Agliè - Le opere di Paolo Abelli e di Salvatore Fioridei, entrambi novaresi, nascono dalla loro riflessione sul paesaggio, dal loro forte coinvolgimento emotivo nel desiderio di carpirne l’essenza, per conseguirne un principio che sia strumento spirituale e scientifico nello sviluppo della pratica architettonica. Nei dipinti di Abelli la ricerca pittorica – nella matrice informale, in cui il ricordo e la memoria si trasformano in visioni dell’anima – tende a mescolarsi con brani di razionalità architettonica, suggeriti dalla necessità inconscia di trovarsi in perfetta armonia con il paesaggio. Le sculture in ferro e acciaio di Fiori, nella loro minimale e austera connotazione, si pongono in dialogo con l’esuberante ricchezza cromatica dei dipinti, ispirandosi a intenti liberatori e metamorfici, per configurare forme che paiono sgorgare dal paesaggio, a volte quasi arcaici reperti provenienti da scavi archeologici. I dipinti (come riflessi delle acque nella pianura) e le sculture (come alberi e vegetazione) si pongono gli uni a confronto e in dialogo con gli altri, evocando il controcanto di una melodia corale (il paesaggio) e interrogando gli spettatori su quale interpretazione intendano elaborare, nella propria memoria, delle immagini della natura e delle opere dell’uomo che nella natura si inseriscono, a volte armonicamente, a volte ostilmente.
Il castello di Agliè, che è parte del sito UNESCO Patrimonio dell’Umanità delle Residenze Sabaude, risale nel suo nucleo originario al Medioevo. Dopo che i Savoia lo acquistarono, nel 1763, prese il via un grandioso progetto di riqualificazione dell’architetto Birago di Borgaro, che chiamò importanti artisti quali i fratelli Ignazio e Filippo Collino per la statuaria delle fontane e lo stuccatore luganese Giuseppe Bolina per gli apparati decorativi. Durante la dominazione napoleonica, il castello fu trasformato in ricovero per poveri e il parco venne lottizzato e venduto a privati. Dal 1823 rientrò nei possedimenti reali e due anni più tardi ebbe inizio l’ultimo intervento sugli appartamenti, affidato dal re Carlo Felice a Michele Borda di Saluzzo. L’edificio, con trecento stanze, un vasto salone da ballo interamente affrescato, la quadreria e una preziosa collezione di reperti archeologici, è circondato da un giardino all’inglese, uno all’italiana e da un parco con alberi secolari progettato da Xavier Kurten tra il 1830 e il 1840.
La mostra LE ARCHITETTURE DELLO SPIRITO sarà inaugurata sabato 30 maggio alle ore 17.00, nella Serra Verde del castello di Agliè. Interverrà Lisa Accurti, direttrice del castello. La mostra, corredata di un catalogo con immagini fotografiche delle opere esposte e testi di Lisa Accurti, Paolo Abelli, Salvatore Fiori, Francesca Pensa, Valter Bacchella, sarà aperta nei giorni di venerdì, sabato e domenica dalle ore 9.00 alle ore 19.30. Realizzata con il patrocinio di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Regione Piemonte, Comune di Agliè, Ordine degli Architetti P.P.C.delle provincie di Novara e VCO, Gruppo Architetti Canavese & Valle d’Aosta e il contributo di Autocrocetta Spa e Mansur tappeti d’oriente.
Castello di Agliè, piazza Castello 1, Agliè (To), tel. 0124 330102. Info: 347 2225068.
Le architetture dello spirito, dipinti di Paolo Abelli – sculture di Salvatore Fiori: la scelta di ospitare ancora una volta, presso i giardini del castello di Agliè e le loro pertinenze, autori che operano nel loro processo creativo guardando intensamente alla realtà fisica e territoriale che li circonda, filtrandola attraverso le personali intuizioni dell’anima, costituisce naturale conferma della vocazione della residenza sabauda a costituire ideale cornice di sperimentazioni artistiche frutto della volontà di tradurre in materia, ancorché in segno astratto, l’incontro tra uomo e natura. Volontà che ha sempre animato la produzione degli artisti dalle origini della civiltà, in un’ambiziosa sfida volta ora all’imitazione, ora al superamento della natura stessa, così come l’architettura scaturisce inevitabilmente dalla necessità di creare un’interfaccia “controllata”, un filtro di mediazione tra l’essere umano e l’ambiente esterno naturale, ove “natura” è madre e matrigna al contempo. Natura vagheggiata cui si consente di penetrare negli ambienti in via ideale, a mezzo della pittura, come nelle serre dipinte di Agliè, o in forma sostanziale, come nella serra verde, ove architettura e vegetazione sono inscindibili. Se cambiano i termini lessicali e formali-figurativi con cui gli artisti contemporanei interpretano questa ricerca, non cambia la fonte di ispirazione, né il rapporto tra soggetto e oggetto, e tale condivisione di sentire costituisce l’elemento di familiarità che rende così agevole e fluido accogliere in seno a una residenza aulica antica una produzione artistica apparentemente estranea e potenzialmente conflittuale – se non nociva – per il contesto in cui si colloca. All’opposto, il felice effetto sinergico e di reciproco potenziamento e valorizzazione è già stato ampiamente convalidato nell’ambito delle Rassegne Internazionali Biennali di Scultura Contemporanea, ospitate in castello in anni recenti (2002, 2004, 2006), in cui le opere, installazioni spesso colossali, sono state in gran parte inserite e fuse nel paesaggio del parco e del giardino, o negli spazi più aperti (e filtranti con l’esterno), che chiusi, delle serre, creando nuovi scorci, nuove visuali e nuove occasioni di stupore. In quel caso il rapporto tra scultura e natura è stato vagliato da autori diversi per intenzioni, interrogativi e radici, entro la larga “forbice” del goethiano «L’arte è arte in quanto non è natura» e del suggestivo e provocatorio «Beaux arbres – beaux arts» di Norman de Vries. In questo caso, la sfida è tra artista “puro” e artista “architetto”, che più che opporre in contrappasso la loro produzione dialogano commentando reciprocamente l’altrui opera, in duetto. Per quel che ci riguarda, ancora una volta si rinnova, con grande soddisfazione, un’esperienza culturale profondamente e sentitamente radicata nei vissuti recenti del castello.
Lisa Accurti, direttrice del castello di Agliè
Salvatore Fiori - Nato a Carpignano Sesia (No) nel 1949. Ha frequentato il Liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, diplomandosi nel 1973; si è poi laureato in architettura al Politecnico di Milano. Ha insegnato per quasi trent’anni al Liceo artistico di Brera e per quattro all’Accademia di Belle Arti Europea ACME, a Milano. Prevalente è la sua attività artistica, ma ha svolto anche attività professionale nel campo della conservazione dei beni culturali e architettonici; si è dedicato alla progettazione di elementi di arredo e ha svolto ricerca nel campo della storia dell’architettura pubblicando numerosi libri, cataloghi e saggi. La sua prima partecipazione a una mostra collettiva risale al 1971; la prima mostra personale al 1977. In più di quarant’anni di attività artistica è stato presente in circa centoventi mostre collettive, in Italia e all’estero; trentadue sono state le esposizioni personali. Inizialmente si è orientato verso la pittura iperrealista, utilizzando la tecnica dell’aerografo su “politoile”. Esaurita questa esperienza, dal 1989-90 nella sua poetica si è volto a una grammatica plastica contraddistinta prima dall’uso del ferro verniciato di nero, poi dall’utilizzo di acciaio inox e cor-ten, a volte integrati con elementi lignei o litici. Ha realizzato numerose opere pubbliche: RISOrgere, collocata a Vercelli in piazza Medaglie d’Oro; il Monumento al Partigiano, a Carpignano Sesia (NO) nel Parco della Rimembranza; Architettura di un ricordo, a Bertonico (LO) nel municipio, ecc.
Le mostre personali più significative: Palazzo Centori, Vercelli, 1988; Vulcano ultra Minerva, cortile del Broletto, Novara, 1995; 1990-2000, Sculture, abbazia dei Santi Nazario e Celso, San Nazzaro Sesia, 2000; Sculture nel parco, Fondazione Villa Palazzola, Stresa, 2006; Quando la scultura è monumentale, Centro culturale Torre Strozzi, Perugia (loc. Parlesca), 2008;Un ferreo Percorso, fossato del Castello Visconteo, Pavia, 2009; Sculture e installazioni, ex monastero di San Domenico, Lodi, 2013.
Le mostre collettive più significative: Biennale dei giovani, Centro Sociale, Novara, 1971; Centre Felicien Rops, Namür, 1977; Quadro Giovani 79, Galleria San Fedele, Milano, 1979; Itinerari Pisani, Palazzo Lanfranchi, Pisa, 1989; Premio Internazionale Novum Comum, Galleria Solenghi, Como, 1989; Mostra Internazionale di scultura all’aperto, Fondazione Pagani, Legnano, 1991; Gypsos, Museo Diocesano, Ariano Irpino, 1996; La via della croce, Molin Camillo, Masserano, 1999; Prima Biennale della scultura in ferro, Torre Strozzi di Parlesca, Perugia, 2000; Verità e poesia della forma, Museo d’arte “V. Mele”, Leuca, 2004; 40 artisti in Lomellina, Castello di Sartirana, Sartirana 2006; Magenta e il suo Rosso, Palazzo Brocca, Magenta, 2009; Biennale M’Arte Duemilaundici, Montegemoli, 2011; Slowart in Boschetto, Gualdo Tadino, 2012; Venature XXV, Centrul Artelor Vizuale, Bucarest, 2013.
In campo architettonico Fiori ha realizzato innumerevoli schede di vincolo monumentale per la Soprintendenza ai Beni Architettonici del Piemonte, ha collaborato con rilievi di reperti, di scavo e ipotesi ricostruttive di siti, con la Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte, della Lombardia, della Campania, con l’Università Statale di Milano, con l’Università Federico II di Napoli, con i Musei Civici di Novara. Ha collaborato alla redazione del progetto generale di restauro della chiesa di San Pietro nel ricetto di Carpignano: ha eseguito anche progetti parziali di conservazione e il progetto di restauro di un affresco, inoltre ha collaborato con la EDITEC di Firenze nella realizzazione delle indagini termografiche. Ha eseguito progetti di restauro, conservazione e riuso di edifici privati sottoposti a vincolo monumentale, a Carpignano, e a vincolo paesistico, in Puglia. Ha collaborato con il comune di Carpignano nella progettazione dei nuovi interventi conservativi dell’Edificio del Torchio e ha ideato l’ipotesi progettuale di sua riconversione a Museo Storico-Etnografico, ora adottata dal comune.
Paolo Abelli www.paoloabelli.it: architetto, nato vicino a Novara nel 1956. Formazione artistica conseguita presso il Liceo artistico “Amedeo Modigliani” di Novara. Laurea in architettura conseguita presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Dal 1975 al 1980 frequenta l’ambiente dell’Accademia delle Belle Arti di Ca’ Foscari, a Venezia, dove segue le lezioni del maestro Emilio Vedova. L’ambiente culturale, il fascino della città, l’acqua e le sue mutazioni rivivono nell’anima e nelle espressioni propositive dell’esistenza pittorica e professionale. Abelli vive e lavora nel luogo di origine, immerso nella campagna novarese, svolgendo entrambe le discipline, artistica e professionale. Pur praticando il mestiere dell’architetto, attività che svolge maggiormente, in campo edilizio, storico e compositivo, partecipa a mostre d’arte esponendo in manifestazioni collettive e personali in città e località delle province limitrofe.
Le principali mostre di pittura: Mostra di opere pittoriche negli spazi degli ex magazzini della Fabrica Lapidea della basilica di San Gaudenzio, Novara, novembre 2000. Personale delle opere presso l’antico Cantinone del Palazzo Porta, Landiona, luglio 2001. Personale delle opere presso l’auditorium municipale di Robbio Lomellina, giugno 2003. Esposizione di opere nella mostra collettiva “Il sale della terra”, sala dell’auditorium dell’antica chiesa di Santa Chiara, Vercelli, settembre 2003. Personale delle opere presso il Centro Culturale d’Arte La Canonica, Novara, giugno 2004. Esposizione al Concorso Nazionale di Pittura e Scultura “Città di Novara”, Centro “La Riseria”, Novara, ottobre 2004. Esposizione di opere nella mostra collettiva “Dialogo tra città”, sala dell’auditorium dell’antica chiesa di Santa Chiara, Vercelli, maggio 2007. Esposizione di opere nella mostra collettiva “La spiritualità nell’arte”, Arengo del Broletto, Novara, gennaio 2009. Esposizione di opere nella mostra collettiva “La favola nell’arte”, sale espositive del castello di Casale Monferrato, gennaio 2011. Esposizione di opere nella mostra collettiva “La musica nell’arte”, sale espositive del castello di Casale Monferrato, settembre 2013. In campo architettonico collabora e progetta importanti opere di recupero e restauro del museo etnografico di Oleggio. Recupero del torchio di Carpignano Sesia. Restauro della pieve di San Pietro, dell’XI secolo, a Casalvolone. Progettazione e costruzione della nuova chiesa di San Rocco a Novara. Ristrutturazione della casa di riposo delle suore di San Vincenzo De Paoli a Bugnate di Gozzano e di Villa Regina a Vanzone di Macugnaga. Progettazione e ristrutturazione delle scuole elementari di Oleggio e delle scuole tecniche “Leonardo da Vinci” di Borgomanero. Progettazione e direzione lavori di opere pubbliche di edilizia sociale in comuni delle province di Novara e Vercelli.