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Aperture domenicali: Ascom pronta a dare battaglia

Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Ascom Confcommercio Novara: "Si segnala che è tornato di grande attualità il dibattito sulla liberalizzazione delle aperture domenicali e festive dei negozi, introdotta nel 2011 dal Decreto “Salva Italia” del Governo Monti. Proprio nei giorni scorsi, il vicepresidente nazionale di Confcommercio, Lino Stoppani, ha partecipato a un’audizione presso il Cnel, soggetto incaricato dalla Presidenza della Camera dei Deputati di valutare “i possibili effetti della reintroduzione di una regolamentazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali”. A titolo esplicativo, si allega la sintesi di Stoppani sull'incontro. L’argomento, che da anni fa discutere, sarà oggetto di un incontro all’Ascom di Novara di cui vi faremo, per tempo, avere notizia".

Nel documento del vice presidente Stoppani si legge: "Il tema degli orari di apertura dei negozi continua ad essere di attualità, non solo perché le Festività richiamano attenzione (e polemiche) sull'argomento, ma anche perché la Politica ha ripreso la materia, con l'intenzione di modificare l'art. 31 del Decreto "Salva Italia" del Governo Monti, che aveva totalmente liberalizzato le aperture. A tale riguardo, la Presidenza della Camera dei Deputati ha incaricato il CNEL di valutare i "Possibili effetti della reintroduzione di una regolamentazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali", operazione che l'Istituzione incaricata ha effettuato dando audizione ai soggetti interessati all'argomento, tra i quali Confcommercio. Nell'audizione effettuata lo scorso 17 aprile, la delegazione guidata dal sottoscritto, in forza della delega alle "Politiche del Commercio" ricevuta dal Presidente Confederale, ha articolato la sua posizione partendo da una Ricerca elaborata dall'Ufficio Studi di Confcommercio, qui allegata, nella quale si è analizzato "l'impatto della totale liberalizzazione del commercio al dettaglio sui negozi di prossimità" con un approccio, quindi, scientifico su un tema delicato, che tocca certamente interessi e aspetti di efficienza tecnica del sistema distributivo, ma che ha anche riflessi di natura sociale, da valutare, cioè, all'interno di fattori di contesto più allargati. Nel rimandare alla Ricerca per il necessario approfondimento, con la presentazione delle ragioni che giustificano, a nostro avviso, l'opportunità di una minima regolamentazione del settore, il commento alle opinioni del consumatore rispetto al tema e qualche altro ragionamento quantitativo su spostamenti dei consumi, grado di mortalità delle imprese ed evidenze occupazionali, si evidenzia che la proposta presentata al CNEL riguarda due aspetti: lo strumento con il quale intervenire sulla materia e il contenuto delle variazioni da apportare. Per quanto riguarda lo strumento, si è suggerita l'opportunità di un intervento normativo di modifica alla Legge, senza rimandi ad accordi territoriali, spesso impossibili da trovare, mentre, invece, per quanto riguarda il contenuto, si è proposto una quantità di chiusure obbligatorie tra 10-15 giornate complessive, che si ritiene proposta di mediazione rispetto alla posizione della Grande Distribuzione Organizzata, contraria a qualsiasi limitazione, ipotesi che restituisce flessibilità ai territori, non è tacciabile di anti-concorrenzialità e risulta ampiamente proporzionata (meno del 15% del plafond complessivo di 62/64 giornate, tra domeniche e festività). Si ritiene, inoltre, che un minimo di regolamentazione possa favorire il consolidamento di un pluralismo distributivo, proprio del nostro Paese, e combinare gli aspetti sociali, culturali e anche religiosi che interagiscono con le dinamiche commerciali. Nel precisare che l'argomento è stato oggetto di un preventivo passaggio nella Giunta di Presidenza Confederale dello scorso 9 aprile, anche per raccogliere la necessaria condivisione politica sulla linea operativa in materia, si reputa opportuno condividere quanto sopra con la finalità di informare, sensibilizzare e raccogliere altri graditi contributi, ma anche per consolidare una posizione da trasferire nell'impegno sindacale, anche nei rapporti con i Media, continuando la buona corretta prassi associativa di giusto coinvolgimento di tutto il Sistema di Rappresentanza, su temi di assoluto interesse, come tra l'altro anche recentemente dimostrato con l'informativa sulle prospettive delle CCIAA".