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Sinfonie di Sensi: secondo appuntamento e tappa a Galliate

Oltre i confini della musica: sabato 8 giugno nel Castello è protagonista al pianoforte Roberto Cominati

Galliate - Secondo appuntamento di Sinfonie di Sensi 2024, la manifestazione ideata dal Teatro Coccia che porta il pubblico in beni storico architettonici convenzionati con il FAI – Fondo Ambiente Italiano della Provincia di Novara, all’ascolto musicisti di fama internazionale, e voci narranti, un pianoforte simbolo della tradizione artigiana, degustando le eccellenze enogastronomiche del territorio: un’esperienza che unisce i cinque sensi.

Sono questi gli ingredienti di Sinfonie di Sensi – Oltre i confini della musica, che torna in una rinnovata edizione nel segno dell’ispirazione: dall’Opera alle grandi composizioni alle importanti figure femminili della Storia e della Musica.

La manifestazione ideata e organizzata da Fondazione Teatro Coccia di Novara, con il contributo di Ministero della Cultura, con Bösendorfer FAI Delegazione di Novar  in qualità di main partner, il patrocinio di Regione PiemonteCittà di NovaraComune di Trecate, Comune di Galliate, Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino del Lago Maggiore, Città Europea del Vino 2024, con il sostegno di, in collaborazione con Azienda Vitivinicola I Dof Mati, Azienda Vitivinicola Rovellotti, Orto in Cucina, Stop Over Viaggi, Agenzia Turistica Locale Terre Dell'alto Piemonte Biella Novara Valsesia Vercelli.

L’intera rassegna si articola su un suggestivo percorso multisensoriale: si inizia alle 19 con la visita alla dimora a cura dei volontari del FAI, segue il concerto-spettacolo e si conclude con la degustazione di vini dell’Alto Piemonte abbinati a piatti tipici della cucina locale.

Secondo appuntamento Sabato 8 Giugno nel Castello Visconteo Sforzesco di Galliate. Il Castello Visconteo Sforzesco di Galliate è uno dei monumenti più importanti del territorio novarese per la sua bellezza architettonica e per l'imponenza ed unitarietà d'impianto.  Numerosi sono poi i fatti storici legati al castello e le narrazioni leggendarie e fantastiche che ha evocato, creando attorno a sé un alone di fascino e mistero .Il castello sorse per volere di Galeazzo Maria Sforza dal 1476 sulle basi di una precedente fortezza viscontea e venne realizzato su progetto degli architetti militari Ambrogio Ferrari e Danesio Mainerio. Dopo la morte del duca i lavori di costruzione si fermarono e furono ripresi solo nel 1496 da Ludovico il Moro che si avvalse nuovamente del Ferrari per rendere la fortezza una comoda residenza per le caccie ducali. Nel 1532 divenne feudo del ramo Caravaggio degli Sforza, subendo nel corso del Seicento diverse trasformazioni, che però non mutarono le strutture fondamentali. Dopo essere rimasto da fine Settecento in uno stato di degrado, nel 1878 venne frazionato tra più proprietari ed iniziarono gli interventi di restauro. Oggi appartiene in buona parte al Comune che ha già intrapreso un organico piano di restauro conservativo per restituire il castello all'antico splendore. Malgrado tutte le vicende storiche e i diversi passaggi di proprietà, il castello ha conservato le sue caratteristiche essenziali e tutta la sua imponenza. Le dimensioni stesse ce ne confermano la monumentalità: l'ampio fossato in origine era largo più di 20 metri e lo stesso edificio fu costruito in forma di vasto quadrilatero (108 m. x 80 m.) con mura merlate di oltre 3 metri di spessore. Agli angoli della rocca si elevano quattro torri che superano di soli cinque metri e mezzo i muri di cortina, accentuando l'aspetto orizzontale dell'edificio. Vi sono inoltre altre due torri sui lati maggiori a sud e a nord, contenenti le porte principali d'ingresso con le loro postierle, già munite di ponti levatoi e dei rivellini che servivano da batti ponte. Queste due torri presentano beccatelli formati da tre mensole in pietra sporgenti l'una sull'altra, caratteristica quasi unica nel Novarese, mentre merli ghibellini sono posti a coronamento del muro sopra beccatelli lunghissimi. Il muro di cortina del lato di ponente venne distrutto nel secolo XVII da una mina ed ora è sostituito da un altro muro e da fabbricati moderni, tra cui spicca l'edificio in forme neogotiche con annessa torretta, costruito all'inizio del Novecento. Visitando il castello al suo interno, si notano i mutamenti avvenuti durante l'Ottocento; in particolare nella parte orientale sono situati il porticato in stile neorinascimentale e la sala ottocentesca che al presente è adibita ad Aula Consiliare, e dove si svolgono durante l'anno varie manifestazioni culturali. Si possono qui ammirare le quattro statue allegoriche (Lavoro, Cuore, Mente, Anima) dello scultore Crivelli ed il soffitto riccamente decorato a medaglioni in stucco. Nell'ala sud - occidentale, adibita a Biblioteca, sono visibili eleganti decorazioni pittoriche, ornamenti ed affreschi dei secc. XVII-XIX che abbelliscono la "Sala Rosa", la "Sala degli Stucchi" e la "Sala degli Stemmi".  Rimangono altri esempi di pitture nelle torri: in quella castellana a nord-est una vasta sala del primo piano conserva una bella volta rinascimentale ad ombrello decorata da affreschi riproducenti gli stemmi dei Visconti e degli Sforza.

Terminata la visita alla Dimora, nel Salone neogotico, attende il pubblico Roberto Cominati con un concerto dedicato a Fyederyk Chopin. Apprezzato da La Repubblica per il “pianismo stilisticamente impeccabile e mimetico”, Roberto Cominati ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale “Alfredo Casella” di Napoli nel 1991. Nel 1993 si è imposto allattenzione della critica e delle maggiori sale da concerto internazionali grazie al primo premio al Concorso Ferruccio Busoni” di Bolzano. Nel 1999 ha inoltre ottenuto il premio del pubblico “Jacques Stehman” della TV belga e dell’emittente francese TV5, nell’ambito del Concorso “Reine Elisabeth’’ di Bruxelles. In Italia è ospite di prestigiose istituzioni musicali come il Teatro alla Scala, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro La Fenice di Venezia, il Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Carlo Felice di Genova, l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l'Accademia Chigiana di Siena, il Festival Pianistico di Brescia e Bergamo e il Festival dei Due Mondi di Spoleto. All’estero ha suonato al Théâtre du Châtelet di Parigi, al Concertgebouw di Amsterdam, alla Konzerthaus di Berlino, al Festival di Salisburgo, al Gasteig di Monaco di Baviera, alla Monnaie di Bruxelles, al Teatro Colón di Buenos Aires, al Kennedy Center di Washington e poi ancora in Inghilterra, Belgio, Paesi Bassi, Cile, Uruguay, Brasile, Finlandia, Giappone e Australia. Tra i direttori con cui ha collaborato ricordiamo Sir Simon Rattle, Daniele Gatti, Andrej Borejko, Leon Fleisher, Daniel Harding, Yuri Ahronovitch, David Robertson, Mikhail Pletnev, Alexander Lazarev, Andrea Battistoni, Michele Mariotti, Juraj Valčuha, Sascha Goetzel ed Eliahu Inbal. Nelle stagioni passate si è esibito al Festival di Bratislava, a Torino con l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, a Palermo con l'Orchestra del Teatro Massimo, al Teatro alla Scala di Milano, ancora a Milano con l'Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi, a New York con la Chamber Orchestra of New York, al Concertgebouw di Amsterdam per la serie Meesterpianisten e a Bologna con l’Orchestra del Teatro Comunale, diretta da Michele Mariotti. Sta portando a termine l'incisione discografica dell'integrale per pianoforte di Claude Debussy, per Decca (di cui sono già disponibili i primi due CD). Tra le precedenti incisioni ricordiamo il CD “Bach & Handel. Transcriptions for Piano” pubblicato per Acousence e l'integrale per pianoforte di Ravel pubblicato per Amadeus.

La Musica si alterna alla Parola con il testo di Alessandro Barbaglia, recitato da Leonardo Pesucci e un’inedita narrazione legata all’appuntamento. 

Tutti gli eventi terminano con la degustazione di vini dell’Alto Piemonte per celebrare la qualifica “Città Europea del Vino” 2024 che questo territorio (con il Gran Monferrato) ha ottenuto da Marzo a Novembre 2024. Sarà possibile scoprire le tante e diverse eccellenze di questi territori, insigniti da Recevin, Rete Europea delle Città del Vino, del titolo che, a rotazione, premia le migliori realtà produttrici dell’Italia, alternandosi con altre città vitivinicole di Portogallo e Spagna. Dai grandi Nebbioli dell’Alto Piemonte agli autoctoni Vespolina e Uva Rara. Biodiversità straordinaria che si rispecchia in produzioni vinicole di alto livello e con numerose e notevoli punte di diamante. E, dietro questi numeri eccellenti, c’è anche un altro fenomeno in crescita: l’enoturismo nel territorio dell’Alto Piemonte vede sempre più viaggiatori, soprattutto italiani ed europei, alla ricerca di esperienze enogastronomiche come elemento centrale e non collaterale dei loro viaggi.

Alle degustazioni di vini si abbinano le pietanze tipiche di queste zone, selezionate e sapientemente amalgamate dallo chef Giovanni Ruggieri dell’Orto in Cucina, ristorante con cucina tradizionale curata da un cuoco con vaste esperienze in locali stellati. Piatti genuini con materie prime selezionate, ben presentati, realizzati con tecnica stellata. Pasta fresca, dolci, pane fatti in casa ogni giorno. Il ristorante è inserito in un progetto sociale per l'impiego di persone svantaggiate.

A dimore, pianisti, voci e degustazioni si unisce un protagonista assoluto, che rinnova la sua collaborazione come main partner di Sinfonie di Sensi: il pianoforte Bösendorfer, sinonimo di tradizione, artigianato e qualità. Fornisce i propri strumenti a impreziosire il progetto. “Nata nel 1828 a Vienna, Bösendorfer è una delle più antiche aziende produttrici di pianoforti ancora in attività – spiega Giovanni Iannantuoni, Senior Manager Piano Strategy & Marketing Yamaha Music Europe branch Italy - A soli dieci anni dalla sua fondazione, nel 1838, il giovane compositore e artista Franz Liszt riconosce la straordinaria manifattura e l’alta qualità dei pianoforti Bösendorfer durante un suo concerto: questo momento segna l’inizio di una stretta amicizia e di un percorso verso il prestigio indiscusso da parte di Bösendorfer. Nel 2008 l’impresa giapponese Yamaha acquisisce Bösendorfer. Cosciente e attenta al prezioso patrimonio di Bösendorfer, la manifattura austriaca rimane completamente indipendente e continua ad essere gestita come una società austriaca indipendente. Oggi come allora, Bösendorfer è un brand che trasmette, prestigio, qualità, cultura, bellezza. Per questa ragione la sintonia con un progetto raffinato e prestigioso come Sinfonie di Sensi - per noi di Bösendorfer - è stata immediata, così come naturale è stato il desiderio di supportare le tre magiche serate che si svolgeranno in un territorio meraviglioso, ricco di storia, tradizione e cultura. Siamo molto felici ed orgogliosi di esserne parte”. 

Biglietti 60,00 euro, parte dei quali sono destinati a sostegno del FAI, in vendita online su www.fondazioneteatrococcia.it e presso la biglietteria del Teatro Coccia.