono trovato a rileggere, dopo anni,” Ask The Dust (Chiedi alla polvere)” di John Fante e non ho potuto non trovare delle analogie tra il suo Arturo Bandini e un Arturo, il mio, che stavo in quel momento soltanto abbozzando per una sceneggiatura teatrale, diventata poi altro ovvero questo romanzo. C’è dunque un legame, un filo sottile e trasparente agli occhi degli altri, che unisce l’Arturo di Fante ed il mio, entrambi protagonisti procrastinatori di una vita filtrata da un abito di scontentezza, una vita nella quale la Testimonianza non ha modo di prescindere dalla scrittura». - spiega Antonio Roma - «Ma le analogie mi piace pensare ci siano anche tra Fante e me. John era figlio di Nicola Fante, un immigrato italiano originario di Torricella Peligna o come lo chiamavano a Denver (in Colorado) “a fucking italian man” e Antonio Roma, mio nonno che, arrivato a Torino nel secondo dopoguerra da Montegiordano, trovava solo cartelli con scritto “non si affitta ai meridionali”. I meridionali a cui non affittare casa sono poi diventati gli albanesi prima, gente con un colore della pelle e/o un credo diverso dal nostro poi. Il protagonista di Festa del Perdono si confronta con questo sostrato, nel quale ha le radici, ma vive nella Milano e nell’Italia di oggi, dove abitare costa troppo e se di mestiere fai l’insegnante del liceo a tempo determinato ti chiamano supplente e lo stipendio non sai quando te lo danno. Il protagonista di Festa del Perdono appartiene ad una generazione, la mia, che, spaesata ma resiliente, insegue Utopie, con la speranza si facciano concrete, ma con il timore che se ciò avvenisse troppo presto questa Italia sarebbe inadeguata ad accoglierle e ne spezzerebbe i petali».
Milano, Festa del Perdono, una mattina d’inverno. Un sole lento mitiga il freddo. Arturo, insegnante precario di Lettere, siede in un bar frequentato da studenti e, caffè alla
mano, legge le poche pagine scritte con la stilografica di un libro che da anni abita solo nel suo stomaco. Conosce Ambra, poi s’imbatte casualmente in Aiša, persa anni prima. Due incontri che si snodano in 48 ore e che del tempo si prendono gioco, in un dialogo intimo con l’alterità e con il sé, il solo capace di dare corpo all’identità, individuale e collettiva, di una generazione spaesata e resiliente.
La prefazione di “Festa del Perdono” è firmata da Veronica Atitsogbe.
L'immagine di copertina è “Sedia a colori” di Alice Ponti.
Antonio Roma è autore, attore e regista di Teatro Civile. È laureato in Scienze sociali per la globalizzazione e in Lettere. Convinto dell’urgenza in questo momento storico di un lessico inedito, che affondi le radici nel legame tra le parole Testimonianza e Umanità, le sole capaci di portare Autenticità, il 7 gennaio 2019 ha fondato Educare alla Bellezza APS, della quale è presidente. È autore di un’opera poetica, “Tra le corde di un’altalena”, con prefazione di Emanuele Fiano, e voce di un podcast, “Markale - Voci da Sarajevo”, scritto con Alice Ponti. Ha un blog, ‘Na tazzulella ‘e café, e diverse Utopie...