Trecate - Riceviamo e pubblichiamo da Ilenia Cardani: "Dopo diversi anni in cui la nostra festa Patronale è stata spostata di tre settimana dalla data originale, sono ancora qui a chiedermi “perché devo partecipare ad un evento che non riconosco come mio?”. La festa di Trecate è sempre stato un momento di gioia condivisa con amici e familiari; tutti hanno sempre partecipato dimostrando grande interesse per le attività e spesso si animava la disputa con i Ceranesi per il miglior spettacolo pirotecnico. La partecipazione alla fiera era maggiore, c’era un po' la nostra storia in quello che si vedeva passeggiando per le strade, c’erano cose speciali che solo durante la fiera si possono vedere e provare. Dove sono finiti gli animali da fattoria? Dove sono andati i trattori? Ricordo la festa di Trecate come giorni in cui incontrare le persone con cui si è cresciuti, che hanno vissuto la città insieme a noi, che hanno visto le nostre stesse cose e poi sono scomparse, inglobate dal mondo del lavoro. Quelle persone sono il motivo di aggregazione, sono la cosa più bella che la festa ha da offrire perché con il mondo frenetico in cui viviamo oggi, non si è più in grado di fermarsi a ragionare e guardare che i rapporti di amicizia sono andati persi e se non ci si può più nemmeno vedere passeggiando per le vie della tua città natale perché è giorno lavorativo, la festa perde ogni significato. Spostando la festa più in avanti si è fatto anche più freddo, motivo per cui chi ha figli non ha partecipato molto, ancheperché le attività erano poche…. Non avrebbe avuto più senso far conoscere ai bambini il motivo della nostra festa con canti, balli, storie in dialetto, giochi con il riso, insomma riportare un po' Trecate ai vecchi tempi? Spostando la festa non si ha più quel calore che si sentiva anni fa, quando ancora si festeggiava alla fine di agosto, quando le persone ancora erano in ferie e partecipavano più numerose (chi l’ha detto che la festa è stata spostata perché c’era poca partecipazione ad agosto a causa delle ferie? Forse la stessa persona che non ha visto svuotarsi il piazzale del cimitero durante lo spettacolo pirotecnico!). Spostare la festa ha fatto perdere senso alla festa stessa: le persone, mi dispiace dirlo, non ci credono più. Io credo nella mia città, credo che possiamo fare molto per renderla un posto accogliente per noi di oggi, e farla tornare il posto che, forse nostalgicamente, mi ricordo essere stata da piccola! Per questo motivo ho deciso di provare la strada della raccolta firme, in modo da far vedere al Comune, alla Giunta, alla Parrocchia e Consulta… a chiunque abbia voce in capitolo che c’è ancora chi ci crede! Io credo in Trecate, credo nella sua storia e nelle sue relazioni, nelle amicizie nate sui banchi di scuola, nei giochi in mezzo alla strada, nella sua capacità di dare calore!"