Share |

I NOVARESI CHE FECERO LA COSTITUENTE

Gianfranco Capra (dal suo profilo Facebook)

Trecate - Il 2 maggio scorso, presso il Salone delle Feste di Villa Cicogna, nell’ambito della rassegna “Perché scrivere?” promossa dal Consiglio di Biblioteca, il giornalista-scrittore novarese Gianfranco Capra ha presentato il libro “I novaresi che fecero la Costituente”. Ha introdotto e concluso la serata il Consigliere Filippo Sansottera, che riveste la delega particolare alla Legalità ed il nesso con le leggi fondanti del nostro Stato, contenute appunto nella Costituzione, è del tutto evidente. Ha condotto invece la presentazione dell’autore e del testo Franco Peretti, profondo conoscitore, nonché protagonista, della storia recente del nostro territorio, e pure insegnante Ute, proprio di questa materia. Il clou della serata ha visto la descrizione delle figure dei 10 novaresi eletti nella Costituente, “equamente” divisi tra i vari schieramenti: 4 democristiani, 4 socialisti, 2 comunisti (Novara era città con forte presenza socialista come si evince dall’elenco …) tra i quali il più votato risultò Oscar Luigi Scalfaro, divenuto in seguito uno degli uomini politici più influenti d’Italia, nonché Presidente della Repubblica, nonché strenuo difensore dei valori contenuti nella nostra Costituzione. Tra il pubblico era presente anche Paolo Cattaneo ex presidente della Provincia e nipote dello statista scomparso. Tra i costituenti novaresi sono stati ricordati personaggi notissimi come Piero Fornara, insigne pediatra, Vincenzo Moscatelli, capo partigiano, Giulio Pastore e Paolo Bonomi in seguito Ministri e influenti uomini politici, e poi ancora, Bonfantini, Scarpa, Marazza, Jacometti, Zappelli.

La rassegna “ Perché scrivere?” non poteva cominciare meglio, per l’elevato tenore della serata di memoria storica ma anche di “difesa” dei valori che animarono i padri costituenti. Proprio di valori forti abbiamo bisogno in questi tristi giorni e di esempi elevati.

I dieci novaresi, ed i loro compagni di strada, costituiscono per noi un monito di ciò che deve essere la politica: luogo di confronto anche forte e aspro, ma che deve poi trovare una sintesi superiore per il bene comune.