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L'insegnamento di Gino Strada in Biblioteca civica

Come salvare il mondo... una persona alla volta: la curatrice Simonetta Gola presenta il libro del fondatore di Emergency il 30 settembre

Cameri - Curare le vittime e rivendicare i diritti, una persona alla volta: ne era convinto Gino Strada, chirurgo di guerra e uno dei fondatori di EMERGENCY. A un anno dalla sua scomparsa il suo libro Una persona alla volta (Feltrinelli, 2022) sarà presentato in Biblioteca civica a Cameri (via Novara 20) venerdì 30 settembre 2022 alle ore 18 da Simonetta Gola, curatrice del libro e Direttore dell'ufficio comunicazione di EMERGENCY, con la moderazione di Federica Mingozzi. L’incontro è organizzato dall’Assessorato alla Cultura e dalla Commissione Biblioteca in collaborazione con la libreria La Feltrinelli Point di Arona ed EMERGENCY. 

Da Kabul a Hiroshima, Una persona alla volta è una narrazione appassionata e avventurosa delle radici che hanno ispirato Gino Strada, giorno dopo giorno, viaggio dopo viaggio. Ma anche una riflessione radicale sull’abolizione della guerra e sul diritto universale alla cura. Il libro è il racconto dell’impegno e delle esperienze che hanno condotto l’autore da giovane chirurgo di Sesto San Giovanni fino ai Paesi più lontani, per seguire l’idea che portava avanti con la sua passione e con EMERGENCY: salvare vite umane e lottare per i loro diritti; persona dopo persona, diritto dopo diritto. 

Simonetta Gola è laureata in Scienze Politiche all’Università degli studi di Milano dove inizia a occuparsi di comunicazione e inclusione sociale. Giornalista Pubblicista dal 2005, nel 2014 riceve il Premio Ischia "Comunicatore dell’anno". Lavora con EMERGENCY dal 2001 e dal 2012 è Direttrice dell’ufficio comunicazione, occupandosi di sviluppo dei progetti, delle attività estere e della cultura di pace. È membro del Consiglio direttivo di EMERGENCY dal 2009.   

Una citazione da Una persona alla volta: 

«Sono un chirurgo. Una scelta fatta tanto tempo fa, da ragazzo. Non c'erano medici in famiglia, ma quel mestiere godeva di grande considerazione in casa mia. Fa il dutur l'è minga un laurà, diceva mia madre, l'è una missiùn. Un'esagerazione? Non so, ma il senso di quella frase me lo porto ancora dentro, forse mia madre era una inconsapevole ippocratica».