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“Quale futuro per l’energia?”: il resoconto del convegno

Novara - «Gli scenari di crescita sono chiari: il ricorso alle fonti fossili di energia, come carbone, gas naturale e petrolio, sarà prevalente anche nei prossimi decenni, soprattutto nelle aree di nuova industrializzazione. Le  emissioni di CO2 saranno di conseguenza in aumento, rendendo più urgenti le politiche di mitigazione. Da qui la necessità di rafforzare lo sforzo su forme di energia alternative, che rimangono però ancora marginali, e sul risparmio energetico».

Con queste parole il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, ha risposto alla domanda formulata nel titolo dell’incontro “Quale futuro per l’energia?”, organizzato ieri sera dal Comitato per la Piccola Industria dell’Associazione Industriali di Novara che, come ha spiegato il suo presidente, Carlo Robiglio, rappresenta il 97% delle oltre 500 aziende sue aderenti, e dal Consorzio “San Giulio”, la società per i servizi energetici dell’Ain.

Tabarelli, invitato a illustrare il rappporto tra fonti tradizionali e alternative di energia e le opportunità offerte dal mercato a imprese e privati, ha sottolineato come la domanda di energia sia strettamente legata allo sviluppo economico, con il conseguente aumento dei consumi. «La popolazione mondiale – ha spiegato – è in crescita, come l’aspirazione di miliardi di persone che ancora non hanno accesso a forme di energia più sofisticate: 1,4 miliardi di persone non usano elettricità, tre miliardi usano prevalentemente legna o scarti dell’agricoltura. È anche per questo che il 2012 è stato dichiarato dall’Onu l’anno dell’energia sostenibile “per tutti”».

Il relatore ha illustrato le motivazioni dell’instabilità del mercato petrolifero, in cui i prezzi hanno raggiunto un record storico e spingono i costi della benzina e del gasolio verso livelli difficili da sostenere per i consumatori, osservando che «in Italia, la crisi economica sta frenando i consumi di energia, che rimangono sbilanciati sul gas nella generazione elettrica e sui derivati del petrolio nei trasporti. Le politiche per il risparmio energetico e per le rinnovabili, attivate ormai da oltre 30 anni, vanno potenziate e migliorate, cercando di evitare gli sprechi. Le aziende e i consumatori italiani pagano i prezzi dell’energia fra i più alti al mondo, sia per problemi strutturali che per l’alta tassazione: basti pensare che il 60 per cento del prezzo della benzina è costituito da imposte».

Le proposte dell’Ain per far fronte a questo crescente problema sono state illustrate da Federico Zaveri, presidente del “San Giulio”, il primo consorzio di acquisto di energia elettrica a essere costituito in Italia, nel 1999. «Oltre contrattazione di accordi specifici in materia di forniture di energia elettrica e di gas naturale – ha detto Zaveri – lo “Sportello Energia” dell’Ain offre gratuitamente informazioni e consulenza su mercati energetici, analisi dei profili di prelievo e valutazione delle opzioni tariffarie alternative, verifica della corretta fatturazione, comparazione delle proposte commerciali di fornitura e supporto nell’ottimizzazione dei contratti. Le aziende associate possono così ottenere consulenze specialistiche in tema di bilancio e risparmio energetico, modifica della propria struttura impiantistica, formazione e nomina dell’Energy Manager aziendale, valutazione di possibili defiscalizzazioni delle forniture energetiche per usi di processo, certificati “verdi”, certificati “bianchi” e certificati “neri”, impianti di cogenerazione e fonti rinnovabili. Tramite l’Ain, infine, possono anche essere programmati nelle aziende “Energy Audit”, strumenti sempre più indispensabili per l’ottimizzazione dei consumi e il pieno sfruttamento dei vantaggi ottenibili sul libero mercato».

Per favorire i risparmi delle aziende associate meno “energivore” l’Ain ha sottoscritto per tutto il 2012 due convenzioni per la fornitura di energia elettrica e di metano. La prima, stipulata con Energrid, prevede oltre a tariffe che consentono un risparmio economico a due cifre sulla componente energia, agevolazioni sotto il profilo amministrativo, con particolare riferimento alle scadenze e alle garanzie di pagamento: le prime, infatti, sono molto dilatate, mentre le seconde sono del tutto assenti. La seconda è attiva con Bluenergy Group e consente alle aziende con un consumo annuo fino a 300.000 Smc di sottoscrivere un contratto di somministrazione di gas naturale a condizioni privilegiate.

«Al Consorzio San Giulio – ha proseguito Zaveri – aderiscono attualmente 111 aziende novaresi con un fatturato aggregato di oltre tre miliardi di euro e quasi 10mila addetti. Il volume dei consumi per la fornitura elettrica dei 102 siti di prelievo attualmente gestiti sfiora i 300 GWh/anno, per un valore di mercato superiore ai 40 milioni di euro. Calcoliamo che, nei primi dieci anni di attività del consorzio, le aziende aderenti abbiano risparmiato, complessivamente, più di 50 milioni. Dal 1° luglio 2007, inoltre, il San Giulio ha avviato le forniture consortili di metano a 43 aziende, con un consumo complessivo annuo di oltre 30 milioni di metri cubi (+43%, nel 2011, rispetto all’anno precedente) e un valore di mercato di circa 10 milioni di euro. Nel corso di questi anni abbiamo cercato di completare il “pacchetto” a disposizione dei consorziati con l’aggiunta di servizi collaterali alla mera negoziazione delle tariffe: il passo iniziale è stata la realizzazione di un sistema di telelettura dei consumi. Oggi ogni azienda può collegarsi al sito web consortile trovando i propri dati di consumo aggiornati quasi in tempo reale, prendendo visione di qualsiasi tipo di anomalia senza dannosi ritardi. Presto, speriamo, la rete verrà estesa anche ai consumi di gas. Inoltre, grazie a questa infrastruttura, ogni mese viene fornita, gratuitamente, un’analisi puntuale della correttezza delle fatture emesse, completa di un raffronto tra la performance mensile del contratto consortile e il benchmark identificato come riferimento. Nel 2011, ad esempio, le nostre aziende hanno risparmiato in media, solo per l’energia elettrica, non meno del 10%, in funzione del proprio profilo di prelievo, rispetto alle quotazioni collegate ai principali indici del mercato energetico, quali “Pun” e “Itec”. A partire dal 2010 tutta l’energia elettrica acquisita dal Consorzio proviene da fonti rinnovabili ed è perciò classificata come “energia verde”, con il rilascio a ciascuna azienda di apposita certificazione “Recs”».

L’incontro si è concluso con un approfondito dibattito, coordinato da Maurizio Genoni, componente del Consiglio direttivo dell’Ain con delega all’Energia, durante il quale sono state affrontate tematiche significative per il futuro, quale il tema delle “smart grids” per accrescere l’efficienza delle forniture di energia elettrica e la necessità di costruire nuovi rigassificatori in Italia per consentire al nostro Paese una minore dipendenza dall’estero in tema di approvvigionamenti. «Entro un paio di mesi – ha anche annunciato Tabarelli – il governo arriverà a decidere qualcosa anche in merito al Programma nazionale per l'energia».