Share |

APERTURE, FIPE-CONFCOMMERCIO: “STANCHI DI PAGARE COLPE NON NOSTRE

SARTORETTI: “COPRIFUOCO INCOMPRENSIBILE!”
Massimo Sartoretti

Novara - Dichiarazione da Fipe Confcommercio relativa alle ultime decisioni del Governo Draghi sulle riaperture e chiusure dei locali pubblici: "Abbiamo chiesto di ripartire ma alle attuali condizioni del Decreto Legge sulle riaperture oltre la metà degli esercizi di somministrazione non può farlo. Sono scelte che vanno spiegate e vanno spiegate bene, perché appaiono punitive rispetto a quelle adottate in momenti più critici dal punto di vista sanitario. Siamo stati i primi a proporre gradualità e regole certe, che tuttavia devono avere un supporto di carattere scientifico. Pur applicando rigorosi protocolli di sicurezza e garantendo il solo servizio al tavolo, oggi si ritiene che il problema sia l’utilizzo degli spazi interni. Noi siamo esausti di pagare colpe non nostre, come la lentezza della campagna di vaccinazione e l’impossibilità di controllare il territorio punendo comportamenti scorretti. Se il 15 maggio il Governo ha preso l’impegno di vaccinare tutti gli over 70 di questo Paese, riteniamo giusto che prenda anche l’impegno a riaprire le attività all’interno a pranzo e a cena applicando i rigorosi protocolli già approvati".

Così il presidente di Fipe Confcommercio Alto Piemonte e consigliere nazionale Fipe, Massimo Sartoretti.

“Il coprifuoco alle 22 addirittura fino al 31 luglio – prosegue - è scientificamente e socialmente incomprensibile e incoerente con le finalità che si propone: comprime orari e favorisce comportamenti disordinati e opposti. Siamo esasperati dal ritardo nel comunicare nel dettaglio le misure compensative più volte annunciate. Le chiusure devono essere accompagnate da sostegni equi, come peraltro suggerito dalla stessa Banca d’Italia nelle audizioni parlamentari. I dichiarati giusti propositi di attivare ristori perequativi, progressivi, selettivi e proporzionati ai danni devono trovare riscontro immediato nei provvedimenti di politica economica del Governo. Chi è stato maggiormente penalizzato deve essere maggiormente sostenuto”.

“Il settore dei Pubblici Esercizi, elemento fondante dell’identità ed attrattività dell’Italia – conclude Sartoretti - sta morendo. A livello nazionale abbiamo già pagato con oltre 22.000 imprese chiuse nel 2020, la perdita di 250.000 posti di lavoro e ingentissimi danni economici, stiamo valutando la situazione nelle nostre province. Oltre al disagio sociale e agli effetti a catena che questo comporta, si sta disperdendo un patrimonio di conoscenze e competenze, di grande valore per il Paese”.