Rivoli - Da sabato 11 marzo a sabato 8 aprile presso la Casa del Conte Verde sarà visitabile la mostra 'Donna, Vita, Libertà: sette artiste iraniane', dedicata alle proteste contro il regime dittatoriale iraniano. Un talk organizzato alla Galleria del Museo d’Arte Urbana con l’artista iraniana Hanieh Eshtehardi su questo tema, ha indotto l’Associazione Italia-Iran ed il MAU a farsi promotori di questa mostra, allestita alla Casa del Conte Verde di Rivoli, grazie al sostegno dell’Assessorato alle Pari Opportunità e dell’Assessorato alla Cultura, con il patrocinio del Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, dell’ Accademia Albertina di Belle Arti, dove si sono diplomate alcune delle artiste espositrici, del brand di design e moda sostenibili Regenesi.
Le sette artiste presenti in mostra: Hanieh Eshtehardi, Narges Eshtehardi, Bahar Heidarzade, Samaneh Vahabi, Masoudeh Miri, Mahtab Moosavi, Flavia Nasrin Testa, rispondono alla repressione del regime iraniano con la loro creatività ed il loro stile dove, con modalità rispondenti alla loro personalità, conducono la tradizione simbolica dell’arte persiana nella dimensione della contemporaneità.
Gli anni Ottanta, con l'ingresso nella dimensione post-moderna e l'esaltazione dell'individualismo generano, al netto di qualsiasi valutazione estetica, una rarefazione nei rapporti tra arte e politica, in cui, nei casi peggiori, si rinvengono nuovamente aspetti di cortigianeria e di esaltazione succube ed interessata del potere. I tempi che viviamo, sotto la sferza del dominio della finanza e della globalizzazione, rivendicano nuove forme di partecipazione, che non si limitano a ricalcare, fuori tempo massimo, parole d'ordine ed atteggiamenti degli anni della contestazione.
Il consenso ottenuto dalla street art, che è un’espressione di libertà, è la prova di come l'arte avverte forte l'esigenza di riscoprire la sua dimensione etica. L'arte può e deve giocare un ruolo importante in questa fase storica. Le giovani generazioni si trovano a vivere nella dimensione di un eterno presente, privi di punti di riferimento, e facile preda di demagoghi di ogni risma. L'arte può sviluppare in concreto una riflessione importante sulle contraddizioni sociali e sulla necessità di salvaguardare libertà e diritti civili che non si devono dare per acquisti una volta per tutte, ma per i quali è necessario lottare, anche per allargarli alla luce dei nuovi bisogni. In base a queste considerazioni, necessarie per contestualizzare la storia nell'attualità, è importante che, anche nella congiuntura "liquida" che stiamo attraversando, caratterizzata dalla incertezza del futuro e dalla crisi, questa ormai datata, delle ideologie e del senso progressivo del cammino dell'umanità, gli artisti non si arrendano e mantengano ben salda la loro posizione di attori sociali attivi, schierandosi a sostegno delle battaglie civili, contribuendo a rafforzarle donando a queste il loro senso estetico e la capacità di sintetizzare un'emozione.
L’arte è quindi uno strumento estremamente idoneo, per l’universalità del suo linguaggio, per fornire una importante cassa di risonanza alla sacrosanta lotta delle donne iraniane, costrette ad una sottomissione a retrive forme di privazione della libertà, la cui punta di diamante è evidenziata, negli ultimi tempi, dalla esasperazione delle norme che impongono una particolare forma di copertura del capo tramite il velo, mero pretesto per un regime che fa dell’applicazione repressiva ed inadeguata dei precetti della religione islamica, una estrema barriera per difendere un potere anacronistico e traballante sotto le proteste della società civile.
L’antica Persia è stata per secoli culla della civiltà asiatica al confine tra Occidente ed Oriente e luogo di tolleranza e libero pensiero. Gli attuali problemi di quel paese, e dell’intera area medio-orientale, sono conseguenze della dissennata gestione geopolitica originata dai trattati di pace seguenti la fine della Prima Guerra Mondiale che generarono il secondo conflitto, a cui va sommata anche una fuori uscita sbagliata dal colonialismo, dove la giusta emancipazione del Terzo Mondo dal dominio europeo non ha avuto gli esiti auspicati per l'ascesa al potere di oligarchie corrotte sempre al servizio di interessi stranieri.
A cura di Edoardo Di Mauro Direttore Accademia Albertina di Belle Arti Presidente e Direttore Artistico MAU Museo d'Arte Urbana e curatore BAM Biennale d'Arte Contemporanea del Piemonte.
Allestimento: Arch. Alberto Garino
Ingresso gratuito. Casa del Conte Verde Via F.lli Piol 8, Rivoli (TO)
Mostra realizzata dall’Assessorato alla Cultura e dall’Assessorato alle Pari Opportunità della Città di Rivoli Con il patrocinio della Regione Piemonte, Consiglio Regionale per i Diritti Umani e Civili, Città Metropolitana e Consulta Femminile Regionale.
Orari da martedì a venerdì 16 – 19; sabato e domenica 10 - 13 / 16 – 19; lunedì chiuso.
Info Casa del Conte Verde: www.comune.rivoli.to.it - Tel. 011 956 30 20; e-mail: casaconteverde@libero.it