Trecate - «Un teatro che chiude è una ferita per la città, una gioia, quando riapre: questa operazione di riapertura può essere iscritta nel libro d’oro della storia di Vigevano”. Con queste parole Fiorenzo Grassi, direttore artistico della stagione del Cagnoni, ha presentato il programma 2024-25 del teatro civico cittadino. Così il 12 ottobre è andata in scena “Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi su libretto di Antonio Somma. Si tratta della stessa opera che nel 1873 venne rappresentata all’inaugurazione del Teatro e che sabato sera ha potuto restituire la piena fruizione di questo fondamentale spazio culturale alla città, dopo gli interventi di restauro e valorizzazione.
La vicenda relativa alla composizione verdiana fu alquanto complicata. Il San Carlo, con il quale il compositore di Busseto aveva firmato un contratto, per la stagione teatrale del Carnevale del ‘57-‘58, pretendeva un’opera nuova e Verdi si risolse a mettere in musica il Gustavo III di Scribe, ma la censura napoletana fu tiranna e lo costrinse a diversi cambiamenti. Nel 1858 uscì dunque “Una vendetta in Domino”, ma dopo l’attentato a Napoleone III la direzione del San Carlo decise di muoversi autonomamente facendo modificare il titolo e gran parte del contenuto del libretto. Verdi sciolse il contratto e il teatro gli fece causa. Come risposta il compositore querelò il teatro per danni. Il tutto si dovette risolvere in tribunale. Dopo mesi si giunse ad un accordo: la direzione ritrattò le accuse e in cambio Verdi mise in scena al San Carlo una ripresa del Simon Boccanegra. Per poter rappresentare la sua opera il maestro prese quindi contatti con l'impresario del teatro Apollo di Roma, dove la composizione subì le ultime modifiche: la vicenda si trasferì a Boston e il re divenne un conte. Finalmente l’opera vide la luce del palcoscenico e, con il titolo di Un ballo in maschera, si guadagnò onori e complimenti.
Ma torniamo ai nostri giorni e alla prima di sabato. Non credo di aver scritto spesso stando dall’altra parte del palcoscenico, ovvero tra gli spettatori; e anche se l’emozione è differente, è comunque un’intensa e gradevole sensazione. Sapere di prendere parte, pardon, assistere ad uno spettacolo è sempre una grande gioia: in fondo è una serata di festa. Si arriva davanti al teatro, al tempio della musica, si percorre il foyer, si trova il proprio posto ed ecco che la magia ha inizio. Il sipario si alza e il palcoscenico prende vita. Il direttore solleva la bacchetta: giungono all’orecchio le prime note, poi i cantanti e finalmente il coro. Scusate sono di parte, lo so. Ma sono venuta soprattutto a sentire la mia corale! Sono settimane che lavorano e studiano le parti, imparano le note e mettono ogni singola parola e indicazione musicale a memoria. A tutto questo si sommano le prove di regia, i movimenti sul palco, i costumi e persino le prove di ballo! E quindi eccomi, seduta su una comoda poltroncina azzurra, in platea, a godermi lo spettacolo. A lasciare che ogni vibrazione sonora mi pervada. Alla fine ogni aspettativa è stata soddisfatta. Ineccepibile l’interpretazione del coro San Gregorio Magno di Trecate, come sempre una garanzia di successo. Grande vocalità e anche... bravi danzatori! La direzione, affidata al maestro Andrea Raffanini, però, non è sempre riuscita a contenere l’Orchestra Sinfonica Città di Vigevano, che purtroppo in alcuni momenti ha sovrastato la voce degli interpreti. Tradizionale e funzionale la regia di Giandomenico Vaccari. Molto applaudita il soprano Daria Masiero nel ruolo di Amelia e soprattutto Sumin Hwang in quello di Oscar, voce fresca e piacevole. Magnetica l’interpretazione di Giorgia Gazzola nella parte di Ulrica, molto apprezzate dal pubblico le esecuzioni di Hector Lopez, Riccardo, e Vittorio Vitelli, Renato. Al termine dell’esecuzione, primi, alla riapertura del sipario, a ricevere i lunghissimi e meritatissimi applausi, i coristi della San Gregorio Magno, i quali, diretti dal maestro Alberto Sala, hanno, anche in questa occasione, potuto contare sulla presenza dinamica e costante del maestro Mauro Trombetta.
Una grande serata con un grande coro, da sempre fiore all’occhiello di Trecate e della musica.
Mariagabriella Di Giovanni