Biella - Ha lavorato con alcuni Dj e Producer della zona di Biella ed è uscito su innumerevoli etichette, una fra tante è la Total Freedom Recording. Stiamo parlando del biellese Gabriel Filippazzo Aka Graphitee, il DJ che predilige il lussureggiante e melodico end of house, minimal e techno. Gabriele è nato in quello che considera il periodo più emozionante della storia della musica, gli anni '00. Conosciuto per i suoi set da spettacolo crede che la tecnologia non faccia il DJ. Per lui è tutta una questione di musica e il suo approccio istintivo al suo lavoro, sia come DJ che come giovane produttore, gli ha fatto guadagnare una legione di fan in tutti gli angoli di Italia.
Quando hai iniziato e quali le tue prime passioni e influenze? "Ho iniziato nel 2012, quasi per gioco, ma piano piano ho iniziato ad investire tempo e sempre più passione. In quegli anni andava molto la EDM e mi sentivo ispirato da artisti come Marting Garrix, Ummet Ozcan, Hardwell..."
Quali i momenti incisivi del tuo percorso artistico? "Primo fra tutti l'esordio in una discoteca: è stato un momento molto emozionante che mi ha fatto capire cosa volessi realmente fare. E secondo, ma non per importanza, un corso per Dj che mi ha aperto ancora di più verso questo mondo, scoprendo tecniche ancora più ricercate".
Di cosa parla il DJ, rispetto, per esempio, alla produzione della tua musica, che la rende interessante per te? "Essendo che la sfida principale è diventare un Dj conosciuto sul territorio nazionale, sarebbe molto gratificante per tutti i sacrifici che sto facendo, sono dell'idea che ogni Dj/Producer parli una propria lingua musicale e personalmente propongo produzioni sempre al passo con le hit del momento ovviamente riadattate con le mie idee di musica".
Idee tipo? "Io ascolto la pista da ballo: Se vedo che risponde bene allora alzo sempre di più l'asticella, altrimenti cerco di rendere più interattiva la serata per farli partecipare con la voce e con il corpo".
Cosa ti fa decidere di suonare un particolare disco durante uno dei tuoi set? Esiste un criterio diverso dalla pura soggettività, per scegliere cosa suonare in un concerto? "Per decidere se introdurre un disco all'interno dei miei set lo suono molto spesso per vedere se sta bene o meno all'interno di esso. Il criterio diverso esiste ed è la risposta che ti da' la pista, se funziona è giusto tenerlo. Quando c'è più musica di quella che si può accogliere, diventa sempre più difficile sapere cosa costituisca un originale e un remake".
Francesca Riga