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Unità nella diversità nel solco di don Antonio Visco

A Cameri una serata di progetti realizzati e sogni per il futuro. Appuntamento venerdì 25 ottobre alle 21 presso il Centro Pastorale Maria Immacolata

Cameri - A dieci anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 13 febbraio 2014, Cameri ricorda don Antonio Visco con una serata in sua memoria venerdì 25 ottobre alle ore 21 presso il Centro Pastorale Maria Immacolata (Oratorio Femminile) di via dei Mille. Don Visco, nativo di Cameri, arrivato in Ossola nel 1964, è stato parroco di Montescheno, psicologo, co-fondatore dell’associazione “Alternativa A” a Domodossola nonché anima di Casa don Gianni, sede dell’associazione. Don Visco sarà al centro di una serata dal titolo “Unità nella diversità”, cui parteciperanno numerosi operatori di Casa don Gianni introdotti e coordinati da Carlo Squizzi presidente di “Alternativa A”.

L’appuntamento è organizzato dalla Parrocchia e dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con “Alternativa A”.

Don Antonio Visco ha lasciato nella comunità ossolana un’impronta profonda. Al fianco dei più deboli oltre a guidare la comunità spirituale di Montescheno è stato al fianco dei più bisognosi senza distinzione di età. Precorrendo i tempi ha dato vita alla Casa di riposo di Montescheno, oggi fiore all’occhiello dell’accoglienza della terza età. A Domodossola oltre a dar vita ad Alternativa A ha collaborato a creare progetti inclusivi per soggetti svantaggiati con borse lavoro. Con il collega sacerdote don Gianni Luchessa ha dato vita alla Casa Rosa e alla comunità della Noga, le prime strutture nate in terra ossolana per accogliere giovani affetti da problemi di tossicodipendenza. Nella sua attività di psicologo ha anche aiutato i genitori che hanno perso prematuramente i figli agevolando la nascita del gruppo “Genitori per sempre”.

La storia di “Alternativa A” (www.alternativa-a.it): È il 1982 quando tre preti operai, don Gianni Luchessa, don Luigi Del Conte e don Antonio Visco, accompagnati e sostenuti da un vivace gruppo di giovani, da numerosi esponenti della società civile ed ecclesiale e grazie a un “eccezionale” accordo tra i partiti politici di allora, fondano l’Associazione Alternativa A. Lo scopo è quello di prendersi cura di alcuni problemi sociali che stanno emergendo in quel preciso periodo storico: prima fra tutte l’emergenza droga. Il nome scelto, “Alternativa A”, stava proprio a indicare l’intenzione da parte di tutti di trovare una soluzione concreta, alternativa alle esistenti, per fare fronte al disagio giovanile, familiare, alla droga, alla devianza e agli altri problemi sociali. Con quello spirito, in oltre quarant’anni di attività, le tante persone che si sono avvicendate alla dirigenza dell’Associazione, che l’hanno sostenuta con il volontariato attivo, con la propria professionalità ed impegno hanno continuato a occuparsi delle emergenze e dei bisogni che la loro contemporaneità richiedeva: dai migranti, alle nuove povertà, dalle famiglie, al problemi dell’adolescenza, dal lutto, alla tratta delle donne, dalla violenza di genere, alla fragilità in tutte le sue sfaccettature. Da Alternativa A sono nate due importanti realtà cooperative del territorio, La Bitta (che si occupa di servizi alla persona con una casa per anziani, un centro per la famiglia, un servizio di contrasto alla violenza di genere e allo stalking, strutture residenziali psichiatriche e un servizio di cure dentistiche per fasce di popolazione in stato di necessità) e Il Sogno (che si impegna affinché le persone in condizione di svantaggio trovino solide opportunità lavorative): punto di partenza di progetti di integrazione, condivisione, cura e inclusione.