Cerano - Pubblico delle grandi occasioni, anche se era di lunedì sera (26 marzo) e nonostante la persona chiamata sia tutt'altro che 'comoda', ma un certo don Andrea Gallo, sacerdote genovese di quasi 84 anni, che ha confermato di avere una verve incredibile e una visione piuttosto 'estremistica' e 'forte' di vivere il cristianesimo nella società di oggi. Nelle quasi tre ore di monologo (iniziato alle 21 e concluso dopo la mezzanotte), dopo i saluti dell'assessore alla Cultura del Comune di Cerano, Ilaria Cornalba, e di Pierangela Bozzini, rappresentante della scuola di pace, intitolata alla memoria dell'arcivescovo Romero, brutalmente assassinato 32 anni fa a El Salvador mentre stava officiando la Messa, don Gallo ne ha avute per tutti, spaziando da Wojtyla a Ratzinger, da Berlusconi a D'Alema, dal cardinale Tettamanzi al cardinale Bertone, da Napolitano a... Fabrizio De Andrè.
L'inizio è pirotecnico e le tre ore che seguono non lo sono da meno... "Grazie dell'invito qui a Cerano, dove per la prima volta vengo accolto da due parroci (don Francesco di Cerano e don Ernesto di Galliate): un fatto molto insolito, in quanto in curia dicono che 'puzzo' di eresia. E il vescovo non c'è? Non sa cosa si perde!" e giù le prime risate. Ci sono momenti nel monologo di don Gallo che ti sembra di essere a teatro, per il modo coinvolgente in cui racconta le vicende della fede e soprattutto dell'attualità. A tratti sembra addirittura di essere ad un comizio-spettacolo di Beppe Grillo, per la forza con cui condanna i politici italiani ed anche per quella cadenza tipicamente ligure. "Il cristiano deve capire che non può starsene in disparte e accettare passivamente tutto quello che succede, ma deve fare dell'impegno civile e attenzione per gli ultimi, siano essi gli emarginati, i poveri e i senza tutela, il suo 'credo'. Tutti apparteniamo alla famiglia umana e la Chiesa deve smetterla di occuparsi di gerarchie e palazzi e andare in mezzo alla gente, agli ultimi. Io non taccio, non sono mai stato capace di farlo, nemmeno a 16 anni quando decisi di diventare partigiano". Non sono mancate poi critiche a Benedetto XVI per il viaggio in Messico di questi giorni, compiuto nei palazzi del potere, in mezzo a politici corrotti e collusi col narcotraffico; stesse critiche anche per Giovanni Paolo II "che a Santiago del Cile si fece vedere dal balcone della residenza presidenziale con Pinochet... Non capisco poi perché Wojtyla sia stato fatto 'beato' dopo soli 6 anni dalla sua scomparsa, mentre Romero, che è morto in un modo tanto tragico ed è stata persona straordinaria per le battaglie sociali contro i regimi militari in centroamerica a 32 anni dalla sua scomparsa non abbia avuto lo stesso trattamento". Quindi grande affondo con il 'berlusconismo' imperante nella nostra società, "dove tutto ci è dovuto". Poi critica alla politica, soprattutto dagli anni di Craxi ai giorni d'oggi: "Ma politica significa, come diceva giustamente don Milani, riuscire tutti assieme a trovare una giusta soluzione ad un problema, partendo proprio dagli ultimi. Politica è sinonimo di servizio pubblico".
Sempre a proposito di Chiesa, don Gallo auspica "un'apertura nei confronti della società civile su temi come l'educazione sessuale, il preservativo, le coppie di fatto, i gay, le lesbiche e i divorziati. La Chiesa deve aprire le sue porte, non chiuderle. E allo stesso modo deve condannare fermamente la guerra, che non è mai giusta, intelligente e inevitabile. E poi la Chiesa deve smetterla di avere commistioni col potere economico: ma lo sapete che da tempo in Vaticano ci sono gli ispettori dell'Unione Europea, per verificare che non ci sia stato nello Ior riciclaggio di 'denaro sporco'? La chiesa è di tutti e i sacerdoti devono essere tanto gli uomini quanto le donne (diaconesse), com'era agli albori del Cristianesimo. Si riuniscano di nuovo tutte le religioni del mondo attorno ad un tavolo per finirla con le 'guerre sante', che sono comandate solo dal dio denaro. E nella nostra società che si definisce cattolica basta con quei gruppi - e cita Comunione e Liberazione e la Comunità di S. Egidio - che sono presenti per interessi di parte, ma che poi concretamente non si schierano in favore degli ultimi. Io sono uno di quelli che dieci anni fa quando scoppiò la guerra contro Belgrado denunciò D'Alema, allora Presidente del Consiglio, perché aveva violato la Costituzione Italiana, che non prevede in alcun modo l'utilizzo della guerra nella soluzione dei problemi di carattere internazionale". Sempre a proposito di politica italiana, don Gallo ne ha anche per il Capo dello Stato: "Ma come fa Napolitano a chiedere ai meno abbienti ulteriori sacrifici per salvare l'Italia dalla bancarotta? Che li facciano coloro che l'hanno conciata in questa maniera a furia di rubare e con la speculazione internazionale!".
Chiusura dedicata alle donne: "Siete voi il futuro del mondo, sta a voi salvarlo dalle brutture degli uomini. E dovete farlo subito, a partire da ora. Abbiate entusiasmo, forza e intelligenza, come scrisse Antonio Gramsci, e vedrete che i risultati arriveranno. Il mio Vangelo? Per me gli evangelisti sono cinque: Marco, Matteo, Luca, Giovanni e... Fabrizio de Andrè, che ho avuto l'onore di conoscere e la cui poesia ci riempie l'anima". Dopo 180' di discorso filato tra ricordi, sottolineature e stilettate don Andrea Gallo saluta il pubblico ceranese. Prossimo impegno per lui poche ore dopo, la sera di martedì 27 marzo, per uno spettacolo in un teatro milanese. Per Cerano e la scuola di pace 'Romero' tantissimi spunti su cui riflettere e meditare, magari ascoltando una canzone del grande 'Faber'.
Gianmaria Balboni