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Economia, conviene andare in pensione anticipata?

Ecco le novità del 2025
foto da www.pamagazine.it

Milano - Con la fine dell’anno le società e le aziende hanno ripreso a chiamare i propri dipendenti in età pensionabile. Per gli auguri di Natale? No, o per lo meno non solo. Chiamano per suggerire la pensione anticipata oppure il cosiddetto “scivolo”. Ma ne vale veramente la pena? È meglio andare in pensione oppure è preferibile continuare a lavorare per incrementare l’importo mensile che si andrà a percepire?

Domande lecite, domande ricorrenti. Domande a cui non sempre è facile dare una risposta. Proviamo allora a capire bene come funziona il sistema pensionistico italiano, che si basa prevalentemente sul metodo contributivo. Come spiega Monyefarm, l'importo della pensione dipende dai contributi effettivamente versati durante la carriera lavorativa e da un coefficiente di trasformazione che aumenta con l'età del pensionamento. Ogni anno di lavoro aggiuntivo comporta non solo un incremento del montante contributivo, ma anche l'applicazione di un coefficiente più favorevole. Ad esempio, se a 67 anni il coefficiente è del 5,72%, a 68 anni sale al 5,93%. Questo piccolo aumento può tradursi in una differenza significativa sull'importo annuale della pensione.

Ma proviamo a fare un esempio pratico per capire se conviene o meno lavorare un anno di più. Supponiamo che un lavoratore o una lavoratrice abbia accumulato un montante contributivo di 300.000 euro e decida di andare in pensione a 67 anni. Con un coefficiente del 5,72%, percepirebbe una pensione lorda annua di 17.160 euro, suddivisa in 13 mensilità da circa 1.320 euro lordi. Se lo stesso lavoratore decidesse di posticipare il pensionamento di un anno, il coefficiente salirebbe al 5,93%, e il montante contributivo crescerebbe grazie ai nuovi versamenti, ipotizziamo a 310.000 euro. In questo caso, l'importo annuo della pensione sarebbe di circa 18.383 euro lordi, con un aumento di 1.223 euro l'anno. Questo esempio dimostra come un anno in più di contributi possa fare la differenza, soprattutto sul lungo termine.

Certo, il dilemma della pensione anticipata continua a essere forte. C’è chi desidera dedicarsi a tempo pieno ad altre attività, chi vuole stare con la famiglia o chi ha la necessità di interrompere il lavoro per motivi di salute. Si tratta però, è bene sottolinearlo, di un’opzione che comporta una penalizzazione sull'importo dell'assegno pensionistico. Per questo il Governo sta lavorando proprio alle pensioni anticipate, anche se la proposta ancora non convince. Nella Manovra Finanziaria 2025 c’è una novità che consente di accedere alla pensione anticipata a 64 anni utilizzando gli importi del fondo complementare. I requisiti includono 20 anni di contributi e l'appartenenza al sistema contributivo. Secondo la Ragioneria generale dello Stato, la misura inizialmente interesserà circa 100 persone, ma il numero crescerà progressivamente fino a 600 all'anno entro il decennio.

Numeri troppo bassi se paragonati all’intero sistema pensionistico italiano. Numeri che devono essere per forza ampliati e approfonditi, per permettere a tutti i lavoratori di poter accedere alla pensione anticipata senza dover rimetterci un capitale. Per adesso, intanto, bisogna tenersi in equilibrio tra convenienza economica e benessere personale. In attesa che il mondo della politica faccia qualcosa i pensionati di oggi e di domani.